Le riviste sostenitrici
Critica del testo | 2005 | N. 1
Anno 2005 – Annata: VIII – N. 1
A cura di Ilaria de Seta
Titolo articolo: Il senso del senno
‘Sènso” SENSUS e ‘sénno” SINNO- presentano una molteplicità di significati, spesso intersecantisi fra di loro, che dimostrano la complessità dei reciproci rapporti nonchè della loro storia. Si intende qui proporre una evoluzione linguistica che, per il suo carattere di oralità (i testi letterari sono solo il punto di arrivo di un lungo processo), si presenta problematica ma forse non impossibile, e in grado di spiegare tante incongruenze che in realtà sono solo apparenti.
Lingua: ItalianoPag. 1-28
Etichette: Linguistica, Filologia, Origini, Medioevo, Lessico, Semantica, Fonetica, Lingua latina, Lingua romanza, Lingua volgare,
Titolo articolo: The Paradoxes of Heloise. I. The First letter
L’articolo in questione effettua una disamina sia del ruolo del paradosso nel pensiero morale di Eloisa sia del ruolo che ella assunse quale critica di teologia, mettendo così in evidenza la sua indipendenza da Abelardo. Il loro rapporto viene dunque presentato come profondamente dialettico, cosa che inficia l’ipotesi di falsificazione o di contraffazione.
Lingua: InglesePag. 29-54
Etichette: Abelardo ed Eloisa, Epistolario v. Carteggio, Origini, Teologia, Lingua latina, Letteratura medievale,
Titolo articolo: I sensi di Eloisa e la mutilazione di Abelardo (nell’interpretazione di Jean de Meun)
Muovendo dal presuposto che le cosiddette epistole ‘amorose attribuite alla badessa del Paracleto siano state rielaborate negli anni successivi alla loro prima composizione, l’articolo ne esamina i fonadmenti filosofici e le finti classiche, per giungere alla conclusione che l’idea di Natura che ne struttura l’impianto ideologico sia sostanzialmente diversa da quella propugnata dallo stesso Abelardo. Ne risulta una rivalutazione del pensiero di Eloisa e della sua abilità letteraria.
Lingua: ItalianoPag. 55-68
Etichette: Jean de Meun, Abelardo ed Eloisa, Origini, Medioevo, Epistolario, Amore, Natura,
Titolo articolo: ‘Sunt duo, nec duo sunt’: l’uguaglianza d’amore nella narrativa francese del XII secolo
Partendo dall’analisi dei problemi testuali e di traduzione relativi a due passi del poemetto antico francese “Priamus et Tisbé”, l’articolo esamina i testi in cui la somiglianza traduce sul piano esteriore il legame affettivo tra amanti o amici, indagando le corrispondenze tra queste rappresentazioni, da un lato, e la trattatistica sull’amicizia e l’esegesi biblica, dall’altro. Da ultimo si osserva come in alcuni casi il motivo della somiglianza tra amanti riceva un trattamento volta a volta diverso nelle redazioni successive di un testo.
