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Chroniques italiennes | 2005 | N. 75-76
Anno 2005 – N. 75-76
A cura di Simona Cives
Titolo articolo: “Les fleurs bleues”, “I fiori blu”: Queneau ‘traduit’ par Calvino
Nella ‘nota del traduttore’ che Calvino colloca nell’edizione del 1984 della traduzione de “I fiori blu”, lo scrittore definisce la sua impresa una sfida. Il neo-francese infatti trascrive la lingua parlata popolare in maniera ‘naturale’, ma è ‘una lingua deliberatamente fabbricata, tanto artificiale quanto il linguaggio poetico’. Calvino aveva coscienza del fatto che lo stile dei “Fiori blu” esigeva una trasposizione creativa: ‘reinventiva’ piuttosto che ‘inventiva’. L’incontro di Queneau e Calvino è dunque l’incontro di due concezioni della scrittura narrativa su un piano stilistico ma anche l’incontro di due sensibilità e di due culture. Il passaggio dal testo francese a quello italiano ha messo in luce non solo lo stile di Queneau, ma anche un ideale calviniano che è possibile designare con la parola ‘mediocritas’.
Lingua: FrancesePag. 13-26
Etichette: Calvino Italo, Queneau Raymond, I fiori blu, Narrativa, Novecento, Traduzione,
Titolo articolo: Preliminari sull’identità di un Norton lecturer
La genesi delle “Lezioni americane” va rintracciata nel cap. VIII di “Se una notte d’inverno un viaggiatore”, in cui si affronta la questione di come rappresentare la propria identità di autore. L’opera contiene infatti un intero repertorio delle possibilità di dissimulare, dislocare, eludere la persona dell’autore. Ostile alle tendenze irrazionali e misticheggianti, Calvino àncora la propria esautorazione dell’autore a due punti ben fermi. Il primo è il desiderio che l’annullamento o la neutralizzazione della personalità dell’autore possa dar voce agli aspetti del reale che la letteratura non sia ancora stata capace di cogliere, il secondo consiste nella concretezza dei riferimenti alla figura del lettore: il quale, lungi da qualsivoglia ipostasi, fa la sua apparizione nei panni prosaicissimi di acquirente di libri. Accingendosi a vestire i panni del Norton Lecturer, Calvino risolve definitivamente il rovello di “Se una notte d’inverno”. L’identità dello scrittore consiste in una combinazione o permutazione o sommatoria di opposizioni pertinenti alla ricognizione del mondo non scritto: l’unica prospettiva che dia senso all’attività della scrittura, sottraendola ai rischi dell’inanità, del ripiegamento rinunciatario di sé, della resa alle catastrofi.
Lingua: ItalianoPag. 27-44
Etichette: Calvino Italo, Lezioni americane, Se una notte d’inverno un viaggiatore, Narrativa, Novecento,
Titolo articolo: ‘Città visibili e città invisibili’
“Le città invisibili” sono un autentico rebus, un’immagine figurata composta di parole di ardua decifrazione. È stato così fin dalla pubblicazione del libro, nel 1972. “Le città invisibili” sono un libro politico, non solo perché si occupano di un ‘oggetto’ così decisivo per gli uomini che è la città, ma perché evidenziano la questione del rapporto tra letteratura e politica in un’epoca in cui entrambe sono messe radicalmente in discussione dagli avvenimenti storici e culturali. Nel 1972 Calvino si sta avvicinando alla soglia dei cinquant’anni, età della maturità avanzata. I cinquant’anni dello scrittore coincidono con un momento di crisi della stessa cultura europea, sono la fase depressiva seguita all’esplosione degli anni Sessanta. “Le città invisibili” sono il diario della sua navigazione nel labirinto della contemporaneità.
