Le riviste sostenitrici
Cahiers d’études italiennes | 2011 | N. 13
Anno 2011 – N. 13
A cura di Debora Barattin
Titolo articolo: Présentation
Con undici studi sulla personalità e l’opera di Enea Silvio Piccolomini, Pio II, questo numero si propone di descrivere una delle figure di spicco dell’umanesimo europeo: Piccolomini poeta, drammaturgo, pedagogo, storico, saggista e, infine, ma non per importanza, uomo di Chiesa. Diversi sono, infatti, gli specialisti intervenuti in questo numero, storici e letterati si sono incontrati con lo scopo di affrontare le svariate sfaccettature dell’umanista. I primi due studi si interessano a Piccolomini poeta; uno studio è dedicato all’unica novella da lui scritta; due interventi sono invece consacrati all’esperienza teatrale della Chrysis; il problema dell’educazione e della pedagogia è affrontato da Cécile Terreaux-Scotto nel sesto intervento; questioni storiche come il rapporto di Piccolomini e la Chiesa, le tensioni tra l’Islam e il Cristianesimo, le relazioni tra Piccolomini e l’Impero sono trattate negli ultimi cinque articoli.
Lingua: FrancesePag. 5-15
Etichette: Piccolomini Enea Silvio, Quattrocento, Umanesimo, Convegno di studi,
Titolo articolo: Quelques observations sur l’hexaètre d’Enea Silvio Piccolomini
Con questo intervento, l’autore propone un’analisi dell’esametro utilizzato da Enea Silvio Piccolomini all’interno delle sue opere in versi, limitandosi però a quattro principali aspetti di questo metro: gli schemi metrici dei quattro primi piedi e la rispettiva proporzione del metro dattilico e spondeo, le clausole, le cesure e le elisioni. Lo specialista confronterà poi la pratica di Piccolomini con quella dei poeti latini antichi, al fine di evidenziarne le somiglianze e le differenze.
Lingua: FrancesePag. 17-36
Etichette: Piccolomini Enea Silvio, Quattrocento, Metrica,
Titolo articolo: La Cinthia di Enea Silvio Piccolomini. Note di lettura
Tre sono le edizioni della “Cinthia”, una prima riflessione di Enea Silvio Piccolomini sul tema dell’amore, composta fra il 1423 e il 1443. La prima è l’edizione critica di Giuseppe Cugnoni, lacunosa per molti aspetti, la seconda è quella di Rino Avesani e, infine, l’edizione di riferimento di Andrian Van Heck. Attraverso un’analisi dei modelli testuali della raccolta “Cinthia” supportata dalle tre diverse edizioni citate, Stefano Pittalunga ci mostra, con questo suo intervento, come sia possibile non solo individuare le strutture letterarie, testuali e poetiche del testo, ma anche considerare come le a’uctoritates’ siano state riutilizzate e come queste influenzino il piano formale da una parte e quello tematico dall’altra.
Lingua: ItalianoPag. 37-44
Etichette: Piccolomini Enea Silvio, Quattrocento, Umanesimo, Elegia,
Titolo articolo: De l’averé au vraisemblable. Visée pédagogique et statut aléthique des faits dans l’Historia de duobus amantibus
Nel 1458, trovandosi ormai al soglio pontificio, Pio II, ripudia la novella “Historia de duobus amantibus”, composta nel 1444 sotto forma di lettera indirizzata a Mariano Sozzini, insigne giurista e maestro dell’autore, classificandola troppo immorale perché figuri tra le opere di cui la lettura sarebbe consigliata. Un approccio dunque contraddittorio rispetto a quello emergente dall’introduzione della novella scritta quattordici anni prima, che proponeva la duplice funzione oraziana, quella di unire l’utile al dilettevole. Nella seconda parte del suo intervento, l’autrice insiste sul tipico topos retorico del genere della novella, l’exemplum, con il quale Piccolomini vuole rinforzare l’aspetto pedagogico di derivazione boccaccesca. Ma il “Decameron” non è la sola fonte utilizzata per la scrittura di questa novella, poiché, come ben presenta Pauline Piochon, Piccolomini evoca anche fonti assai più antiche, quali Virgilio e Lucrezio.
