Le riviste sostenitrici
Cahiers d’études italiennes | 2009 | N. 9
Anno 2009 – N. 9
A cura di Marco Maffioletti
Titolo articolo: Il ritorno di due ‘uomini contro’? Campanella e Bonhoeffer in Maffia e Affinati
L’autore interpreta la lettura che Dante Maffia, in “Il romanzo di Tommaso Campanella”, e Eraldo Affinati, in “Un teologo contro Hitler”, fanno rispettivamente delle “Lettere” di Campanella e di “Resistenza e resa. Lettere e scritti dal carcere” di Dietrich Bonhoeffer, e mette in luce come nelle quattro opere la prigione, simbolo della secolarizzazione, tenga a battesimo i personaggi, che uscendone entrano nella libertà della fede.
Lingua: Olandese/ItalianoPag. 13-24
Etichette: Maffia Dante, Affinati Eraldo, Campanella Tommaso, Bonhoeffer Dietrich, Prigione, Fede, Religione, Novecento,
Titolo articolo: Les petites filles de la bourgeoisie italienne des années 1930 et la religion chez Rosetta Loy et Fabrizia Ramondino
Secondo l’autrice dell’articolo, la letteratura italiana del Novecento che mette in scena il ricordo dell’infanzia osserva spesso con un occhio particolare il ruolo della religione nella formazione dei bambini, come Rosetta Loy (“La porta dell’acqua”, 1976) e Fabrizia Ramondino (“Guerra d’infanzia e di Spagna”, 2001), che invitano il lettore a riflettere sul rapporto tra l’educazione religiosa delle figlie della grande borghesia cattolica degli anni ’30 e gli avvenimenti storici degli anni ’30 e ’40. Esse rammentano infatti la propria infanzia a Roma e Majorca, l’indottrinamento da parte delle suore del Sacro Cuore, e denunciano i rappresentanti della religione per l’indifferenza davanti al massacro di civili spagnoli e alla deportazione degli ebrei italiani, che ha portato le due romanziere a sottolineare la rottura tra i precetti dell’insegnamento religioso e la realtà.
Lingua: FrancesePag. 25-36
Etichette: Fede, Religione, Novecento, Fascismo, Chiesa,
Titolo articolo: Crisi di coscienza di un letterato: l’ “Opus” di Franco Cordero
Antropologo della religione, esegeta, politologo, editorialista, nonché penalista, Franco Cordero situa la propria opera al crocevia tra teologico e politico. L’autore dell’articolo analizza per illuminazioni come in “Opus” il romanziere-giurista abbia messo al centro della narrazione un personaggio con il quale condivide molti caratteri. Il protagonista dell’opera del 1972 è un membro dell’Opus Dei, un rappresentante del cattolicesimo che considera la fede come un presupposto indispensabile alla religione e al suo valore politico, che adotta però una logica comune e valida per le scienze esatte, è un razionalista che disanima i problemi con rigore analitico ed impiega la tecnica avvocatizia del contradditorio. Così, l’emblematicità del romanzo consiste nel fatto che il tentativo di dimostrare razionalmente la fede, se compiuto dall’uomo del ventesimo secolo, è destinato a fallire.
Lingua: ItalianoPag. 37-48
Etichette: Fede, Religione, Chiesa, Novecento,
Titolo articolo: “J’ai cessé de croire que les derniers seront les premiers”. Une leçon de style: la guerre, la politique, et la douleur dans les œuvres de Luigi Pintor
Davanti alla messa in scena del dolore e dell’emozione seguita alla morte di papa Giovanni Paolo II, l’autore trova nelle parole di Luigi Pintor una lezione di vita e di coraggio e le elegge a autentico ‘atto di resistenza’ contro il degenerare della vita pubblica in momento televisivo. Luigi Pintor, giornalista de “L’Unità” e poi direttore de “Il Manifesto”, ha infatti saputo raccontare con estremo rigore e serietà la perdita di numerosi famigliari, senza scadere nella banalizzazione e nella spettacolarizzazione del dolore, insegnando ancora oggi al lettore il valore di un impegno politico che è anche civile ed umano, di chi sa usare abilmente e con precauzione le parole per difendere le ragioni dei più deboli ed afferma la necessità di saper osservare il mondo con uno sguardo intelligente, personale e laico, per non scadere nella facilità.
