Le riviste sostenitrici
Carte di viaggio | 2013 | N. 6
Anno 2013 – Annata: VI – N. 6
A cura di Gianluca D’Elia
Titolo articolo: Forestieri in Vaticano nel trecento. Un testo misto e il diasistema romanesco-mediano
Il contributo è un’accurata analisi del registro di Giovanni Cenci compilato dalla Curia romana tra il 1368 e il 1369, una sorta di libro di conti nel quale nove anonimi compilatori elencano in volgare le entrate e le uscite di tutto il considerevole insieme delle attività. Dalle analisi filologiche e linguistiche ne emerge un ‘diasistema romanesco-mediano’, ovvero un immenso groviglio di esperienze comunicative che risulta dalla interazione tra il romanesco e i dialetti circostanti. Una raccolta di annotazioni contabili eseguita nel Trecento da un gruppo di amanuensi attivi a Roma, dei quali non si conosce però né identità personale né luogo di origine e sui quali l’autore del contributo enuncia le difficoltà della ricostruzione dell’ambiente geografico e linguistico esatto: probabilmente o in parte trattasi di forestieri provenienti da aree dialettali diverse del Lazio o di regioni vicine. Se così fosse, le normali dinamiche interne del romanesco scritto potrebbero risultare alterate dall’intrusione di fattori esterni tali da compromettere o ridurre la compattezza di un testo costitutivamente multiplo disturbando altresì la sua corretta interpretazione linguistica.
Lingua: ItalianoPag. 9-21
Etichette: Viaggio, Prosa, Medioevo, Vaticano, Volgarizzamento, Storia della lingua, Semantica, Religione, Trecento, Parola, Linguaggio, Lingua italiana, Lingua latina, Lingua, Letteratura dialettale, Lessico, Fonetica, Filologia, Chiesa,
Titolo articolo: Il ‘Viaggio’ di Quirino e il ‘Naufragio’ di Fioravante e Michiel. Un’analisi comparativa
La duplice relazione del nobile veneziano Piero Quirino e dei suoi due luogotenenti Cristoforo Fioravante e Nicolò di Michiel sul naufragio alle isole Lofoten del 1432 è senz’altro uno dei testi più noti per quanto attiene alla storia delle esplorazioni degli italiani in Scandinavia. Quirino è stato uno dei primissimi viaggiatori letterati a descrivere le regioni dell’estremo nord su indicazioni fornite da Fra’ Mauro nella realizzazione del celebre Mappamondo tardo-medievale e pur se in precedenza vi erano stati altri italiani in Norvegia (in particolare mercanti fiorentini), esso può essere considerato il primo vero testo geografico in lingua italiana in età moderna. Emergono numerosi aspetti descrittivi molto importanti che vanno ben oltre le narrazioni per certi versi fiabesche precedenti. Si ritrovano i vari topoi della letteratura odeporica, come l’invocazione a Dio, l’elemento della ‘Provvidenza’ ed il modello etico del viaggio, tuttavia altri nuovi elementi per l’epoca, come il risalto dato al narratore, la relazione diaristica dei luogotenenti e l’atmosfera marcatamente realistica, fanno di tale racconto una pietra miliare nella letteratura italiana di viaggio.
Lingua: ItalianoPag. 23-34
Etichette: Autore, Cattolicesimo, Cristianesimo, Diario, Documentario, Donna, Dottrina religiosa, Esotismo Favola, Filologia, Folklore, Fonetica, Fortuna editoriale, Lessico, Letteratura di viaggio, Letteratura medievale, Letteratura religiosa, Lingua italiana, Ling,
Titolo articolo: La canzone in lingua rustica cicolana di Giovanni Argoli (sec. XVII)
Il contributo è un’accurata indagine filologico-linguistica ed esegetica con edizione critica, di un testo di Giovanni Argoli, ammesso all’Accademia degli Umoristi a soli 17 anni, chiamato Canzone in lingua rustica cicolana, non datato, contenuto nella carta 168 del codice Barberiniano Latino 3901 della Biblioteca Apostolica Vaticana. Non citato in nessun’altra sua opera, è scritto in vernacolo e facente parte della ‘sezione urbaniana’, ovvero testi poetici composti durante il pontificato di Urbano VIII e dedicati ai Barberini da autori legati probabilmente dall’appartenenza all’Accademia degli Umoristi. In particolare viene fatta notare la caratteristica di ‘romaneschizzazione’: Argoli era interessato a connotare l’ingenuità, l’ignoranza, il provincialismo, la tracotanza e l’ambizione a farsi del rustico che parla nella canzone. Non stupisce di conseguenza che vi sia l’assenza di sistematicità nella resa di alcuni dei tratti linguistici; il componimento si configura come un testo mistilingue, con tratti romaneschi e tratti genericamente centro-meridionali che si mescolano e si confondono con caratteristiche delle varietà tipologicamente mediane.