Lingua: FrancesePag. 45-68
Etichette: Piccolomini Enea Silvio, Quattrocento, Umanesimo, Novella,
Titolo articolo: Les femmes dans la Chrysis de Piccolomini
In stretta relazione con la lettera a Mariano Sozzini e la “Historia de duodibus amantibus” analizzati da Pauline Piochon precedentemente, Jean-Claude Ternaux si propone di analizzare le donne protagoniste della commedia goliardica erotica della Crysis, composta per mano di Piccolomini nel 1444, quando ancora riveste la carica di cancelliere imperiale. L’autore rileva l’ambivalenza assunta dalla figura femminile, la quale è sia portatrice di aspetti tradizionali derivanti dalla commedia antica, sia incarnazione di aspetti moderni derivanti dalla mentalità contemporanea. Partendo da un approccio drammaturgico, con il quale si descrivono i ‘tipi’ di donne emergenti dalla Crysis e con esse, le fonti classiche utilizzate, in particolare Terenzio e Plauto, si arriverà, infine, a parlare di misoginia piccolominiana, la quale ci invita ‘à fuir les femmes’.
Lingua: FrancesePag. 69-82
Etichette: Piccolomini Enea Silvio, Quattrocento, Umanesimo, Teatro,
Titolo articolo: Les personnages de la “Chrysis”
Nel suo studio, Béatrice Charlet Mesdjian considera i personaggi della “Chrysis” nella loro totalità, esaminandone sia l’aspetto psicologico sia quello drammatico, come ancora non era mai stato fatto. Una volta terminato lo studio dei principali personaggi della commedia, ci si accorge che Piccolomini, riprendendo i caratteri tipici della commedia antica, mette in scena un sistema di personaggi completamente sovversivo. Questo sistema sembra confermato dal secondo studio riportato nel presente articolo, e cioè quello dei personaggi secondari, i quali si possono classificare in due categorie: i personaggi secondari dell’intrigo principale e eroi di un intrigo secondario, e coloro che, avendo rinunciato alla loro sessualità, non sono che dei personaggi secondari. L’autrice terminerà marcando la ricchezza e la complessità di questi personaggi ereditate da diverse tradizioni, in particolare classica e goliardica; nondimeno, ciò che colpisce, è la libertà che Piccolomini ha saputo prendere da questi modelli, con lo scopo di suscitare il riso del pubblico colto e capace di apprezzare l’imitazione e la distanza.
Lingua: FrancesePag. 83-102
Etichette: Piccolomini Enea Silvio, Quattrocento, Umanesimo, Teatro,
Titolo articolo: L’éducation du prince dans le Tractatus de liberorum educatione
La specialista dell’università di Grenoble, con lo studio del “Tractatus de liberorum educatione”, l’epistola destinata a Ladislao il Postumo, ci fornisce un assaggio della tradizione pedagogica umanista, e più largamente, della concezione del bambino nel Rinascimento, riservando un’attenzione particolare a ciò che determina la specificità di Piccolomini. Infatti, l’autrice si concentrerà in primo luogo sull’ambivalente figura del destinatario, di soli dieci anni e al contempo designato a futuro sovrano; in secondo luogo, focalizzerà la sua analisi su due principi emblematici caratterizzanti l’educazione del principe all’epoca: l’imitazione e la persuasione. Il “Tractatus” si presenta dunque tanto programma pedagogico quanto politico, nel quale il linguaggio occupa una posizione fondamentale, in quanto strumento di formazione, mezzo di comunicazione e fonte di conoscenza delle lettere. In un’ottica tipicamente umanista, queste caratteristiche sono il fondamento e il cimento della vita sociale, alla quale Piccolomini, polemicamente, vuole educare i popoli germanici.
Lingua: FrancesePag. 103-128
Etichette: Piccolomini Enea Silvio, Quattrocento, Umanesimo, Pedagogia,
Titolo articolo: La lettre à Mehemet II ou le loup et l’agneau
Nel suo breve articolo, Marie Viallon esamina la lettera scritta da Pio II a Maometto II, ritenuta un unicum nella storia dei rapporti tra l’Occidente cristiano e l’Oriente musulmano. Attraverso una prima analisi della lettera, l’autrice ci introduce alla confutazione dogmatica dell’Islam che Piccolomini considerò come una religione della spada e della guerra, del tutto opposta alla religione dell’amore e della pace invece rappresentata dal cristianesimo. Una confutazione che Piccolomini elaborò in modo convincente soprattutto grazie al raffronto del testo biblico col Corano, dimostrando come la religione musulmana ne esca del tutto vinta. Rilevando come questa lettera non abbia mai raggiunto Costantinopoli, l’autrice s’interroga dunque sulla sua utilità, rielaborando l’ipotesi che probabilmente tutto sia solamente frutto di una profezia, la quale prevedeva un’invasione turca arrestabile solamente attraverso una conversione.
