Le riviste sostenitrici
Contemporanea | 2022 | N. 20
Anno 2022 – N. 20
A cura di Paolo Perilli
Titolo articolo: Vitalità, sfida e critica del contingente
L’intervento, in forma di testimonianza, rende conto, attraverso lo sguardo della compagna di una vita, del percorso privato e di formazione intellettuale di Luca Rastello. Viene tratteggiato il ritratto dei genitori, degli insegnanti, degli amici attraverso un racconto cronologico della vita dello scrittore, dagli studi al liceo d’Azeglio all’emergere degli interessi per la letteratura ceca e l’impegno politico e sociale, che poi troveranno espressione negli interventi giornalistici e nei romanzi, da La guerra in casa a Piove all’insù, da Binario morto a I Buoni. Il tentativo è quello di indagare le origini di una curiosità mai appagata e di un’abilità rara nell’osservare e opporre una visione critica e spiazzante della realtà.
Lingua: ItalianoPag. 17-21
Etichette: Biografia, Impegno politico, XX secolo, XXI secolo, Luca Rastello,
Titolo articolo: Luca Rastello o del massimo attrito
Questo articolo propone una lettura dell’approccio che Luca Rastello aveva nei confronti della realtà di cui scriveva. Intende analizzare il modo che aveva di leggere la realtà, il suo sguardo, la sua capacità di trarre da ciò che osservava romanzi e articoli. Evidenzia inoltre una delle caratteristiche della scrittura di Rastello: la ricerca degli aspetti di rottura, dei momenti di attrito, delle ferite su cui insistere, per capirle e per raccontarle. Sottolinea infine la frattura tra lo stile di Rastello e quello dello “storytelling”: non tutto può o deve essere raccontato, reso “storia”, ma solo ciò che presenta una tensione
verso l’universale.
Pag. 23-26
Etichette: Giornalismo, Mito, XX secolo, XXI secolo,
Titolo articolo: Bisognerebbe cominciare da lì
Questo contributo offre una lettura di Piove all’insù di Luca Rastello secondo tre prospettive: quella di lettrice, di studiosa e di autrice. Ho tracciato la genealogia del mio avvicinamento al romanzo e ripercorso l’impatto fondativo che ha avuto sul mio immaginario sugli anni ’70, per poi passare ad una riflessione a proposito dello studio della produzione narrativa contemporanea sugli anni di piombo nel campo dell’italianistica e degli Italian Studies. In chiusura mi sono concentrata sulla riscoperta dell’influenza che ha avuto Piove all’insù sul mio primo libro Il pieno di felicità (minimum fax, 2019) in un movimento a metà tra l’omaggio e l’appropriazione indebita.
Lingua: ItalianoPag. 27-32
Etichette: Impegno politico, Movimento giovanile, XX secolo, XXI secolo, Luca Rastello, Piove all'insù,
Titolo articolo: Luca riluca
Il contributo che qui si presenta consiste in un assemblaggio di mail inviate da Rastello agli scrittori Alessandro Baricco e Dario Voltolini e finora inedite. Baricco e Voltolini hanno operato una selezione e un sapiente commento di brani da alcune lettere elettroniche a loro indirizzate, cercando di mostrare come, anche nelle più private scritture, Rastello conservi un gusto spiccato e una naturale propensione alla divagazione e al racconto. Da questi testi emerge chiara la padronanza di una cultura vastissima ed eterogenea, che mescola alto e basso, matematica e letteratura, filosofia e fantascienza, così come emerge altrettanto chiara l’acutezza di uno sguardo che, mentre sembrava distrarsi in continue digressioni, riusciva a fissare con più efficacia il fondo delle cose.
Lingua: ItalianoPag. 33-39
Etichette: Letteratura, Matematica, Tempo, XX secolo, XXI secolo, Luca Rastello,
Titolo articolo: La guerra in casa di Luca Rastello: la frontiera è in casa
Nell’intervento si propone un’analisi del reportage-inchiesta La guerra in casa di Luca Rastello, che affronta alcuni degli episodi più violenti e vergognosi della Guerra dei Balcani. L’autore è stato direttamente coinvolto nel confitto balcanico, avendo organizzato e fondato un’organizzazione per l’accoglienza in Italia dei profughi di quella guerra. L’articolo si propone di analizzare il contenuto e la struttura della Guerra in casa, fondando l’analisi sull’andamento binario del testo che si pone come un’alternanza di scritti di reportage e d’inchiesta, e sulla successiva analisi delle caratteristiche di ognuno dei due blocchi. Conseguentemente allo sviluppo del testo per contrapposizione, sembra fondamentale il concetto di ‘frontiera’ – già caro a Rastello : è proprio sulla frontiera, sul limite, sul segno di demarcazione tra un qui e un lì che si fonda il nucleo della Guerra in casa, in un tentativo di destrutturazione, di sguardo onesto e consapevole verso una nuova visione della storia e della frontiera.