Lingua: ItalianoPag. 35-66
Etichette: Adolescenza, Allusione, Biblioteca, Canzone, Cattolicesimo, Chiesa, Accademia, Storia della lingua, Storia della letteratura, Studi critici, Seicento, Scrittore, Scrittura, Prosa, Parola, Lingua italiana, Letteratura dialettale, Lessico, Umanesimo, Dialet,
Titolo articolo: In viaggio con la regina Cristina. Di Orazio del Monte e Cesare Macchiati (1667)
Il contributo è un’accurata indagine filologico-linguistica ed esegetica con edizione critica, della corrispondenza tra la regina Cristina di Svezia al secondo viaggio del 1667 nella sua terra, con i suoi cortigiani Orazio del Monte e Cesare Macchiati. La regina, dopo l’abdicazione nel 1654, lasciata la corona al cugino Carlo X, abbandonò il suo Paese e si stabilì ad Anversa nei Paesi Bassi spagnoli e dopo aver pubblicamente abiurato la fede protestante, fece trionfalmente ingresso a Roma come cattolica. In seguito ritornò per due volte in patria e in questi viaggi ci fu sempre un’assidua corrispondenza fra la regina e il cardinale Decio Azzolino, suo fedele consigliere e amministratore a Roma, ma anche tra quest’ultimo e i vari cortigiani italiani che l’accompagnavano.
Le lettere, finora inedite, che qui vengono pubblicate, parlano di territori inalienabili in possesso dello Stato svedese, di problemi di carattere burocratico ed economico, mettendo in luce diversi particolari storicamente molto interessanti.
Pag. 67-97
Etichette: Autorità, Seicento, Cattolicesimo, Protestantesimo, Letteratura di viaggio, Epistolario, Chiesa, Biografia, Carteggio, Chiesa, Cattolicesimo, Cortigiano, Esotismo, Fede, Filologia, Immaginario, Lingua svedese, Lingua italiana, Vaticano, Prosa, Esegesi, Ed,
Titolo articolo: Un reportage missionario per l’Accademia: la relazione dal Chile di Antonio Maria Fanelli
Il contributo è un’accurata indagine filologico-linguistica ed esegetica di una sorta di ‘diario’ scritto dal missionario gesuita Antonio Maria Fanelli nel 1698, figlio del nobile Sigismondo ‘capofila di un barocco provinciale consegnato a scritture politiche baroccamente seducenti fin dal titolo’, che commissiona al figlio ventiseienne, in procinto di partire per l’America Latina, un reportage del suo viaggio in forma epistolare. Il modello epistolare è in realtà sopportato dalla sistematicità propria del diario meticolosamente tenute collaudato sull’archetipo eccetera l’ideologia barocca del viaggio densa di infinite declinazioni che offrivano all’immaginario del navigatore dell’esploratore fantasiosi miti antropologici da coltivare. Analisi narrativa, linguistica ed esegetica. Una narrazione intrisa naturalmente di etica cattolica e di devozione, a cui si aggiungono però tratti profondi di esotismo e fantasie tipiche degli antichi racconti di viaggio, in una cornice barocca densa già di illuminismo.
Lingua: ItalianoPag. 99-119
Etichette: Autore, Carteggio, Cristianesimo, Critica del testo, Critica letteraria, Desiderio, Diario, Dottrina religiosa, Epistolario, Esotismo, Fede, Filologia, Folklore, Formazione culturale, Gesuiti, Immaginario, Leggenda, Letteratura di viaggio, Letteratura fan,
Titolo articolo: La quiete del sapere. Le esperienze o deplori che ai laziali di Giuseppe Romanzi
Le missive romane di Giuseppe Rolandi, nipote del più celebre amico di Giuseppe Mazzini, dalle lande piemontesi nella Roma della prima metà dell’Ottocento, fanno riflettere sulla validità e sull’importanza in letteratura di testi di discreta qualità letterarie e decisamente poco noti, appassionati, densi di tensione all’esotismo ed al nuovo. Sono la descrizione di un viaggio di formazione di un giovane che spera di trovare la propria dimensione esistenziale, cercando nell’esperienza odeporica uno strumento di crescita interiore, e realizzando un’interessante ibrido tra un viaggio da ‘Grandtourist’ e un viaggio dal tratto lavorativo. Lo stile diviene elevato, pieno di particolari all’apparenza insignificanti, ed emerge un entusiasmo tutt’altro che banale, una descrizione emotivamente intensa e partecipata di Roma, intriso di stupore e meraviglia. Si profila un vero e proprio ‘souvenir’ in quel grande spazio riservato all’arte, i grandi monumenti, a quella Roma monumentale che non è immune però dalla realtà concreta fatta di povertà, inciviltà ed omicidi. Una testimonianza interessante piccola ma suo modo preziose tessere di un mosaico di descrizione della città eterna.
Lingua: ItalianoPag. 121-127
Etichette: Allusione, Autobiografia, Carteggio, Chiesa, Città, Classicità romana, Esotismo, Fantastico, Folklore, Immaginario, Letteratura di viaggio, Lingua italiana, Mitologia, Prosa, Rinascimento, Settecento, Viaggio,