Le riviste sostenitrici
Critica del testo | 2015 | N. 3
Anno 2015 – Annata: XVIII – N. 3
A cura di Marcello Ciocchetti
Titolo articolo: Presentazione
“Anomalie, residui, riusi” è il titolo e al tempo stesso il tema generale dell’intero fascicolo: i contributi qui raccolti intendono indagare il variegato ambito della lirica romanza medievale avvalendosi delle suddette categorie concettuali e interpretative.
Lingua: ItalianoPag. VII-XVI
Etichette: Letteratura medievale, Filologia romanza, Poesia trobadorica, Origini/Novecento,
Titolo articolo: Interferenze linguistiche e trasmissione manoscritta: alcune note su Marcabru
Il saggio analizza la coesistenza di tratti linguistici pittavini e guasconi in Marcabru. In particolare, si dimostra che le lezioni del manoscritto ‘A’ sono migliori e ‘difficiliores’, e che esse dipendono da una fonte molto antica e di origini pittavine che è qui denominata ‘V’.
Lingua: ItalianoPag. 3-27
Etichette: Marcabru, Poesia trobadorica, Medioevo,
Titolo articolo: “Tot franchamen, donna, venc denan vos” (BdT 326.1): attribuzione ed edizione
L’articolo propone una nuova edizione di “Tot franchamen, donna, venc denan vos” (BDT 326,1), che rappresenta uno dei casi attributivi più complessi della lirica trobadorica (con sette attribuzioni differenti). Lo studio si sofferma sulla possibilità che il testo fosse anonimo nelle fonti e che le attuali attribuzioni siano da addebitare ai compilatori dei manoscritti. Il testo critico è accompagnato da analisi della tradizione manoscritta, analisi metrica e cronologica e commento.
Lingua: ItalianoPag. 29-51
Etichette: Poesia trobadorica, Tradizione, Manoscritto, Copista, Medioevo, Duecento,
Titolo articolo: Osservazioni sul corpus di Bernart de Ventadorn: anomalie macrotestuali, seriali e d’attribuzione
Il contributo si prefigge di ripercorrere in maniera critica e analitica la complessa rete di attribuzioni (certe, presunte o errate) che legano nella prospettiva autoriale e seriale Bernart de Ventadorn e altri trovatori negli antichi canzonieri. Per realizzare questo obiettivo, vengono aggiornati i dati proposti dalla vecchia edizione di riferimento (Appel 1915) con i risultati dei più moderni strumenti repertoriali e critici, in alcuni casi anche con la verifica diretta sui manoscritti. L’analisi si sofferma inoltre su alcune anomalie macrotestuali che interessano ordine e struttura delle strofe nei seguenti componimenti: 70.1, 70.3, 70.13, 70.38.
Lingua: ItalianoPag. 53-72
Etichette: Bernart de Ventadorn, Poesia trobadorica, Medioevo,
Titolo articolo: Duplicazioni, doppie tradizioni e attribuzioni divergenti nella tradizione lirica galego-portoghese
L’articolo discute i casi di duplicazione testuali, doppie tradizioni e attribuzioni dubbie nella tradizione lirica gallego-portoghese medievale, in particolare per i singoli testi in manoscritti A, B e V. L’obiettivo è quello di identificare i processi attraverso i quali sono stati prodotti e di stabilire un confronto con la tradizione trobadorica occitana.
Lingua: ItalianoPag. 73-102
Etichette: Poesia trobadorica, Tradizione, Medioevo, Duecento, Trecento,
Titolo articolo: Ancora sulle canzoni di Colin Muset: anomalie formali e tradizione manoscritta
Il canzoniere di Colin Muset è doppiamente anomalo, per le caratteristiche della sua tradizione manoscritta e per le numerose irregolarità metriche. Si propone una nuova analisi di alcuni dei componimenti a tradizione pluritestimoniale considerati anisosillabici e/o anisostrofici, partendo dalle interpretazioni formulate nel corso del tempo dagli studiosi, dalla tesi di laurea di Bédier (1893) fino ad oggi.