Lingua: ItalianoPag. 69-112
Etichette: Priamus et Tisbé, Floire et Blancheflor, Amico e Amelio, Bibbia, Poesia latina, Origini, Duecento, Medioevo, Filologia romanza, Lingua latina, Lingua romanza, Traduzione,
Titolo articolo: I sensi ‘ingannati’: forme e funzioni dell’artificiale fra i secoli XI-XII, Voyage de Charlemagne en Orient
Attraverso l’esemplificazione di tre sondaggi testuali di opere provenienti da tre contesti differenti per luogo d’origine, cronologia e genere letterario (“Roman de Troie”, “Carmen CXCVI Adelae comitissae” di Baudri de Bourgueil, “Voyage de Charlemagne en Orient”), il contributo mette in evidenza come l’artificialità, nell’accezione ampia di ‘evocazione sostitutiva del reale’ (Roncaglia), non sia un concetto associabile esclusivamente alla cultura moderna e contemporanea, ma, grazie anche alla rinnovata riflessione sulla natura della cosiddetta ‘Scuola di Chartres’, trovi nel Medioevo una specifica dimensione, come sintesi di una dialettica che identifica i suoi poli con l’uomo (‘artifex’) e Dio (Artifex’). L’artificiale si sviluppa nella produzione letteraria coeva secondo della specifiche linee-guida: in base ai contesti, alle funzioni e alle forme in cui si manifesta e si segnala con il soggetto umano, esso assume di volta in volta una valenza predominante che va dal piacere psico-fisico (‘delizia dei sensi’), all’apprendimento (funzione didattico-cognitiva), allo stupore (esotismo e ‘mirabilia’)
Lingua: ItalianoPag. 113-146
Etichette: Roman de Troie, Carmen CXCVI Adelae comitissae, Voyage de Charlemagne en Orient, Poesia, Origini, Medioevo, Filologia romanza, Lingua romanza,
Titolo articolo: Svenire di troppa emozione
L’articolo si propone di sondare la presenza del motivo della ‘perdita dei sensi’ nella narrativa antico-francese. In particolare obiettivo dell’analisi sarà quello di comprendere se la relazione tra svenimento ed eccesso emotivo si configuri nei testi non solo come ritorno dei temi ed immagini fisse, ma si coaguli intorno a parole chiave e concetti circoscrivibili.
Lingua: ItalianoPag. 147-182
Etichette: Narrativa, Origini, Medioevo, Filologia romanza, Lingua romanza,
Titolo articolo: “Le queor est vn mult beste…”. I sensi in una traduzione anglo-normanna dell'”Ancrene Wisse” (London, British Library, Cotton Vitellius F. vii)
All’interno dell’esperienza linguistica e culturale anglo-normanna si inserisce una traduzione in ‘French of England’ dell'”Ancrene Wisse”, testo ben noto agli anglisti per la sua posizione centrale nel panorama della letteratura medio-inglese. L’analisi del tema dei cinque sensi, così come viene trattato in questo manuale di comportamento spirituale per anacorete, consente di evidenziare, oltre i connaturati legami con la patristica e l’esegetica, alcuni costituenti di un ‘sistema’ culturale complesso. L’indagine su tale sistema, che vede interagire tre ambiti linguistici – latino, inglese e francese – e le relative letterature, sembra ormai indispensabile per lo studio del fenomeno anglo-normanno.
Lingua: ItalianoPag. 183-228
Etichette: Ancrene Wisse, Trattato, Traduzione, Letteratura religiosa, Origini, Filologia, Lingua latina, Lingua inglese, Lingua francese,
Titolo articolo: “Meretrices dictae ab obscenitatis et odoris similitudine”: elementi di misoginia nel lessico latino e negli esiti romanzi
A partire dall’analisi del luogo dell'”Eneas” in cui viene rielaborata la narrazione virgiliana relativa al concubito di Didone con Enea nella grotta, si indaga la possibilità che la scelta del sintagma ‘maintenir en putage’, usata al v. 1572 per descrivere la natura del ‘coniugium’, sia stata veicolata dalla tradizione glossografica. Si propone anche l’ipotesi che per l’autore dell'”Eneas” valesse il collegamento del termine ‘putage’ con l’aggettivo ‘put’, sia per sovrapponibilità grafica, sia per il possibile influsso, pure mediato, della tradizione che fa capo al sintagma catulliano ‘moecha putida’, e comunque in linea con la tradizione misogina del ‘fetore’ femmineo attestata in ambito mediolatino e romanzo. Alla stessa tradizione misogina sembra attingere Dante – qui si ipotizza, attraverso l”autoritas’ di Uguccione – per la rappresentazione di Taide a If 18, 133.
