Cartevive | 2003 | N. 2

Nel giugno del 2003 è apparsa su “La Nazione” la notizia della possibilità di consultare on line i documenti originali custoditi presso il gabinetto Vieusseux, grazie alla totale informatizzazione dell’Archivio. Parlando con la responsabile del progetto l’autrice ha accertato che si tratta piuttosto di un’operazione di informatizzazione e diffusione in rete di inventari, banche dati e archivi, ben diversa dalla divulgazione indiscriminata di corrispondenza inedita. A pagina 4 compare una fotografia di una lettera manoscritta proveniente dall’Archivio Prezzolini.

Sessant’anni dopo l’arresto di Benito Mussolini l’autrice, figlia di Manlio Lupinacci, ricorda quei giorni della sua infanzia e l’attività di scrittore e polemista del padre. Nella premessa si appella ad una maggiore imparzialità del dibattito politico, che spesso è ridotto a ciò che ella definisce “sudditanza culturale”.

Si riporta un articolo apparso sul “Giornale d’Italia” del 27 luglio 1943. A pagina 13 compare una foto di Manlio Lupinacci ritratto nel suo studio di Roma.

Si riporta il testo di una cartolina inviata da Mario Luzi a Remo Fasani del 26 agosto 1952 con alcune osservazioni sul saggio dal titolo Non solo “Quel ramo..” di cui quest’ultimo è autore.

Gli Archivi di Cultura Contemporanea hanno acquisito le carte di Giambattista Angioletti nel 1999, grazie al lascito del Dottor Antonio Varoli di Sanremo. La corrispondenza del giornalista, narratore e saggista elencata nell’intervento risale agli anni 1940-1960. A pag. 19 compare una foto in cui Angioletti è ritratto durante un’intervista a Thomas Stearns Eliot del 1951.

Si pubblica il catalogo alfabetico dei corrispondenti della collezione di Pietro Piccolini, conservata presso i Musei civici d’Arte Antica di Ferrara. Nella nota introduttiva è riportato il testo di una missiva di Antonio Fogazzaro indirizzata a Pietro Niccolini datata 5 aprile 1903.

L’autore prosegue nelle sue riflessioni sul rapporto tra Papini e l’ebraismo avviate nel primo numero del 2003. Papini aveva preso le distanze dagli strumenti propagandistici della persecuzione antisemita ed aveva mantenuto comunque salda la convinzione che solo la conversione finale del popolo ebraico avrebbe permesso la riconciliazione con la fede cattolica, in nome di una “fraternità nelle lagrime” tra ebrei e cristiani.

L’autrice richiama l’attenzione sugli elementi ufologici nella produzione di Ennio Flaiano con particolare riferimento a “Una e una notte” e “Un marziano a Roma”. Le conquiste dello spazio degli anni ’50 avevano di certo interessato lo scrittore che dimostrava di possederne una conoscenza approfondita. La satira di Flamiano colpisce solo gli uomini, mentre gli extraterrestri rappresentano la proiezione delle sue speranze in una nuova era, in cui sofferenze e malattie saranno debellate.