Le riviste sostenitrici
Critica del testo | 2003 | N. 2
Anno 2003 – Annata: VI – N. 2
A cura di Maurizio Tarantino
Titolo articolo: Sondaggi retorici nelle epistole di Guiraut Riquier. Figure di ripetizione e proverbio
Le quindici epistole di Guiraut Riquier meritano una nuova valutazione retorica che valorizzi il loro impianto espositivo o argomentativo attraverso quelle figure della concatenazione (anadiplosis, gradatio, catena) responsabili della coerenza tematica e della coesione testuale. Inoltre, una campionatura più attenta e più cospicua dei proverbi e dei precetti, oltre a recuperare un modus epistolaris tipico, marca in specie quelle epistole destinate alla lode o al biasimo o ai più informali cosselh a fini pratici cui Guiraut Riquier è ripetutamente sollecitato.
Lingua: ItalianoPag. 665-720
Etichette: Duecento, Guiraut Riquier, Letteratura provenzale,
Titolo articolo: Il “punto” che “vinse” Dante in Paradiso
La parola punto, che individua la più piccola realtà misurabile, è assunta nella Commedia quale emblema dell’assoluta concentrazione del nesso significante-significato. Dai versi iniziali (“io non so ben dire come io v’entrai, / tant’era pien di sonno in quel punto”) fino agli ultimi, sulla soglia della dichiarazione d’impotenza a dire (“un punto solo m’è maggior letargo…”), punto è un vocabolo-pilastro dell’architettura-Commedia. Perfetta “rappresentazione geometrica della riduzione estrema” (Contini), attraverso un’analisi intesa a cogliere il valore del dettaglio sulla scala del sistema-libro il punto rivela una profonda ambiguità semantica: è il doppio del pernio su cui fa centro il compasso del Creatore (del Mondo, del Testo), e nel contempo il luogo mentale in cui il testo s’incrina, mostrando la sua consustanziale, irrisarcibile fragilità. Alla fine del testo, proprio là dove esso sembra ottenere la difficile saldatura tra forma e contenuto, tra urgenza alla significazione e conquista del significato, un “punto”, lo stesso che “vinse” Paolo e Francesca, allegoricamente “vince” anche Dante, la sua vista e il suo intelletto, la sua “alta fantasia” creatrice.
Lingua: ItalianoPag. 721-754
Etichette: Duecento, Trecento, Dante Alighieri,
Titolo articolo: Il concetto di “attenzione” nello Zibaldone di Giacomo Leopardi
L’articolo analizza i pensieri dello Zibaldone relativi al concetto di “attenzione”. Considerata da Leopardi il fondamento di ogni operazione dell’intelletto umano, l’attenzione incrocia problematicamente alcune questioni centrali del pensiero filosofico leopardiano: l’assuefazione, la memoria, l’opinione, la verità, il caso.
Lingua: ItalianoPag. 755-777
Etichette: Ottocento, Leopardi, Giacomo, Zibaldone, Ottocento,
Titolo articolo: L’art de la fugue. Ou de la littérature comme forme symbolique. À propos de J. C. Cavallin, Poeta Faber, Verona 2003
In occasione della pubblicazione del saggio di Jean-Christophe Cavallin, Poeta Faber (Verona 2003), l’A. si interroga sul senso del metodo allegorico praticato dal critico francese specialista di Chateaubriand. Rueff prova a individuare le condizioni di attuabilità di tale critica, identificando due tipi di lettura allegorica: l’una chiusa, classica, dove il testo è un sistema di codificazioni, l’altra aperta, moderna, dove il testo non è più un’idealità in sé legata. Queste due vie percorrono l’attività del critico e indicano una sfida per la teoria letteraria contemporanea.
Lingua: FrancesePag. 779-800
Etichette: Allegoria, Critica letteraria,
Titolo articolo: L’invasione degli ultratesti
Aperto con la proposta di un modello di ricezione, imitazione e citazione alternativo alle tesi di Harold Bloom sulla tradizione come agone fra padri e figli, il testo termina con l’analisi di alcune poesie di Valerio Magrelli in cui l’autore stesso esplicita la presenza di spunti petrarcheschi interni alla propria opera.
Lingua: ItalianoPag. 801-817
Etichette: Valerio Magrelli, Petrarca Francesco, Trecento, Novecento,
Titolo articolo: Lettura stilistica di Rerum vulgarium fragmenta 310 (“Zefiro torna e ’l bel tempo rimena”)
L’articolo procede da un esame del tema paesaggistico nei Fragmenta,abbozzandone una tipologia, sul parametro della sua funzione rispetto al soggetto, per arrivare progressivamente all’interpretazione del sonetto 310, nel quale il paesaggio, cessando di prestarsi alle proiezioni del soggetto, si sottrae all’investimento simbolico e diventa una sorta di segno opaco. L’analisi tematica è incrociata con quella formale, che finisce per suggerire, sotto l’apparente contrapposizione tematica tra il contenuto delle quartine (il ritorno della primavera) e quello delle terzine (il ritorno dei sospiri), una lettura disforica del testo.
Lingua: ItalianoPag. 821-835
Etichette: Trecento, Petrarca Francesco,
Titolo articolo: “Spero trovar pietà, nonché perdono”. Tradução e imitação no lirismo português do século XVI
Il ruolo fondamentale svolto dal petrarchismo, nel rinnovamento della poesia portoghese del Cinquecento, contrasta con lo spazio che, sul piano editoriale, è riservato alla traduzione dell’opera di Petrarca. Questa situazione, per quanto opposta a un dialogo continuo con il Canzoniere, non corrisponde in alcun modo ad un vuoto, in un movimento di ricezione dotato di particolare dinamicità. Possiamo così parlare di traduzione in un senso allargato e penetrante, con implicazioni che si estendono a tutto il polisistema dell’epoca. L’articolo mostra che, nelle modalità di selezione testuale e nella trasposizione in un nuovo contesto dell’ultimo verso di “Voi ch’ascoltate”, così come sono condotte da vari poeti portoghesi del Cinquecento, si ritrovano rappresentate centralità, slittamenti di significato e ricontestualizzazioni che consustanziano la vitalità del polisistema dell’epoca.
Lingua: PortoghesePag. 837-851
Etichette: Cinquecento, Letteratura portoghese, Petrarchismo,
Titolo articolo: La lirica di Michelangelo e i poeti savonaroliani
A partire dalla comune radice petrarchesca, si indagano i legami tra le Rime di Michelangelo Buonarroti e la contemporanea lirica savonaroliana. Attraverso la ripresa di una serie di rimanti e di alcuni specifici motivi, si rintraccia la presenza di comuni linee di ricerca poetica, evidenti, tra l’altro, nella riflessione sulla morte e nella sottolineatura della caducità dei beni mondani.
Lingua: ItalianoPag. 855-881
Etichette: Cinquecento, Buonarroti Michelangelo, Savonarola Girolamo, Quattrocento, Cinquecento,
Titolo articolo: Per il lessico di Guido Cavalcanti: “sbigottire”
La serie sbigottire, sbigottito, sbigottitamente, una delle più eclatanti novità lessicali della lingua poetica cavalcantiana, muove, molto probabilmente, dal recupero del provenzale esbair (ant. fr. esbahir), termine autorevolmente codificato nella tradizione lirica trobadorica e oitanica per esprimere il turbamento amoroso.
Lingua: ItalianoPag. 885-896
Etichette: Duecento, Cavalcanti Guido, Poesia,