Critica del testo | 2016 | N. 1

Anno 2016 – Annata: XIX – N. 1
A cura di Marcello Ciocchetti

Autore/i articolo: ANTONELLA NEGRI
Titolo articolo: Nuove ricerche sull’ “Aspramonte” quattrocentesco in ottave

Dopo il censimento fatto nel 1963 da Marco Boni delle edizioni dell’ “Aspramonte” quattrocentesco in ottave, nessuno studio si è occupato di questo poema nonostante si tratti di uno dei testi più significativi della tradizione carolingia europea. Infatti l'”Aspramonte” racconta le vicende narrative che hanno fondato la letteratura rinascimentale in Occidente. Il saggio porta alla luce in primo luogo quattro nuove edizioni rispetto a quelle segnalate dallo studioso bolognese; poi si sofferma su un’edizione ferrarese del 1547, non menzionata da Boni né dalla maggior parte dei repertori, che si pone in una sostanziale continuità con l’incunabolo e le stampe precedenti. Il testo dell'”Aspramonte” nelle edizioni del secolo XVI è composto da ventiquattro canti, scritti in ottave di numero variabile, per un totale di circa ventimila versi. Del poema non è disponibile alcuna edizione moderna.

Lingua: Italiano
Pag. 9-26
Etichette: Aspramonte, Letteratura rinascimentale, Boni Marco, Quattrocento, Cinquecento,

Autore/i articolo: GIUSEPPE TAVANI
Titolo articolo: Sulla tradizione manoscritta del “Judici d’amor” di Raimon Vidal. Le testimonianze parziali di LN e l’apporto dei frammenti

In vista di una edizione critica del “Judici d’amor” di Raimon Vidal, l’autore riesamina comparativamente i tre relatori principali del testo, sia quello che appare più completo (R) sia i due parziali trascritti in area italiana (LN), ma soprattutto tenta di mettere in rilievo, per la constitutio textus, l’utilità – o meglio l’indispensabilità – di due dei frammenti (soprattutto di r, ma anche di a1) e l’inaffidabilità (stilistica, ma più essenzialmente dovuta a inserti cronologicamente inaccettabili) del prolungamento narrativo offerto dal terzo frammento (a2), di cui sarebbe opportuno non tenere conto per la ricostruzione del testo vidaliano.

Lingua: Italiano
Pag. 27-48
Etichette: Vidal Raimon, Filologia, Duecento,

Autore/i articolo: ELISABETTA BROZZI
Titolo articolo: Le traduzioni nel “Saggio sopra gli errori popolari degli antichi” (1815)

Nel “Saggio sopra gli errori popolari degli antichi” del giovane Leopardi la trama delle traduzioni è fittissima perché è proprio sulla testimonianza degli antichi che si fonda l’opera. Il dialogo tra originale e traduzione è centrale: nel presentare la struttura del “Saggio” Leopardi specifica che alle sue traduzioni degli autori greci e latini ha fatto seguire citazioni autentiche per permettere al lettore di verificare di persona il testo. Sulla scia di queste parole l’articolo si propone di osservare la natura delle traduzioni leopardiane presenti e la distinzione – non originaria – di trattamento per gli autori greci (che, a parte pochissime eccezioni, sono offerti al lettore solamente in traduzione) e per quelli latini (dati in traduzione ma corredati, sempre, di trascrizione dell’originale). Alla base di questa scelta c’è l’intenzione di Leopardi di riprodurre l’idea principale del “Saggio”: l’illusione antica.