Lingua: ItalianoPag. 103-119
Etichette: Muset Colin, Poesia trobadorica, Duecento,
Titolo articolo: Riflessioni in margine alla compilazione di TRaLiRO. Sostanza e forma in alcune edizioni di testi italiani
Nell’articolo vengono sviluppate alcune riflessioni stimolate dalla compilazione del database TraLiRO (Repertorio ipertestuale della tradizione lirica romanza delle Origini). La questione della restituzione formale – la cui centralità per i testi delle Origini italiane viene esemplificata passando in rassegna i casi molto noti dei Siciliani, di Cecco Angiolieri, di Meo de’ Tolomei, di Bonagiunta e del Cantico di frate Sole – è piuttosto sacrificata nella sintetica trattazione filologica prevista dal “Repertorio”. Di conseguenza, il rischio insito in questo come in tutti i database è un’esposizione troppo poco critica; in TraLiRO, per esempio, non si può affrontare in modo sufficientemente approfondito un errore metodologico diffuso come la confusione di varianti sostanziali e formali.
Lingua: ItalianoPag. 121-136
Etichette: Filologia romanza, Letteratura in volgare, Metodologia, Origini, Duecento, Trecento,
Titolo articolo: A proposito della ‘koinè’ galego-castigliana. Alcune considerazioni sulla tradizione testuale dell’Arcediano de Toro
L’articolo esamina la tradizione testuale della cantiga “Adeus, Amor, adeus, el Rey” dell’Arcediano de Toro, conservata dal “Cancionero de Baena” (PN1) e dal “Cancionero de San Román” (MH1). Originariamente scritta in galego, questa cantiga costituisce l’unico esempio di tradizione bitestimoniale all’interno della produzione poetica dell’Arcediano, che per il resto ci è stata conservata unicamente dal “Cancionero de Baena”. Il confronto fra le varianti dei due testimoni, fornisce una serie di dati che vanno a comporre un’interessante stratigrafia del processo di graduale costiglianizzazione operata dai compilatori e copisti responsabili della trasmissione nei differenti rami rappresentati da PN1 e MH1. L’autore espone anche alcune considerazioni relative alla questione dell’ibridismo linguistico che caratterizza buona parte della produzione poetica che fiorì in Castiglia nella seconda metà del XIV secolo.
Lingua: ItalianoPag. 137-154
Etichette: Arcediano de Toro, Letteratura medievale, Tradizione, Trecento,
Titolo articolo: Modalità eterodosse di trasmissione del testo romanzo tra Medioevo ed Età Moderna
Il saggio prende in esame alcuni dei canali meno tradizionali per il cui tramite sono giunti ai nostri giorni codici romanzi e versi in volgare con particolare attenzione alle legature archivistiche, alle cronache, ai carteggi e in minor misura ai registri pubblici.
Lingua: ItalianoPag. 157-167
Etichette: Testo, Filologia, Medioevo, Origini/Novecento,
Titolo articolo: Tracce, ricontestualizzazioni, canali di trasmissione peculiari: percorsi tra le liriche oitaniche trascritte al di fuori dei canzonieri francesi
Al pari delle altre tradizioni liriche romanze, anche la poesia dei trovieri riconosce nella forma-canzoniere la sua modalità di trasmissione privilegiata, e anzi quasi esclusiva: nonostante ciò, è possibile individuare un discreto insieme di componimenti eccezionalmente tràditi anche o unicamente al di fuori delle sillogi organizzate di lirica francese. Il contributo intende analizzare in maniera complessiva tali attestazioni, con l’obiettivo di identificarne le tipologie, nonché di illustrare le implicazioni filologiche e il significato storico-culturale dì questo loro statuto ‘anomalo’.
