Le riviste sostenitrici
Contemporanea | 2023 | N. 21
Anno 2023 – N. 21
A cura di Paolo Perilli
Titolo articolo: Negromanzia e nostalgia romantica nel fantastico novecentesco: Landolfi, Buzzati, Zanotti
L’intervento si inserisce nella riflessione sullo statuto, i confini e le caratteristiche del fantastico novecentesco italiano. A questo dibattito, che negli ultimi anni è stato rilanciato da angolature diverse e stimolanti, offre alcuni spunti di approfondimento teorico a partire da tre casi di studio: Racconto d’autunno (1947) di Tommaso Landolfi, Il grande ritratto (1960) di Dino Buzzati, e Trovate Ortensia! (2021) di Paolo Zanotti. Si tratta di tre romanzi diversi per genere, per prospettiva narrativa, per stile; ma accomunati dal fatto di raccontare una storia molto simile, incentrata sul tentativo di un amante ossessionato di riportare in vita l’amata defunta. La tesi centrale del saggio è che la vicenda raccontata possa essere intesa come la trasposizione sul piano tematico dello statuto testuale dei romanzi stessi: i quali sono a loro volta dei testi che rievocano, riportano momentaneamente in vita un modello letterario – il racconto fantastico classico – avvertito come superato, anacronistico, e tuttavia nostalgicamente rimpianto.
Lingua: ItalianoPag. 11-22
Etichette: Fantastico, Il grande ritratto, Racconto d’autunno, Trovate Ortensia!,
Titolo articolo: Traducendo Williams. Cristina Campo e Vittorio Sereni
L’articolo rintraccia la genesi della prima edizione italiana delle Poesie di William Carlos Williams, tradotte e presentate da Cristina Campo e Vittorio Sereni per Einaudi nel 1961. Attraverso uno studio approfondito del loro carteggio inedito e un’analisi attenta delle scelte traduttive, il contributo vuole mettere in evidenza la distanza stilistica e ideologica tra i due poeti-traduttori in un momento di svolta per la storia dell’editoria e della poesia italiana del secondo Novecento.
Lingua: ItalianoPag. 23-33
Etichette: Editoria, Poesia, Traduzione, XX secolo,
Titolo articolo: Poesia e ambiente: un percorso ecologico tra Caproni e Jaccottet
L’articolo analizza e mette a confronto, dal punto di vista della critica ecologica, alcune tappe fondamentali della produzione poetica di Caproni e Jaccottet, tenendo presente il contesto storico entro il quale i due hanno svolto la loro lunga attività di poeti. Si scopre così un comune atteggiamento verso l’alterità che è il non-umano, cioè quello del poeta disincantato, estraneo alla natura, al quale però è ancora concesso il reincantamento. Ed emerge un simile uso del paesaggio, tema centrale per entrambi gli autori. Vengono poi messe in risalto differenze e affinità nella rappresentazione dell’ambiente urbano, e, infine, si definiscono i risvolti ecologici di un importante simbolo che i due scrittori condividono: il muro.
Lingua: ItalianoPag. 35-47
Etichette: Ambiente, Apocalisse, Città, Modernità, Natura, Paesaggio,
Titolo articolo: Il soggetto sul confine. Spazio e verità nella narrativa noir
L’articolo illustra tre configurazioni dello spazio nella narrativa noir: l’informe, il desolato, il labirintico. Ognuna di esse, in modo diverso, rimanda all’incomprensibilità dello spazio urbano e, per traslato, del Reale e dell’Altro. Questa incomprensibilità è alla base della frustrazione veridittiva dei noir: la verità è sempre al di fuori della portata del soggetto, ogni conoscenza destinata a rivelarsi erronea. Il rapporto con la verità si configura come jouissance, pulsione liberata, consumata senza che ciò rimuova il desiderio. Il soggetto del noir si presenta come scisso, frammentato, incapace di stabilire la propria identità e ciò produce interpretazioni di spazi che non arrivano alla ricostruzione di un sistema intelligibile. La corrispondenza tra soggetto e ambiente rivela anche l’instabilità dell’Io: il noir dunque si costruisce in modo analogo agli stati borderline descritti dalla psicologia delle masse come tipici della nostra epoca.