Lingua: ItalianoPag. 43-51
Etichette: Inchiesta, XX secolo, XXI secolo, Luca Rastello, La guerra in casa, Balcani
Titolo articolo: Tempi del racconto e racconto del tempo in Piove all’insù
L’articolo propone un’analisi della categoria temporale all’interno del romanzo Piove all’insù (2006) di Luca Rastello. Una prima sezione è dedicata allo studio dei tempi verbali adottati nel racconto del passato del narratore-protagonista e al modo in cui i piani temporali del presente e degli anni Settanta si sovrappongono costantemente. Una seconda parte è incentrata sul modo in cui l’uso del tempo segna la svolta anti-utopistica e pseudo-fantascientifica del romanzo. Una terza parte affronta la questione del confronto intergenerazionale fra padri e figli. Tutti questi elementi concorrono a definire una particolare poetica di letteratura come discorso di responsabilità, come viene spiegato nella conclusione del saggio.
Lingua: ItalianoPag. 53-64
Etichette: XX secolo, XXI secolo, Piove all'insù,
Titolo articolo: Undici buone ragioni per una pausa: note sulla biblioteca probabile di Luca Rastello
Nell’articolo si indaga Undici buone ragioni per una pausa innanzitutto come opera a sé stante e in secondo luogo nel contesto della produzione letteraria di Luca Rastello. Si evidenziano così, in prima battuta, l’utilizzo della pausa come modalità narrativa e la traduzione sul piano formale delle condizioni liminari (tra cui sogno e malattia) che ossessionano questa non ortodossa raccolta di racconti. In seconda battuta, vengono alla luce connessioni tematiche e strutturali con un’altra narrazione rastelliana dalla complessa definibilità teorica come Dopodomani non ci sarà. L’articolo illumina poi il campo delle relazioni intertestuali che Undici buone ragioni per una pausa, un libro più letterariamente ambizioso di quanto potrebbe sembrare a prima vista, pone con modelli narrativi e figure letterarie che il narratore convoca nel testo. Accanto ai riferimenti più noti per il Rastello scrittore (Angelo Maria Ripellino, Sterne), in Undici buone ragioni per una pausa emerge anche un dialogo narrativo, sotterraneo e a tratti sorprendente, con la critica italiana (Giacomo Debenedetti, Giovanni Macchia) e, forse, con due ‘classici’ della letteratura contemporanea italiana (Primo Levi, Beppe Fenoglio). Tracce, queste, di una modalità citatoria diffusa e dissimulata, di una biblioteca rastelliana possibile e non ancora del tutto venuta allo scoperto.
Lingua: ItalianoPag. 65-76
Etichette: Malattia, Racconto, Sogno, XXI secolo, Luca Rastello, Undici buone ragioni per una pausa,
Titolo articolo: Sabotare il romanzo? I fatti e l’invenzione romanzesca nella narrativa di Luca Rastello
Il contributo si concentra sulla teoria del romanzo di Luca Rastello, a partire dal rapporto tra scritture d’informazione e d’invenzione. Si individuano alcune strategie strutturali per l’innesto dei fatti nella fiction : piccole alterazioni e isolamento dei dati tramite un “effetto bokeh”, che deformano la linearità narrativa. Il romanzo rastelliano è infatti sempre destrutturato (tramite ampliamenti e rallentamenti narrativi), così da sabotarne la potenziale funzione di dispositivo foucaultiano e fare invece emergere la sua funzione di forma simbolica, che evidenzia i conflitti reali.
Lingua: ItalianoPag. 77-85
Etichette: Romanzo, Simbolismo, XXI secolo, Luca Rastello,
Titolo articolo: I Buoni. Violenza divina e decreazione
Questo saggio legge l’ultimo romanzo di Luca Rastello, I Buoni, e più in generale l’intera sua opera, alla luce del paradigma della teologia politica. Un paradigma, esemplificato attraverso il pensiero di Walter Benjamin e di Simone Weil, non necessariamente presente nella coscienza dell’autore (anche se si tratta di autori che aveva certamente letto), ma implicito nelle aspirazioni messianiche di cui la sua generazione è stata l’ultima portavoce tra il vecchio e il nuovo millennio. Un pensiero del disastro salvifico, a cui, allo stato attuale, non si è sostituito altro che la paura del disastro tout court.