Lingua: Italiano
Pag. 49-61
Etichette: Leopardi Giacomo, Letteratura classica, Traduzione, Ottocento,

Autore/i articolo: NADIA CANNATA
Titolo articolo: Lontano ‘da dove’? Tradizioni culturali e coscienza linguistica in Europa

L’articolo discute del rapporto fra filologia e linguistica in relazione allo studio dei processi che hanno portato all’elaborazione di identità e coscienze linguistiche ‘nazionali’ in Europa e segnatamente in Italia. Poiché non vi è lingua ‘nazionale’ in Europa che sia priva di una tradizione scritta (un processo che conserva, ma al tempo stesso altera la natura della lingua che registra), la linguistica storica è chiamata ad assumere come proprio oggetto di studio diretto anche i processi di scritturazione, attraverso i quali le grandi lingue europee sono giunte a costituire ciascuna un riferimento ‘cardinale’ di aree culturali sempre plurilingui, e un simbolo della loro identità culturale.

Lingua: Italiano
Pag. 63-96
Etichette: Tradizione, Filologia, Linguistica, Europa, Origini/Novecento,

Autore/i articolo: PATRIZIA SERRA
Titolo articolo: Note sulla tradizione dei volgarizzamenti italiani del “Livre de Sydrac”

L’articolo esamina la tradizione manoscritta del “Livre de Sydrac” – testo enciclopedico redatto in antico francese nel XIII secolo ed ampiamente diffuso nel Medioevo – e propone un nuovo criterio di classificazione delle traduzioni italiane del “Sydrac”, basato non soltanto sul differente ordine delle domande ma anche sull’analisi delle variazioni della macrostruttura del testo.

Lingua: Italiano
Pag. 97-133
Etichette: Letteratura provenzale, Filologia romanza, Medioevo, Duecento,

Autore/i articolo: LA REDAZIONE
Titolo articolo: Presentazione

La rivista opera in questa sezione gli interventi proposti nelle giornate di studio promosse dall’Università di Zurigo (21 e 22 ottobre 2015) in memoria di Marc-René Jung (1933-2014). In particolare la sezione ospita le comunicazioni relative al “Roman de la Rose”, opera a cui Jung ha dedicato studi fondamentali.

Lingua: Italiano
Pag. 137
Etichette: Jung Marc-René, Novecento, Duemila,

Autore/i articolo: PIERRE-YVES BADEL
Titolo articolo: Les arcs et les flèches d’Amour chez Guillaume de Lorris

Come Marc-René Jung ha mostrato nel suo lavoro “Études sur le poème allégorique”, i versi della “Metamorfosi” che descrivono come Cupido si vendichi di Apollo per aver suscitato in lui un desiderio che Daphne ha rifiutato di soddisfare, affascinarono a tal punto i poeti d’oc e d’oil da indurli a riprendere il tema delle frecce d’Amore dall’effetto contrario, pur se discordante con i canoni del ‘fin’amor’. La ripresa del motivo ovidiano da parte di Guillaume de Lorris si distingue dai suoi predecessori o contemporanei in quanto, utilizzando il filo narrativo del «mistero» (v. 1600) dei terribili dardi, egli insiste più di altri nell’annullare l’opposizione tra i due tipi di frecce.

Lingua: Francese
Pag. 139-157
Etichette: Jung Marc-René, Ovidio, Poesia trobadorica, De Lorris Guillaume, Duecento,

Autore/i articolo: ALAIN CORBELLARI
Titolo articolo: L’allégorie amusante ou le délicat équilibre du didactique et de l’humoristique

L’allegoria e l’umorismo hanno in comune l’idea della ‘dislocazione’. In effetti, i primi esempi di allegorie narrative in francese, prima de “Le Roman de la Rose”, contengono alcuni elementi umoristici. Legati all’alta cultura, i loro autori – come ha giustamente notato Eric Hicks – erano consapevoli del rischio di cadere in contraddizione, o di scadere nel grottesco. Lo stesso “Roman de la Rose” è più ricco di quanto si creda di motivi ironici nei riguardi del sistema che illustra.