Lingua: ItalianoPag. 49-61
Etichette: Teoria della letteratura,
Titolo articolo: Corpi invisibili nella scrittura femminile della migrazione: dalle figure autoriali di Saphia Azzeddine e Rania Ibrahim ai personaggi de La Mecque-Phuket (2010) e di Islam in Love (2017)
Il saggio si concentra sul tema dell’invisibilità del corpo nella scrittura femminile di migrazione. Vengono analizzati in particolare alcuni romanzi di Saphia Azzeddine e Rania Ibrahim e viene rintracciata la presenza di una soggettività fragile e insieme resiliente segnata dall’autorialità e dalla caratterizzazione “invisibili” sapientemente costruite da queste autrici.
Lingua: ItalianoPag. 63-76
Etichette: Corpo, Romanzo,
Titolo articolo: La narrazione documentaria come forma di autenticazione della realtà: L’abusivo di Antonio Franchini
Questo saggio intende mostrare come il paradigma dell’«autenticazione intermediale» possa essere applicato al modo in cui Antonio Franchini, in L’abusivo, utilizzi testi scritti di statuto diverso per costruire e far esperire al lettore una possibile verità sull’omicidio di Giancarlo Siani. A questo scopo l’autore sfrutta tutte le possibilità di un racconto verosimile che funge da «supplemento di mediazione» rispetto ai documenti che utilizza come ancora referenziale per la sua ricostruzione. L’abusivo, dunque, riesce ad essere un reportage sull’omicidio di Giancarlo Siani, ma anche il modo in cui Franchini interpreta soggettivamente i fatti e si interroga sulle possibilità della letteratura di far esperire tutto ciò al lettore.
Lingua: ItalianoPag. 79-90
Etichette: Intermedialità, Letteratura,
Titolo articolo: Giorni e notti a Coney Island: sguardi di poesia (Ferlinghetti), musica (Lou Reed) e cinema (Walter Hill) su un mito americano del Novecento
Questo articolo vuole offrire tre sguardi su un luogo geografico e dell’anima che rappresenta un vero e proprio topos immaginativo americano del secolo scorso: Coney Island. Tale estremità topografica della metropoli newyorkese è affrontata qui dalla poesia con la raccolta Coney Island of the mind di Lawrence Ferlinghetti (1958), dalla musica con l’album Coney Island Baby di Lou Reed (1976) e dal cinema col film Warriors di Walter Hill (1979). La tesi di fondo ambisce a riconoscere in queste opere rispettivamente una metafora del mondo, delle origini e del destino. L’analisi delle fonti è preceduta da una sintetica storia abitativa del quartiere peninsulare.
Lingua: ItalianoPag. 91-105
Etichette: Ferlinghetti, Lou Reed, Walter Hill, Coney Island Baby, Warriors,
Titolo articolo: Serial Resurrections: Lily Frankenstein and the Irish Gothic
This article traces the transmedia narrative of Frankenstein’s female Creature in the tv series Penny Dreadful (2014-2016), created by John Logan. After a brief introduction to the theoretical framework surrounding the subversive constructions of neo-Victorian monstrous feminine, this article focuses on the character of Brona Croft/Lily Frankenstein as a specific example of gothic anti-heroine rooted in Irish literary imagery. The article thus shows how Wilde’s Salome, Le Fanu’s Carmilla, as well Maturin’s Melmoth, have all contributed to the genesis and iconography of Lily’s character, whose narrative arc encapsulates an unprecedented gender-driven interpretation of the Gothic wanderer archetype. Ultimately, this article examines how the relationship between memory and trauma in the construction of queer identities are uniquely deployed in Penny Dreadful in order to offer a new perspective on the cultural representation of feminine deviance and empowerment.