Lingua: ItalianoPag. 229-254
Etichette: Eneide, Virgilio, Catullo, Dante, Poesia, Antichità, Medioevo, Lingua latina, Lingua romanza, Filologia, Lessico, Misoginia,
Titolo articolo: La pragmatica del ‘senhal’ trobadorico e la sémiothique des passions
Questo contributo definisce i ‘senhals’, le formule allocutive con le quali i trovatori si rivolgono ai loro interlocutori o ai nobili che celebrano nei loro componimenti, come modalità retoriche in grado di stabilire un collegamento tra le ‘coblas’ delle canzoni e le ‘tornadas’, le appendici metriche che le concludono, sintetizzandole, indirizzandole o dedicandole. La connessione è mediata da procedure di ‘repetitio’: ripetendo la stessa espressione nel corso delle canzoni e poi nelle formule allocutive che identificano destinatari o dedicatari, i trovatori acquisiscono i loro nobili intedrlocutori all’interno delle sue varie articolazioni lessicali che definiscono l’ideologia cortese della ‘fin’amor’.
Lingua: ItalianoPag. 253-280
Etichette: Canzone, Origini, Medioevo, Poesia, Retorica, Metrica, Lessico, Letteratura cortese, Letteratura provenzale, Lingua romanza, Amore,
Titolo articolo: Il tatto e il desiderio in una querelle ‘trobadorica’: Bernardo di Ventadorn e Marcabruno
Nel corpus lirico di Bernardo di Ventadorn la dimensione sensoriale e in particolare il senso del tatto sono una presenza rilevante. La lirica bernardiana si concentra prevalentemente sull’osculum’, e quindi aul binomio ‘tatto-gusto’, in una compartecipazione di sensi che trova un parallelo nel ‘gradus amoris’. Tuttavia, nel testo ‘Be me cuidei de chantar sofrir’ (BdT 79, 13) il trovatore sembra ricchiedere dopo il bacio anche il ‘plus’, termine di cui si analizza la possibile sematica in ambito d’oc e d’oïl. La lirica bernardiana in questione riprende ‘per opposita’ alcuni luoghi marcabruniani: la richiesta tattile e la posizione ideologica sull’amore qui enunciata da Bernardo appaiono dunque costruite su una polemica anti-marcabruniana. Al testo bernardiano sembra poi legarsi anche il componimento di Peire d’Alvernhe ‘Bel m’es quan la roza floris, attaraverso riprese di rimanti e di singoli lessemi: tale legame ci offrirebbe la possibilità di collocare la lirica di Bernardo prima del 1157-1158, anni già individuati per il testo di Peire.
Lingua: ItalianoPag. 281-314
Etichette: Bernardo di Ventadorn, Marcabruno, Poesia lirica, Origini, Filologia romanza, Semantica, Letteratura romanza, Lingua provenzale, Amore,
Titolo articolo: Il cuore inondato (Arnaut Daniel tra ‘aemulatio’ e Scritture)
L’autore propone una nuova lettura dei discussi versi di Arnaut Daniel “Sols sui qui sai”, 26-28. Riconosce inoltre dietro tale luogo una metafora scritturale, cui Arnaut probabilmente ricorre in deliberata ‘aemulatio’ con Bernart de Ventadorn. Un’analoga strategia è ravvisabile anche dietro la celebre immagine della pioggia amorosa di “Ab gai so”, 12-14.
Lingua: ItalianoPag. 315-333
Etichette: Arnaut Daniel, Bernart de Ventadorn, Poesia lirica, Origini, Letteratura provenzale, Filologia romanza, Amore,
Titolo articolo: La ‘speranza’ dei trovatori
Sulla base di una ricerca concernente le modalità d’uso dei sostantivi occitanici derivanti dal verbo ‘esperar’, l’articolo si propone di delineare i tratti caratterizzanti della speranza nella lirica trobadorica, allargando retrospettivamente il campo alle influenze della tradizione latina, classica cristiana.
