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Critica del testo | 2010 | N. 2
Anno 2010 – Annata: XIII – N. 2
A cura di Marcello Ciocchetti
Titolo articolo: Eteronimi e ‘avatars’: il caso della ‘tenso’ fra Maїstre e Guilhalmi (“BdT” 112,1)
L’autrice propone una diversa lezione di alcuni versi di “Can vei fenir a tot dia”, ‘tenso’ a due voci attribuita dall’unico testimone a Cercamon. L’ipotesi di correzione aiuta a chiarire meglio il senso della enigmatica ultima ‘cobla’ della composizione, ma anche lo status e il ruolo dei due personaggi dialoganti. Gli interpreti hanno finora identificato nel primo di essi, Maїstre, lo stesso Cercamon, e ritenuto l’altro partner, Guilhalmi, uno sconosciuto giullare; la tesi qui proposta è invece che la ‘tenso’ sia fittizia e che i due giullari messi in scena dall’autore rappresentino due diversi ‘avatars’, diversamente degradati, di Guglielmo IX d’Aquitania.
Lingua: ItalianoPag. 7-24
Etichette: Cercamon, Poesia trobadorica, Guglielmo IX d’Aquitania, Origini,
Titolo articolo: L’Orazio Par. lat. 7979 e la formazione dei trovatori
L’autore valuta l’ipotesi della conoscenza della poesia oraziana da parte dei trovatori. Vengono pertanto presi in esame documenti e testimonianze sulla formazione dei trovatori al fine di verificare la presenza di Orazio e la sua funzione all’interno dei canoni scolastici; in particolare vengono passati in rassegna i centri monastici ed episcopali deputati, nella Francia tra X e XII secolo, ad offrire un qualche tipo di formazione ed istruzione. A conclusione vengono forniti nuovi elementi per la localizzazione del codice oraziano con glosse occitaniche individuato come Par. lat. 7979.
Lingua: ItalianoPag. 25-65
Etichette: Orazio, Formazione culturale, Poesia trobadorica, Origini,
Titolo articolo: Variantes de rédaction dans la tradition manuscrite du “Piramus et Tisbé”
L’articolo prende in esame il poema “Piramus et Tisbé”, libero adattamento in francese antico di alcuni versi dal Libro IV delle “Metamorfosi” di Ovidio; l’attenzione si concentra su alcune varianti riscontrabili nelle due diverse redazioni del poema a noi pervenute. L’autore approfondisce l’analisi stilistica e strutturale dei due testi, avvalendosi anche di riscontri intertestuali con l’opera del poeta latino.
Lingua: FrancesePag. 67-99
Etichette: Ovidio, Letteratura medievale, Duecento,
Titolo articolo: Il personaggio di Dinadan nella tradizione del “Tristan en prose”
Il saggio presenta i caratteri del personaggio di Dinadan, creazione originale del “Roman de Tristan en prose”, analizzandone l’evoluzione nel passaggio dalle versioni francesi alle traduzioni italiane. Dall’esame di due episodi che lo vedono protagonista (Loseth § 361 e § 363), l’articolo mette in luce la continuità dei suoi caratteri lungo tutta la tradizione del romanzo ed evidenzia la sua natura di cavaliere anticonformista e filosofo.
Lingua: ItalianoPag. 101-137
Etichette: Dinadan, Letteratura cavalleresca, Romanzo, Origini, Duecento, Trecento,
Titolo articolo: “La Dame escoillee” e “Die Vrouwen Zuht”: nuove ricognizioni intorno al tema della ‘bisbetica domata’
Si illustrano le metamorfosi subite dal tema della ‘bisbetica domata’ nelle diverse espressioni letterarie; si individua così lo sviluppo da un modello più elementare, il cui rappresentante noto è un racconto persiano risalente a Kisseh Kuhn, ad uno più evoluto la cui forma più matura è costituita dalla celebre commedia di Shakespeare. In particolare, il saggio si concentra sull’analisi comparativa del ‘fabliau’ “La Dame escoille” e dello ‘Schwankmäre’ “Die Vrouwen Zuth”, testi esemplari del trattamento del tema nel Duecento.