Lingua: ItalianoPag. 45-59
Etichette: Calvino Italo, Le città invisibili, Narrativa, Novecento, Politica,
Titolo articolo: Italo Calvino: un linguaggio fra scienza e mito
Non mancano, nella letteratura critica, riferimenti ai rapporti tra l’opera letteraria di Italo Calvino, la scienza e la tecnologia. Lungo tale direzione, si è andata costruendo e divulgando un’immagine dello scrittore come abile ingegnere della costruzione narrativa, capace di trasferire una logica di geometrico rigore in ambito letterario. La scienza assume, per lo scrittore, una funzione salvifica: lo sottrae al grigiore dell’automatismo linguistico, alla sciatteria insignificante dei luoghi comuni, per avviarlo verso la qualità della precisione, non intesa come certezza asseverativa, ma come ricerca attuata attraverso approsimazioni graduali. Ancora una volta, la scienza è per Calvino essenzialmente un metodo di onestà intellettuale, che unisce alla ricerca dell’esattezza il senso della provvisorietà dei risultati raggiunti. Questa linea poetica viene applicata dall’autore a un genere particolare di scrittura in prosa, difficile e non molto popolare: la descrizione.
Lingua: ItalianoPag. 59-75
Etichette: Calvino Italo, Narrativa, Novecento, Scienza,
Titolo articolo: Image et représentation chez Italo Calvino et Daniele Del Giudice
La legittimità dell’accostamento tra Italo Calvino e Daniele Del Giudice è innanzitutto fondata sulla somiglianza delle questioni poste dai due riguardo a immagine e rappresentazione, ma soprattutto sul fatto che la domanda si pone in relazione esplicita con immagini che non provengono apparentemente da alcuna esteriorità, storica o estetica, ma che sono derivate dalla ‘fantasia’, secondo la formulazione esplicita di Calvino e quella molto simile di Del Giudice. Nell’articolo si riflette sulla natura di queste immagini ma soprattutto sulle modalità del loro trattamento all’interno del tessuto narrativo.
Lingua: FrancesePag. 77-96
Etichette: Calvino Italo, Daniele Del Giudice, Narrativa, Novecento,
Titolo articolo: ‘Io ai racconti tengo più che a qualsiasi romanzo possa scrivere’. Sull’elaborazione di “Ultimo viene il corvo”.
Sono diciassette i racconti di ‘Ultimo viene il corvo’ di cui si conosca una versione manoscritta. Un campione abbastanza consistente per svolgere alcune osservazioni fondate sulle principali direttrici del lavoro di scrittura che precede la stampa, sulla messa in forma del testo secondo Calvino. I diciassette pezzi si collocano tutti tra il 1945 e il 1949, dunque nel primo grande periodo della ‘short-story’ calviniana. Calvino chiarisce una delle ragioni forti della sua congenialità verso la forma racconto in una breve descrizione del suo modo di essere scrittore contenuta in una lettera a Elsa Morante. La brevità della forma consente di riproporre uno stesso passo con riformulazioni e asssestamenti e di mostrare, della stessa opera, volti in parte diversi. Nel saggio sono prese in esame le varie rielaborazioni dei racconti di ‘Ultimo viene il corvo’.
Lingua: ItalianoPag. 97-133
Etichette: Calvino Italo, Ultimo viene il corvo, Narrativa, Novecento,
Titolo articolo: Éléments pour une éthique de l’écriture. L’expérience de “Nos Ancêtres”.
Verso la fine del 1959, appena pubblicato “Il cavaliere inesistente”, Calvino, che scriveva da una quindicina d’anni, pensò di aver voltato una pagina nel libro della sua opera. La principale conseguenza pratica fu la decisione di dare un titolo generale ai tre testi, “I nostri antenati”, e di pubblicarli insieme in un volume. Di questi tre libri, tra i quali Calvino vedeva una continuità indiscutibile, sono prese in considerazione alcune problematiche, poste e trattate dall’autore con la sua finezza inventiva e la sua abilità scherzosa sul piano narrativo, nell’intenzione di trovarvi dei valori che occupino un posto cardinale e costante non solo nell’opera dello scrittore ma anche nell’etica generale dell’uomo.