Lingua: ItalianoPag. 333-350
Etichette: Letteratura provenzale, Letteratura cortese, Origini, Filologia Romanza, Lingua latina, Tradizione, Letteratura classica, Letteratura latina,
Titolo articolo: Un ibrido della laicità: le “Leyes d’amors”
L’articolo ripercorre sommariamente gli studi sulle “Leys d’Amors” del “Consistori” del “Gay Saber” di Tolosa, proponendo una nuova lettura per il I libro della cosiddetta seconda redazione in prosa. Esso possiede un marcato profilo ideologico e punta a dichiarare che la tassonomia metrica e grammaticale – derivata principalmente da Prisciano – è stata interpretata solo come un repertorio tecnico al servizio del poeta intellettuale, ‘auctoritas’ civile ligi all’ortodossia cattolica, ma in competizione con i chierici rispetto alla guida etica, estetica e politica della società. Un’ambizione così alta e ‘in nuce’, egemonica, non è però sostenuta da un’adeguata integrazione tra sapere retorico e sapere teologico. La teologia era, ed è, una potente ideologia universale che i ‘mantenedors’ non dominavano e non frequentavano adeguatamente, per cui la loro rivendicazione di autonomia nella sfera civile è rimasta priva di una visione del mondo che la giustificasse.
Lingua: ItalianoPag. 351-362
Etichette: Trattatistica, Poesia, Medioevo, Duecento, Letteratura medievale,Teologia, Cattolicesimo, Retorica, Filologia romanza, Lingua latina, Lingua romanza,
Titolo articolo: ‘Vidi e conobbi l’ombra’: incontro con l’Altro e dialogicità all’ “Inferno”
L’articolo individua macromodalità tipologiche nelle scene di ‘riconoscimento’degli interlocutori danteschi. I meccanismi di agnizione si realizzano, sotto il profilo poetico e gnoseologico, in modo sinestesico, secondo espedienti teatrali. La sollecitazione simultanea di tutta l’area sensoriale e la gestualità si combinano, durante gli incontri con i dannati, con la drammaticità dialogica, asse portante delle situazioni relazionali. La memoria, frequentemente innescata dalla visione diretta, salda il piano della percezione estetica dell”agens’ e quello della scrittura dell”auctor’, senza suture. Per l’Alighieri, l’incontro (corporeo) con l’alterità si rivela simbolo ed espediente (spirituale) per rivisitare snodi, non solo letterari, problematici della “Commedia” stessa.
Lingua: ItalianoPag. 363-388
Etichette: Dante Alighieri, Commedia, Poesia, Duecento, Trecento, Sinestesia,
Titolo articolo: “Et indefessa vertigo”. Sull’immagine della ruota della Fortuna: Boezio, Lancelot e “Commedia”
Attraverso una campionatura esemplare, lo studio si propone di indagare sulla rappresentazione della ruota della Fortuna come indicatore allegorico diffusosi su base boeziana nell’immaginario culturale europeo. In particolare l’analisi qui svolta sull’immagine della ruota di Fortuna contribuisce a gettare luce anche su un ambiguo logo dantesco (If. vi, 67-69), assai lungamente discusso dlla tradizione esegetica.
Lingua: ItalianoPag. 389-426
Etichette: Brunetto Latini, Boezio, Dante Alighieri, Iconografia, Medioevo, Fortuna,
Titolo articolo: Della tempesta alla bonança: variazioni iconografiche all’interno del lessico marino boscaniano
In questo contributo si conduce un’analisi comparativa del motivo della tempesta d’amore nell’opera di J. de Boscàn, evidenziando le varianti introdotte rispetto al modello-trobadorico-petrarchesco.
Lingua: ItalianoPag. 427-446
Etichette: Boscàn, Poesia, Duecento, Lessico, Iconografia, Comparatistica, Amore,
Titolo articolo: “Ay, querencia, dolencia y apetencia!”: retórica y sentimientos en la poesía de Miguel Hernández
Attraverso la lettura del Sonetto 12 del “Rayo que no cesa” di M. Hernàndez, composto a metà del terzo decennio del Novecento, si analizza la clamorosa retorica compositiva barocca, ma soprattutto si applica un metdo di studio storico del lessico dell’affettività, lavorando sui primi vocabolari castigliani monolingui e bilingiìui dei secoli XVI e XVII (o che raccolgono le accezioni di quei due secoli). Il metodo tiene presente una doppia tendenza dell’autore: l’introduzione di un lessico arcaizzante, vivo nel secolo XX solo in ambito contadino pastorale (dal quale proviene Hernàndez), e l’imitazione della poesia del Secolo d’Oro, frequente nelle avanguardie spagnole, ma fondamentale di tutta l’opera del poeta alicantino.