Lingua: ItalianoPag. 169-198
Etichette: Poesia trobadorica, Letteratura provenzale, Filologia romanza, Medioevo, Duecento,
Titolo articolo: Thibaut le Chansonnier, Thibaut le Posthume: sur la réception de la lyrique française dans la tradition manuscrite
La lirica francese dei trovatori non corrisponde all’immagine uniforme e ripetitiva che la critica ci ha spesso tramandato. Essa non solo inizia e finisce su due ‘eccezioni’, Conon de Béthune e Thibaut de Champagne, ma l’opzione amorosa esclusiva della ‘grande canzone di corte’ dipende in gran parte dalla scelta dei compilatori di canzonieri. Criteri selettivi disciplinano l’organizzazione del canone estetico, come esemplificato dal mss. KNPX. Tuttavia, l’analisi della tradizione manoscritta di Thibaut de Champagne dimostra che la sua “Liederbuch” ha caratteristiche diverse e incompatibili con i criteri che regolano il canone antico della lirica dei trovatori. La promozione del re di Navarra a capofila della tradizione dei trovatori sarebbe dunque un’operazione tardiva che mostra un cambiamento di gusto e una nuova concezione letteraria relativa alla produzione lirica.
Lingua: FrancesePag. 199-223
Etichette: Poesia trobadorica, Canone letterario, Conon de Béthune, Thibaut de Champagne, Medioevo, Duecento,
Titolo articolo: Anomalie codicologiche e bibliografiche: le canzoni di Adam de la Halle e la loro singolare tradizione manoscritta
La tradizione manoscritta delle canzoni di Adam de la Halle è caratterizzata, tranne rari casi, da una posizione singolarmente marginale all’interno delle sillogi liriche oitaniche. Tale circostanza, che non ha mancato di attirare l’attenzione della critica, ha suscitato differenti ipotesi in merito alla circolazione e alla produzione stessa della poesia adamiana. A partire dal recupero della bibliografia musicologica e da un nuovo esame diretto dei manoscritti, si prova in questo articolo a proporre una ricostruzione delle origini delle raccolte di canzoni di Adam contenute in P’- P” (BnF, fr. 847, cc. 211-228) e W” (BnF, fr. 25566, cc. 2-9), compilate nello stesso atelier artesiano e rimaste verosimilmente unite fino al XVIII secolo, quando fecero parte del ‘cabinet de livres’ di Jean-Pierre Imbert Chàtre de Cangé.
Lingua: ItalianoPag. 225-257
Etichette: Poesia trobadorica, Tradizione, Manoscritto, Musica, Adam de la Halle, Chàtre de Cangé Jean-Pierre Imbert, Duecento, Settecento,
Titolo articolo: Nella ‘palude dei canzonieri antichi’. Osservazioni sulla tradizione della poesia italiana del Trecento
A un secolo dagli “Studi sul Canzoniere di Dante” di Barbi, se per il Duecento si è giunti a un soddisfacente livello di conoscenza della tradizione, per le generazioni poetiche successive molto lavoro resta da fare. Solo in anni recenti, dopo la monumentale edizione delle rime di Dante, si è ripreso a mettere ordine nella ‘palude’ della poesia trecentesca, a pubblicarne i testi secondo criteri scientifici e a cercare nuove chiavi interpretative per raccontarne la storia. Attraverso una serie di esempi derivati dalle ricerche svolte per il progetto TraLiRO, il contributo esamina alcune tendenze della tradizione della lirica italiana, mostrando gli effetti dell’assenza di cesure significative nella produzione e nella ricezione dei testi nei primi quattro secoli (XIII-XVI). Concentrandosi in particolare sulla generazione operante nei decenni centrali del Trecento in ambito toscano, si evidenziano le potenzialità storiografiche di un approccio basato sull’analisi sistematica della tradizione manoscritta.
Lingua: ItalianoPag. 259-275
Etichette: Tradizione, Manoscritto, Poesia lirica, Letteratura in volgare, Duecento, Trecento,
Titolo articolo: Fra ricezione e posterità della poesia trobadorica: ancora sulle citazioni liriche nella tradizione occitanica
La tecnica della scrittura a citazione ha conosciuto, nell’ambito della tradizione letteraria occitanica, un uso ampio e diversificato. Il presente contributo si sofferma sulle citazioni trobadoriche delle novas “Abril issia e mays intrava” e “So fo el temps c’om era gays” di Ramon Vidal e dei “Breviari d’amor” dì Matfre Ermengaud, testi che si collocano rispettivamente in apertura della tradizione narrativa occitanica e in chiusura dell’esperienza lirica trobadorica. Il saggio indaga la posizione delle citazioni dai trovatori nell’economia complessiva dei tre testi, mirando a comprendere la funzione logico-argomentativa da esse ricoperta e a mettere a fuoco quale immagine dell’esperienza lirica occitanica gli inserti lirici veicolino.
