Cartevive | 2012 | N. 48

Giuseppe Prezzolini è scomparso da oltre trent´anni, tuttavia il suo archivio continua a rappresentare una meta fondamentale per chi studia il Novcento. Nel 1912 Prezzolini pubblicò la sua versione rivisitata della favola di Esopo, “La cicala e la formica” nelle pagine del periodico per l´infanzia “Primavera”.

Testo della rivisitazione della favola di Esopo, di Giuseppe Prezzolini. A pag. 5 ritratto fotografico di Giuseppe Prezzolini con il primogenito Alessandro (1912). A pag. 9 silografia con ritratto di ritratto Giuseppe Prezzolini, realizzata da Stefano Cipolat.

Il contributo celebra l´amicizia dell´A. con Mario Agliati, conosciuto grazie a una collaborazione dell’Università di Pavia con il Dipartimento di Pubblica Educazione del Canton Ticino per organizzare corsi di formazione per futuri insegnanti. Mario Agliati era docente dei corsi di storia. Dotati della stessa curiosità e arguzia, Agliati e l´autore condividevano l´interesse per la geografia del Ticino, in particolare delle valli minori. Si ricordano infine le pubblicazioni di maggiore rilievo di Agliati, conservate presso l’Università di Firenze, sempre sulla storia e geografia della Svizzera e del Ticino. A p. 11 Cartolina inviata da Mario Agliati a Piero Innocenti il 4 gennaio 1977. A pag. 14 ritratto fotografico di Mario Agliati (2011 circa).

“Il Cattolicismo Rosso”, documento fondamentale del percorso dalla giovinezza alla maturità, mostra un Prezzolini come mai prima sicuro e composto. A quanto lo stesso affermò qualche anno dopo, il libro introdusse l´autore alla sua incipiente maturità, passaggio affrontato in piena consapevolezza. La sua visione della giovinezza era generazionale, quei proto-avanguardisti che operarono nelle riviste innovatrici fiorentine agli inizi del Novecento. Tutto quanto considerato ovvio e presupposto veniva da questi messo in discussione e tematizzato. In questo rito di passaggio Prezzolini è accompagnato solo dalla propria coscienza, competente guida nella fase della vita che si appresta a percorrere. A pag. 20 copertina della seconda edizione de “Il Cattolicismo Rosso” (1963). A pag. 24 ritratto fotografico del filosofo francese Henry Bergson (anni dieci del Novencento). A pag. 31 ritratto fotografico del filosofo e psicologo americano William James (1903).

Il 18 novembre 1958 l´Associazione Culturale Italiana organizzò un incontro tra Aldous Huxley e Giuseppe Prezzolini, dopo alcuni commenti di circostanza, ben presto si accesero i toni del dibattito. Huxley da una parte sosteneva la possibilità di convogliare il progresso verso fini umanitari, mentre Prezzolini negava la possibilità che il mondo migliorasse: secondo l´intellettuale perugino le azioni umane sono mosse unicamente dal calcolo e dall´interesse, prevedendo la permanenza e l´inevitabilità storica della crisi. Nelle conferenze successive Prezzolini continuò a sostenere il pessimismo antropologico, l´amoralità e della politica in opposizione al realismo cooperativo e pacifista di Huxley. A pag. 42 ritratto fotografico di Aldous Huxley e Giuseppe Prezzolini (1958). A pag. 45 caricatura di Riccardo Chicco con Aldous Huxley, Lorenzo Gigli, Eugenio Montale e Giuseppe Prezzolini (1958).

Il contributo dà notizia dello scambio epistolare intercorso tra Giuseppe Prezzolini e Guelfo Bianchini (o Guelfo). Guelfo sottopose al giudizio del quasi centenario Prezzolini i bozzetti delle 72 vetrate che aveva disegnato per la Chiesa di San Giuseppe Lavoratore a Fabriano. Nella lettera di replica Prezzolini manifestò un grande apprezzamento per l´artista. A pag. 65 ritratto fotografico di Guelfo Bianchini ad opera di Man Ray (1971).

Guido Ludovico Luzzatto ha contribuito in maniera determinante alla fortuna del pittore Carlo Crivelli, scrivendo diversi articoli pubblicati in giovanissima età, negli anni Venti del Novecento. Nella critica del tempo, pur essendo frequenti i rimandi alla pittura veneziana del primo
Quattrocento, la citazione di Crivelli da parte di Luzzatto era unica. Questi vedeva in Crivelli un esempio di pittore capace di stimolare le ricerche di un´arte moderna negli artisti contemporanei. A pag. 70 ritratto fotografico di Guido Ludovico Luzzatto (anni Trenta). A pag. 75 olio su tela Ospedale di Felice Casorati (1927). A pag. 82 tempera su tavola Madonna della Candeletta, Carlo Crivelli (1492).

L´amicizia tra Bonaventura Tecchi e Giani Stuparich fu solida e duratura, l´autrice del contributo, figlia di Stuparich, fu testimone di alcuni incontri, avvenuti negli anni tra i due intellettuali. Un ricordo d´infanzia apre questo omaggio: all´età di cinque anni conobbe i Tecchi in occasione di un invito a pranzo presso la casa di famiglia a Trieste. Il racconto del pranzo è ricco di particolari. L´A. rammenta ancora poi altri incontri avvenuti a Roma, permeati di malinconia: lo stimato germanista sentiva di essere romanziere più di tutto. A pag. 88 Ritratto fotografico di Bonaventura Tecchi della fine degli anni Cinquanta.