Lingua: FrancesePag. 135-156
Etichette: Calvino Italo, I nostri antenati, Narrativa, Novecento,
Titolo articolo: Lire Calvino en français ?
Che Calvino sia uno degli autori italiani più largamente tradotti in Francia, nella seconda metà del ventesimo secolo, è un fatto indiscusso. Nel saggio si fa una storia delle varie edizioni francesi e degli interventi editoriali apportati sulla composizione di alcune raccolte.
Lingua: FrancesePag. 157-163
Etichette: Calvino Italo, Narrativa, Novecento, Traduzione, Francia,
Titolo articolo: Points de vue sur la vue
La prima raccolta postuma di Italo Calvino, “Sotto il sole giaguaro”, è consacrata a una revisione di tutto il sapere che l’esperienza artistica ha permesso all’autore di acquisire nell’ambito delle sensazioni, dei differenti sensi che governano gli atti e gli intendimenti umani. A ciascun atto corrisponderebbe anche, più o meno simultaneamente, una prima tappa, quella della conoscenza, e una seconda, quella del pensiero. In questa sintesi ideale mancano, stranamente, il racconto consacrato al toccare e quello destinato alla vista. L’autore del saggio analizza l’idea di Calvino sulla vista presente nelle altre opere.
Lingua: FrancesePag. 165-180
Etichette: Calvino Italo, Sotto il solo giaguaro, Narrativa, Novecento,
Titolo articolo: A propos de “Lezioni americane” d’Italo Calvino
Nelle sue riflessioni sul romanzo e la letteratura raccolte nelle “Lezioni americane”, Calvino accorda un posto importante allo sguardo, nella sua doppia funzione cognitiva e creativa, fino al punto di comporre un’intera lezione – ‘Visibilità’ – su questo tema. Le sue considerazioni superano tuttavia la lezione in questione, e investono gran parte del testo, il quale si presenta, a tutti gli effetti, come un’epistemologia dello sguardo.
Lingua: FrancesePag. 181-194
Etichette: Calvino Italo, Lezioni Americane, Trattatistica, Novecento,
Titolo articolo: Voyages et métaphores du voyage dans “Se una notte d’inverno un viaggiatore” d’Italo Calvino
Nel 1979 Calvino pubblica “Se una notte d’inverno un viaggiatore”, opera che seduce o sconcerta in ragione dell’originalità della sua fattura. Il romanzo è composto di dodici capitoli, seguiti ciascuno, a eccezione degli ultimi due, dall’inizio di un romanzo. Calvino fa qui un uso ludico della semiologia, ma su questo supporto nuovo innesta temi antichi nella sua opera, come quello del viaggio. L’autore del saggio pensa che, in questo caso, il viaggio interessi Calvino non solo come fonte di peripezie imprevedibili, ma anche come ‘terreno di metafore’ e ‘giardino di simboli’.
Lingua: FrancesePag. 195-211
Etichette: Calvino Italo, Se una notte d’inverno un viaggiatore, Narrativa, Novecento, Viaggio,
Titolo articolo: Sguardi dal ponte. “Le città invisibili” come autobiografia di un dopoguerra
“Le città invisibili” è il libro più alto e ricco all’interno di quelli che sono definiti i ‘libri-arca’ di Calvino. È il libro nel quale lo scrittore diceva infatti di aver messo più cose, ma è anche il più aeriforme, perché tutto ciò che lo riguarda ha una natura duplice. In effetti si tratta di una raccolta di emblemi, una antologia di autori diversi, una raccolta di ‘pastiches’ letterari, un quaderno di compiti della voce.
Lingua: ItalianoPag. 213-231
Etichette: Calvino Italo, Le città invisibili, Narrativa, Novecento,