Lingua: FrancesePag. 129-140
Etichette: Piccolomini Enea Silvio, Quattrocento, Umanesimo, Religione,
Titolo articolo: Aeneas Sylvius Piccolomini et les hommes de lettres de son temps: entre histoire littéraire et théorie littéraire
L’opera di Piccolomini testimonia di un vivo interesse dell’umanista per le realtà politiche e culturali del suo tempo, interesse condiviso dai suoi contemporanei. In questo denso intervento, Anne Raffarin, analizza i rapporti che Piccolomini intrattiene con i suoi contemporanei, affrontando il tema da prospettive diverse – artistica, filologica, storica e letteraria e, infine critica-letteraria – e ne evidenzia tanto le differenze quanto le novità. Il tutto culmina con un ritratto ‘nuovo’ dell’uomo colto in azione, come lo sono stati prima di lui, Cesare ed Augusto, i quali si sono distinti sia per l’ars scribendi che per l’ars imperandi.
Lingua: FrancesePag. 141-160
Etichette: Piccolomini Enea Silvio, Quattrocento, Umanesimo,,
Titolo articolo: Un umanista alla corte di Federico III. Il “Pentagolus2 di Enea Silvio Piccolomini
L’analisi del “Pentalogus”, la prima opera che Piccolomini compose in veste di segretario di Federico II, si discosta sia dall’interpretazione classica del trattato come testimonianza di un Piccolomini apostolo dell’umanesimo in Germania, sia dalla conferma dell’adesione dell’umanista alla tradizione e ideologia imperiale. Barbara Baldi, individuando nel richiamo all’oratoria il ‘leitmotiv’ del trattato, considera quest’ultimo come una riflessione del ruolo che il poeta-segretario deve ricoprire all’interno della realtà tedesca, porta-parola della cultura umanista, essendo questa la condizione necessaria per l’azione politica.
Lingua: ItalianoPag. 161-172
Etichette: Piccolomini Enea Silvio, Quattrocento, Umanesimo,
Titolo articolo: Pie II dans les œuvres poétiques et oratoires de Giannantonio Campano
Papa Pio II seppe circondarsi di poeti e di uomini colti, come Giannantonio Campano, di cui il pontefice ne divenne protettore. Nominato vescovo di Crotone nel 1462, tesserà le lodi del pontefice nella sua opera. Soffermandosi prima nei Commentarii di Campano e nelle elegie poi, John Nassichuk insiste su come l’umanista del mezzogiorno voglia dare un’immagine del pontefice sia di diplomatico supremo, sia di pacifista convinto, facendo così coincidere la spada con la piuma. Campano, nei suoi scritti evocanti la figura di Piccolomini pontefice, insiste su come la guerra che aleggia attorno a questa figura, trovi un equilibrio tra le virtù umane della clemenza e del perdono, da una parte, e quelle eroiche del guerriero, dall’altra.
Lingua: FrancesePag. 173-186
Etichette: Enea Silvio Piccolomini Umanesimo Quattrocento Mecenatismo,
Titolo articolo: Images de l’hommes d’église chez E. S. Piccolomini-Pie II
Lo specialista e curatore dell’attuale numero della rivista Serge Stolf, si confronta, in quest’articolo conclusivo, con le figure degli uomini di chiesa citate da Piccolomini. Dai suoi scritti, infatti, sembrano emergere figure più che istituzionali, in cui quelle esemplari frequentano le negative. Se da una parte Piccolomini evoca la figura del pastore ineccepibile, come Bernardino da Siena, dall’altra evoca la cupidigia di altri indegni pastori. Denuncia inoltre la realtà della natura umana abbandonata alla bramosia alla quale contrappone la propria immagine di papa Pio II: un sovrano, allo stesso tempo preoccupato per la pace pubblica e miles Christi, che nel progetto di una crociata difensiva contro i turchi, vuole costruirsi l’immagine di un’imitatio Christi, fino al sacrificio della sua stessa vita.
Lingua: FrancesePag. 187-212
Etichette: Enea Silvio Piccolomini Umanismo Quattrocento Chiesa,