Lingua: ItalianoPag. 87-93
Etichette: Politica, Teologia, XXI secolo, Luca Rastello, Simone Weil, Walter Benjamin, I buoni,
Titolo articolo: Monti di Mola di Fabrizio De André fra tradizione letteraria e imagologia della subalternità
Nell’ambito della produzione di Fabrizio De André, Monti di Mola (1990) si caratterizza per il connubio tra tradizione letteraria europea, con la ripresa di tratti formali propri della poesia pastorale, e valori culturali locali, quali la lingua, l’ethos contadino, la storia, il paesaggio della Gallura, subregione della Sardegna nella quale la vicenda narrata è ambientata. Nello spazio delle potenzialità poetiche generato da tale incrocio emerge la capacità dell’autore di sviluppare, a partire da elementi autobiografici e da un profondo coinvolgimento con l’identità e con la storia recente del luogo, segnata da una tumultuosa trasformazione capitalistica, un giudizio originale e sottile sulle forme e sui limiti di un’esperienza autentica di incontro con una cultura minoritaria. Riattivando originalmente modelli e strategie formali della tradizione letteraria bucolica, la storia d’amore tra un pastore e un’asina pare così trasfigurare poeticamente l’incontro tra De André e la sua terra d’adozione, o piuttosto d’elezione. Un incontro intenso, come un vero innamoramento, e insieme rispettosamente misurato, come un’unione che non può realizzarsi integralmente, seppure per un eccesso non di distanza ma di affinità.
Lingua: ItalianoPag. 97-108
Etichette: Poesia, XX secolo, Fabrizio De André, Luca Rastello, Monti di Mola, Gallura
Titolo articolo: Alice è nell’aria. Scritture collettive e cinema amatoriale nel Settantasette di Gianni Celati
Nel 1977, in seguito alle agitazioni studentesche presso il dams di Bologna, Gianni Celati trasforma il suo corso su Lewis Carroll in un seminario aperto a tutti. Ne scaturirà un volume a più voci, Alice disambientata (1978), che di quell’anno-chiave costituisce una sorta di originale “film su carta”. E, sempre a proposito di cinema, in quei mesi si affaccia per la prima volta la vocazione cinematografica di Celati (che troverà pienamente sbocco a partire dagli anni ’90) : imbracciata una cinepresa in super8, lo scrittore, accompagnato dai suoi allievi, sperimenta il nuovo medium proprio abbozzando un film tratto dal capolavoro di Carroll, rimasto incompiuto e ritrovato soltanto pochi anni fa. L’intento del saggio è quello di ricostruire gli scambi fra scritture e immagini in movimento, partendo dai materiali attualmente depositati presso il Fondo Celati della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia.
Lingua: ItalianoPag. 109-119
Etichette: Cinema, Impegno politico, Letteratura italiana, XX secolo, Gianni Celati, Alice disambientata,
Titolo articolo: «Need a hand?» «No thanks, have one!». Dalla centralità alla corporeità dello spettatore di
Young Frankenstein (1974) di Mel Brooks è un’accurata parodia della trilogia Universal di film degli anni ’30, adattata dal popolare romanzo di Mary Shelley. Il dialogo intertestuale implicito nella pratica parodica permette di mettere esplicitamente in luce lo spettatore nel suo ruolo centrale di costruzione del significato. Il giovane Frankenstein si rivela un caso di studio estremamente interessante perché mostra un rapporto molto stretto con i suoi obiettivi. Inoltre, rivela che generi apparentemente lontani come la commedia e l’horror gotico possono incontrarsi su un terreno comune, ovvero il tema della corporeità. Questo articolo si propone di esplorare come l’esperienza dello spettatore del genere gotico viene modificata attraverso la pratica parodica. Riferendomi al concetto di negazione di Iser e a parte della teoria di Bachtin, sosterrò che sconvolgendo le aspettative dello spettatore attraverso un’insistenza sulla dimensione fisica, la categoria fissa e astratta del genere gothic horror viene spostata nella dimensione materiale, goffa e instabile di corporeità.
Lingua: ItalianoPag. 121-134
Etichette: Cinema, Commedia, XX secolo, Mel Brooks, Young Frankenstein,