Lingua: ItalianoPag. 139-189
Etichette: Bisbetica domata, Letteratura romanza, Shakespeare William, Duecento, Cinquecento,
Titolo articolo: “Ma come d’animal divegna fante”: Dante tra Alberto Magno e Tommaso
La dottrina della generazione dell’anima, che Dante espone nel XXV canto del “Purgatorio”, si fonda sulle argomentazioni di Alberto Magno. È tuttavia possibile riscontrare la presenza di altri significativi elementi di lessico riconducibili a testi di Tommaso d’Aquino: ciò è più evidente nella parte centrale del Canto, là dove si discute l’errore averroista sul ‘possibile intelletto’. Su questa base si ipotizza che proprio le terzine costruite intorno a questo sintagma rappresentino il nucleo da cui genera l’intera riflessione dantesca.
Lingua: ItalianoPag. 191-209
Etichette: Dante Alighieri, Purgatorio, Alberto Magno, Tommaso d’Aquino, Duecento,
Titolo articolo: Le ultime parole di Virgilio: su “Purgatorio” XXVII 142
Il saggio individua una possibile fonte del v. 142 di “Purgatorio” XXVII (“io te sovra te corono e mitrio”) nella rappresentazione allegorica del libero arbitrio come ‘sovrano’ e ‘re incoronato’ dell’anima, immagine sviluppata da Riccardo di san Vittore in alcuni passi del “Benjamin maior” e nel trattato “De eruditione interiore hominis”. Il recupero di tali fonti testuali consente di leggere le ‘ultime parole’ di Virgilio nei termini di una riflessione sulla funzione della facoltà immaginativa nel percorso morale dell’individuo e sul valore etico della letteratura, in quanto veicolo di una ‘purificazione’ dell’anima e tramite nel recupero della libertà primigenia.
Lingua: ItalianoPag. 211-234
Etichette: Dante Alighieri, Purgatorio, Riccardo di san Vittore, Virgilio, Libero arbitrio, Origini, Duecento,
Titolo articolo: Dal tradimento alla negromanzia: la vicenda di Enea nel Trecento italiano
Vengono passate in rassegna le diverse rappresentazioni della figura di Enea diffuse in epoca medievale: oltre al modello virgiliano ripreso da Dante dell’eroe fondatore di Roma, si considerano le versioni che vedevano in lui il traditore della propria città ed altre ancora – accolte da Petrarca e in parte da Boccaccio – che imputavano ad Enea la pratica della negromanzia. Ulteriori elaborazioni, sempre in negativo, anche nell’opera di Andrea di Barberino.
Lingua: ItalianoPag. 235-256
Etichette: Enea, Virgilio, Dante, Petrarca, Boccaccio, Andrea di Barberino, Duecento, Trecento,
Titolo articolo: ?????, dialetto, lingua comune: le radici greche di un dibattito rinascimentale
La riscoperta dei testi canonici della letteratura greca nella Roma del primo Rinascimento ispirò i progetti architettonici e iconografici di rinnovo dei palazzi Vaticani; analogamente, i testi greco-latini furono anche gli strumenti sui quali si avviarono in quegli stessi anni gli studi di linguistica romanza ed italiana: su tale assunto l’autrice ricostruisce le fasi della riflessione condotta tra Quattrocento e Cinquecento sui temi del ‘dialetto’ e della lingua comune.
Lingua: ItalianoPag. 257-271
Etichette: Linguistica, Lingua greca, Lingua latina, Lingua volgare, Rinascimento, Quattrocento, Cinquecento,
Titolo articolo: Un poema futurista russo in terza rima. Riflessioni sulla traduzione
Al centro delle riflessioni è il poema “Zmej poezda” (Dragotreno) composto in terza rima da Velimir Chlebnikov nel 1910. Il saggio offre un’analisi del componimento collocandolo entro il solco della tradizione poetica e nell’orizzonte letterario dell’autore (le avanguardie russe del primo Novecento). La stretta interrelazione tra figurazioni poetiche e forma strofica legittima la scelta della terza rima anche per questa prima traduzione italiana, curata dalla stessa Ronchetti e posta in appendice al saggio.
Lingua: ItalianoPag. 273-308
Etichette: Futurismo, Letteratura russa, Avanguardia, Poesia, Chlebnikov Velimir, Novecento,