Critica del testo | 2007 | N. 1

Il saggio introduce ad un fascicolo monografico della rivista intitolato “Il canone europeo”, contenente i testi delle relazioni presentate ad un convegno promosso dalla Facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università “La Sapienza” di Roma il 15 ed il 16 giugno 2007 ed i primi risultati di un’inchiesta sulla letteratura europea compiuta da un gruppo di ricerca del medesimo ateneo. L’autore, dopo aver dato conto della varietà di interpretazioni (Curtius / Guizot) esistite ed esistenti in merito ad un oggetto complesso quale la letteratura europea, riferisce circa l’indagine condotta a partire da un sondaggio preliminare compiuto su un campione di circa 40 docenti universitari di varie nazioni e su studenti dell’Università “La Sapienza” di Roma.

Evidenziando l’importanza e l’utilità di un concetto quale quello di “Canone occidentale” proposto da Harold Bloom nel 1994, l’autore riflette sulla irriducibile relatività e la perenne mutabilità dei gusti estetici e dei criteri critici e storiografici che sono alla base dei diversi canoni nelle diverse epoche.

Il contributo si concentra sull’analisi dei problemi connessi al tentativo di favorire la costruzione di un’identità europea forte anche per quanto riguarda la letteratura ed il suo insegnamento nelle scuole, prendendo spunto dai primi risultati dell’inchiesta sul Canone letterario europeo promossa da un gruppo di ricerca dell’Università “La Sapienza” di Roma.

L’autrice, guardando da una prospettiva precisa quale quella della Russia attuale, propone una riflessione sulla complessità del concetto di Canone letterario, partendo dal presupposto che questo concetto comporta la fedeltà delle opere che lo compongono ad una serie di dati oggettivi, quali la stabilità, la fedeltà ad una norma… che mal si accordano con l’originalità, la mutevolezza, lo sperimentalismo e l’irriducibile individualità che informano tanti capolavori letterari degli ultimi secoli.

Il contributo propone una serie di riflessioni intorno ad alcuni interrogativi che si pongono in luce nel momento in cui ci si accosta al concetto di Canone letterario, in particolare a proposito dei suoi rapporti con il Potere.

L’autore suggerisce una lettura del concetto di Canone letterario che tenga conto per prima cosa del fatto che i canoni sono indissolubilmente consustanziati all’epoca ed alla società che li ha prodotti e che pertanto mutano. Se l’Europa dei secoli XIX e XX si proponeva di diffondere con essi valori e visioni del mondo propri di tipologie sociali e nazionali, attualmente la straordinaria preponderanza di nuove forme e modi di comunicazione ne ha prodotto una progressiva svalutazione.

L’autore propone un parallelo tra il moderno concetto di Canone letterario e la pratica antica degli elenchi di scrittori migliori, ricordando come il termine in oggetto sia stato introdotto, proprio riguardo a questi elenchi, da David Ruhnken nel 1768 nella sua “Historia critica oratorum Græcorum”.

L’autore propone una visione il più possibile internazionale, democratica e fluida del concetto di Canone letterario europeo, tenendo conto che questo è sempre stato direttamente correlato ad un eurocentrismo di fondo che implicitamente o esplicitamente ammetteva la superiorità delle letterature ad esso afferenti rispetto alle altre.

Le autrici, scegliendo la forma del dialogo, discutono di come il femminismo ed il dibattito sorto intorno ad esso abbiano influito in modo importante sulla ridefinizione dei canoni letterari.

L’autore, in forma di intervista, risponde ad una serie di domande relative ai concetti di Europa letteraria, Canone letterario europeo e Classico letterario, partendo dal presupposto fondamentale che esista e dunque sia lecito parlare di una Letteratura europea e fornendo una serie di riflessioni in merito a quanto emerso dal sondaggio condotto in 28 università europee dal gruppo di ricerca dell’Università “La Sapienza” di Roma sul Canone letterario europeo.

Il contributo, partendo dall’esame di alcuni manuali ungheresi di Letteratura mondiale pubblicati nel 1934, nel 1941 e nel 2005, sottolinea l’importanza, nello studio sulla formazione del Canone letterario, delle risposte fornite ad alcuni problemi di critica letteraria, a partire da quello fondamentale se esista una Letteratura mondiale “al di sopra” delle varie letterature nazionali.

Il saggio esamina i risultati del questionario proposto dal gruppo di ricerca dell’Università “La Sapienza” di Roma sul Canone letterario europeo a proposito della presenza in questo di autori ed opere russe.

Nel contributo si forniscono una serie di riflessioni su necessità, liceità e contenuto del Canone letterario europeo, ponendosi dal punto di vista della Polonia, la cui letteratura ne risulta assente.

Partendo dall’analisi circa la problematicità del concetto di Canone letterario, in cui spesso mal si armonizzano il canone degli “esperti”, quello scolastico e quello dei lettori, si affronta il tema della ricezione della Letteratura italiana in Polonia nel corso dei secoli.

L’autrice affronta il complesso nodo critico del Canone letterario in rapporto alla letteratura italiana novecentesca, che è senza dubbio, almeno nei suoi esiti più originali e validi, letteratura della “crisi” e della ricerca sperimentale, partendo dalla constatazione che essa inizia proprio contestando, spesso violentemente, il concetto stesso di canone, visto come espressione della Tradizione.

L’articolo verte sull’esame del Canone letterario scolastico in Italia, analizzando tutti i programmi scolastici preparati dal Ministero della Pubblica Istruzione dal 1870 ad oggi e sottolineando la necessità di crearne uno per la Letteratura italiana del Novecento, affinché essa possa essere adeguatamente recepita nelle scuole superiori.

Il contributo si concentra sull’esame dei raporti esistenti tra la letteratura ed il mondo dei nuovi media, in particolare tenendo conto di come nei blogs ed in altri luoghi della rete vi siano spazi creati e gestiti da comunità di lettori, in ognuna delle quali è possibile rintracciare uno specifico Canone letterario.