Lingua: Francese
Pag. 159-171
Etichette: Allegoria, Umorismo, De Lorris Guillaume, Duecento,

Autore/i articolo: RAFFAELE PINTO
Titolo articolo: Le macchie lunari e la questione femminile

L’articolo parte dalla interpretazione della figura che Jean de Meun legge nelle macchie lunari, riconducibile alla sua ideologia averroista e fortemente misogina per la quale la ‘materia’ femminile si oppone alla ‘forma’ maschile e deve essere da questa soggiogata. Nel “Convivio” Dante aderisce alla visione averroista e misogina di Jean, collegando allegoricamente le macchie lunari al mutamento linguistico, che rappresenta il lato femminile e naturale del linguaggio. Nella “Commedia” Dante riconsidera la questione in chiave neoplatonica e tomista, nel quadro del paradigma filogino dominante nel poema, ed il ‘femminile’ che la luna rappresenta viene riscattato in quanto polarità, antropologica e cosmologica, complementare e quindi necessaria a quella maschile nell’ordinamento divino dell’universo.

Lingua: Italiano
Pag. 173-189
Etichette: De Meun Jean, Alighieri Dante, Donna, Allegoria, Duecento, Trecento,

Autore/i articolo: LUCIANO FORMISANO
Titolo articolo: Qualche riflessione sul “Fiore”

Le recenti discussioni sul “Fiore” hanno riaperto una questione che invita a non considerare direttamente le questioni legate al testo vero e proprio, ma piuttosto a riconsiderare altri dati come la firma interna, la menzione dell’assassinio di Sigieri di Brabante o la testimonianza di Federico da Porto. Tra gli argomenti ‘interni’ una certa rilevanza deve essere riconosciuta alla sequenza “Rose – Fiore – Comedia”, soprattutto se considerata in relazione con la fonte comune alle ultime due opere. Per quanto riguarda l’ipotesi della composizione del “Fiore” in Francia, essa confligge con quanto è attualmente noto circa la biografia di Dante. È significativo che gli studiosi mostrino difficoltà nel riconoscere il legame tra “Fiore” e “Detto d’Amore”: ciò rafforza l’impressione che la ‘quaestio’ diventi ancor più problematica se collocata al di fuori della prospettiva dello sperimentalismo dantesco.

Lingua: Italiano
Pag. 191-204
Etichette: Alighieri Dante, Fiore, Sigieri di Brabante, Federico da Porto, Duecento, Trecento,

Autore/i articolo: ENRICO FENZI
Titolo articolo: Dante e il “Roman de la Rose”: alcune note sulla ‘candida rosa’ dei beati e sulla questione del libero arbitrio

II saggio discute la corrispondenza tra la rosa profana del “Roman de la Rose” e la ‘candida rosa’ dei beati nel “Paradiso” di Dante, e in particolare il trattamento nei due testi del tema del libero arbitrio, che ha speciale sviluppo sia nel “Roman” sia nella “Commedia”. II tema è trattato in modo analogo, su ispirazione di un radicalismo razionalistico, fatto per nulla scontato dopo la vittoria delle opposte tesi sul primato della volontà proprie della scuola francescana e ufficializzate da Stefano Tempier, nel 1277. Si tratta dunque di una corrispondenza tra i due testi particolarmente significativa, che può servire a porre su basi più larghe la ricca e complessa lettura che Dante, in epoche diverse della sua vita, fece del poema francese.

Lingua: Italiano
Pag. 205-251
Etichette: Libero arbitrio, Alighieri Dante, Tempier Stefano, Francescanesimo, Duecento, Trecento,

Autore/i articolo: RICCARDO VIEL
Titolo articolo: Stratigrafia e circolazione dei canzonieri trobadorici in Toscana: il punto su alcuni recenti contributi

Il saggio passa in rassegna alcuni importanti studi sulla circolazione dei canzonieri trobadorici in Toscana; in particolare l’autore prende in esame i contributi di Stefano Resconi, rilevanti per l’attenzione posta al ‘modus operandi’ e alla sensibilità stilistica dei compilatori dei canzonieri in oggetto.

Lingua: Italiano
Pag. 255-276
Etichette: Poesia trobadorica, Toscana, Resconi Stefano, Duecento,