Lingua: InglesePag. 107-120
Etichette: Frankenstein’s Female Creature, Penny Dreadful,
Titolo articolo: Teoria dei media in Warhol e Vertov: un approccio socio-semiotico alle tecniche del cinema sperimentale
Partendo dall’idea del film come prodotto di una industria culturale l’articolo mira ad indagare secondo un’ottica mediologica e semiotica tre film in cui, attraverso l’uso di nuove tecniche cinematografiche, il concetto di “industria” o di “cinema/spettatore” è completamente rovesciato : Empire (1965, co-regia di J. Palmer) e Sleep (1963) di Andy Warhol e L’uomo con la macchina da presa (1929) di Dziga Vertov. Attraverso un uso sperimentale di tecniche cinematografiche, i tre film hanno dato l’avvio ad una nuova estetica cinematografica. I film, senza una trama tradizionale, con lo scorrere delle immagini capovolgono completamente la definizione di McLuhan sui media freddi, rendendo questo tipo di cinema un medium caldo. Analizzando queste forme di narrazione sperimentale la domanda centrale dell’articolo riguarderà come la tecnica, le tecniche cinematografiche, possono essere strumento di una analisi semiotica e di teoria critica della società. La seconda parte dell’articolo vira sull’applicazione degli strumenti della semiotica visiva e plastica per avvicinare il filmico all’arte figurativa astratta e informale trascendendo l’immagine rappresentativa alla ricerca di categorie plastiche. A questo punto, in un’ottica socio-semiotica, si ipotizza un regime di interazione differenziale tra il passivo/spettatoriale filmico ipostatizzato dal modello industriale per individuarvi un modello intersoggettivo di spettatorialità artistica.
Lingua: ItalianoPag. 123-133
Etichette: Andy Warhol, Mc Luhan,
Titolo articolo: Latency and Traces: pratiche di riuso nell’opera di Johana Hadjithomas e Khalil Joreige
Artisti visuali e registi cinematografici, Joana Hadjithomas e Khalil Joreige hanno dedicato gran parte della loro produzione artistica alla riflessione sulle immagini della guerra civile che ha sconvolto il Libano tra la metà degli anni Settanta e i primi anni Novanta. A partire dal concetto di latenza così per come è inteso dalla coppia di registi, il saggio si propone di analizzare i diversi modi con cui Hadjithomas e Joreige riutilizzano film e immagini di recupero. Combinata con le pratiche di intervento sul e di finzionalizzazione del documento e dell’archivio, la latenza delle immagini diventa documentario e testimonianza.
Lingua: ItalianoPag. 135-144
Etichette: Archivio, Memoria, Libano
Titolo articolo: The Jewish Body. Riscritture grafiche e coreografiche nella contemporaneità tra metalessi e letteralizzazione
Il saggio propone una riflessione sul ‘corpo ebraico’ come luogo paradigmatico di pratiche di rappresentazione che riflettono sulla violenza subita e agita, nell’articolazione problematica di queste due dimensioni. Attraversando una serie di casi di studio che partono da Maus di Art Spiegelman per toccare alcuni esempi della letteratura israeliana contemporanea (Keret e Sarid) e incrociare la riscrittura del Mercante di Venezia proposta da Roee Rosen fino ad arrivare a due esempi di noti esempi di coreografie contemporanee rispettivamente di Ohad Naharin e Arkadi Zaides, la proposta teorica che viene formulata è quella di individuare nelle figure connesse della metalessi e della letteralizzazione la chiave attraverso cui costruire riletture provocatorie e innovative del nesso corpo/violenza.
Lingua: ItalianoPag. 145-164
Etichette: Arkadi Zaides, Art Spiegelman, Etgar Keret, Ohad Naharin, Roee Rosen, Yishai Sarid, Batsheva Dance Company,