Lingua: ItalianoPag. 279-295
Etichette: Poesia trobadorica, Ramon Vidal, Ermengaud Matfre, Duecento, Trecento,
Titolo articolo: “Je laisse la prose pour vers”. Sulla genesi dei testi in versi nei romanzi arturiani in prosa del XIII secolo
Gli interventi critici intorno al corpus dei testi in versi attestati nei romanzi francesi in prosa del Duecento (“Tristan en prose” e ciclo di “Guiron le Courtois”) hanno portato a configurare interpretazioni diametralmente opposte, che non hanno ancora trovato una sintesi convincente: i testi lirici, perlopiù afferenti al genere del ‘lai’, sarebbero importazioni allogene, tratte dal ‘repertorio’ e riciclate nella prosa (J. Maillard, P. Bec); oppure, al contrario, avremmo a che fare con creazioni originali dei romanzieri, del tutto consustanziali alla tessitura del racconto prosastico (Ph. Ménard). Sulla base di considerazioni di carattere narratologico e filologico, il saggio propone un riesame complessivo della questione, che tenga conto delle tradizioni manoscritte e delle attestazioni extra-romanzesche.
Lingua: ItalianoPag. 297-314
Etichette: Letteratura arturiana, Filologia romanza, Duecento,
Titolo articolo: Pour l’étude des insertions métriques dans l’historiographie en langue d’oïl (XIII-XV siècles)
L’inserimento di liriche in narrazioni storiche in prosa è meno studiato rispetto al fenomeno omologo delle inserzioni metriche nei romanzi. L’articolo svolge un esame approfondito della storiografia in prosa composta tra il XIII e il XV secolo; gli esempi discussi sollevano la questione del rapporto tra i testi citati nella storiografia in prosa e la tradizione trasmessa dai canzonieri o da altre antologie manoscritte. Nella prima sezione l’analisi della struttura metrica e delle rime chiarisce il rapporto con il contesto storico e letterario di due poesie di Philippe de Novare e della canzone anonima “Ne chant pas, que que nus die”, compresa nella “Continuation Rothelin” dell'”Eracles”. Nella seconda sezione la tradizione manoscritta della ballata “Chief essoigné de piteuse aventure” (1415) è studiata come un caso di trasmissione del testo lirico attraverso tre diversi canali: prosa storica, fondi manoscritti e registri notarili.
Lingua: FrancesePag. 315-349
Etichette: Metrica, Storiografia, Prosa, Philippe de Novare, Duecento, Trecento, Quattrocento,
Titolo articolo: Metatesti, intertesti e tradizione indiretta: appunti sulla tradizione castigliana quattrocentesca
Il saggio intende esaminare una particolare fenomenologia di tradizione indiretta riscontrata nella poesia castigliana tardomedievale: il corpus oggetto di studio è composto da testi che si iscrivono nel genere della ‘glosa’ e del ‘decir’ a citazioni, entrambi contrassegnati dalla pratica della citazione e da un’istanza interpretativa che li connota al contempo come esercizi intertestuali e metatestuali. Analizzando le varianti riscontrate fra la tradizione diretta e indiretta di un discreto numero di testi, si è potuto constatare come la scuola castigliana riveli due principali orientamenti: da un lato un approccio conservativo che tende alla riproduzione puntuale dei frammenti intercalati, dall’altro un approccio adattativo che manipola in modo più o meno rilevante i brani intertestuali.
Lingua: ItalianoPag. 351-383
Etichette: Letteratura medievale, Poesia castigliana, Tradizione, Intertestualità, Trecento, Quattrocento,