Lingua: SpagnoloPag. 447-462
Etichette: Miguel Hernández, Poesia, Sonetto, Novecento, Retorica, Lessico, Lingua spagnola,
Titolo articolo: Intervista. Nove domande di Maria Serena Sapegno a Sara Ahmed
Lingua: Inglese
Pag. 463-474
Etichette: Sara Ahmed, Intervista, Filosofia, Femminismo,
Titolo articolo: Strategie culturali per dare senso al mondo. Mappe sensoriali, percettive, affettive
La riflessione proposta richiama alcune modalità culturali di rendere significativi i contesti sociale e naturale, il quotidiano e lo straordinario, gli altri e se stessi. Rappresentazioni del mondo, immagini del corpo culturale, dati sensoriali e modelli percettivi, sentimenti ed emozioni, memoria personale e collettiva sono gli elementi che costituiscono la rete di connessioni a partire dalla quale l’esperienza si costruisce, si modifica, si riorganizza all’interno dei vari gruppi umani.
Lingua: ItalianoPag. 475-494
Etichette: Antropologia, Etnografia, Novecento, Sentimenti,
Titolo articolo: Post-etica rivoluzionaria. La conquista dell’insensibilità nel discorso leopardiano
Questo studio vuole essere una messa a fuoco dell’analisi leopardiana – nello “Zibaldone” e nel “Discorso sopra lo stato presente dei costumi degli italiani” – della società post-rivoluzionaria, e in particolare delle trasformazioni a livello sensoriale e nervoso che Leopardi ascrive al nuovo tipo di individuo – europeo prima ancora che italiano – uscito dalla Rivoluzione francese e dai suoi tumultuosi assestamenti. Vuole altresì dimostrare come queste trasformazioni divengano in Leopardi la base di un nuovo modo di concepire il rapporto tra arte e vita materiale.
Lingua: ItalianoPag. 495-542
Etichette: Leopardi Giacomo, Zibaldone, Prosa, Discorso sopra lo stato presente dei costumi degli italiani, Etica, Rivoluzione francese,
Titolo articolo: The Original Sinse
Nella disseminazione linguistica del suo dettato, il “Finnegans Wake” parrebbe prefiggersi lo scopo di risarcire il peccato originale del senso (‘the original sinse’), che è quello da un lato di rimandare sempre a una donazione di senso pregressa, e dall’altro di procedere come astrazione dla suono. Rimettere in connessione ‘sound-sense’ e ‘sensesound’ significava allora per la ‘radioscillating epiepistle’ joyciana (e il riferimento alle voci e ai sensi della radio, e a quelli dell’epistola, non è casuale) richiedere un duplice intervento da parte del lettore. Innanzi tutto, dunque, il senso può essere solo fatto in proprio, come suo paradosso (una parola può significare questo e anche quest’altro, intercettare più lingue, moltiplicare il senso); in seconda battuta, poi, per dichiarare tale moltiplicazione dei sensi, dovrà essere ‘detto’, pronunciato ad alta voce, rifatto insomma senso sensibile, muscolare e auditivo.
Lingua: ItalianoPag. 543-570
Etichette: Joyce James, Finnegans Wake, Romanzo, Prosa, Novecento,
Titolo articolo: Una fugace increspatura dell’onda? Conversazione con Alberto Abbruzzese (di Giovannella Desideri)
L’intervista di G. Desideri ad A. Abruzzese esordisce con una panoramica sui sensi, le sensazioni e i sentimenti, sul concetto di bellezza e in particolare sull’accezione di ‘bellezza sociale’. La conversazione muove poi verso più ampie tematiche – l’industria culturale di massa, il tramonto dell’occidente, le nuove tecnologie e i ‘diversamente abili – attraverso le quali l’antropologo chiarisce alcune matrici fondamentali del suo pensiero.
Lingua: ItalianoPag. 571-589
Etichette: Abbruzzese Alberto, Intervista,