Lingua: FrancesePag. 49-56
Etichette: Fede, Religione, Comunismo, Novecento,
Titolo articolo: L’inquisition: au-delà de la religion. Regards croisés
L’autore studia tre romanzi che offrono una lettura ideologica diversa del soggetto rappresentato, le vittime femminili della fede e dei pregiudizi del XVII secolo (“La strega e il capitano” di Leonardo Sciascia, “La chimera” di Sebastiano Vassalli e “La strega e il capitano” di Gino Songini). Considerandoli romanzi storici, dal rapporto più o meno positivo con Manzoni, l’autore analizza le fonti delle tre opere, per mettere in rilievo il peso della storia della Chiesa cattolica, e gli elementi romanzeschi, per comprendere qual è il messaggio religioso di cui gli autori hanno caricato i propri personaggi fittizi. La conclusione dell’articolo è un’analisi del giudizio espresso dai tre romanzi sulla Santa Inquisizione e sul valore della Chiesa per la veicolazione del messaggio religioso.
Lingua: FrancesePag. 57-68
Etichette: Fede, Religione, Sciascia Leonardo, Vassalli Sebastiano, Songini Gino, Chiesa, Manzoni Alessandro, Romanzo,
Titolo articolo: L’église catholique dans les histoires italiennes de Vassalli
L’universo post-avanguardista di Vassalli è apparentemente conforme ai canoni di generi tradizionali quali il romanzo storico, d’inchiesta, il saggio, il racconto filosofico, ma è fortemente destrutturato e postmoderno, come dimostra la religione, che assume il ruolo di componente di una narrazione cumulativa e infinita, ma anche di strumento polemico del romanziere. L’autore mette in rilievo come Vassalli esprima un profondo nichilismo che lo conduce a rifiutare la fede, a denunciare come prive di fondamento le azioni compiute in nome di qualsiasi dio, a criticare la chiesa e i culti come strumenti di potere basati sulla superstizione e l’ipocrisia, e a considerare la religione come chiave di lettura della propria esperienza di sessantottino e dell’umanità, che nonostante tutto è sempre in cerca di soluzioni utopiche.
Lingua: FrancesePag. 69-80
Etichette: Fede, Religione, Vassalli Sebastiano, Chiesa, Nichilismo, Romanzo storico, Novecento,
Titolo articolo: Sebastiano Vassalli: da abitante del vento a seguace del nulla
L’autrice analizza le opere storiche di Sebastiano Vassalli, in cui la vicenda passata diventa una sorta di allegoria del mondo odierno, e da un confronto iniziale con Manzoni prosegue tracciando i rapporti del romanziere con la religione e con la religiosità. Non vi è spazio per la provvidenza manzoniana, né per il dio cristiano, nello scetticismo di Vassalli, un nichilista che fa del nulla il fulcro della propria religione e della morte l’equilibrio ritrovato della materia. Ma il romanziere, afferma l’autrice, si dà una ‘spiritualità laica’ per cui la salvezza è data nella memoria degli altri a cui viene tramandata la nostra storia, una spiritualità che pone il mestiere di scrittore in stretta relazione con il sacro. Un compito pienamente assunto da Vassalli, che con i suoi romanzi storici intende salvare la memoria dall’oblio, e far vivere le chimere nel mondo attuale, destrutturato.
Lingua: ItalianoPag. 81-90
Etichette: Fede, Religione, Vassalli Sebastiano, Manzoni Alessandro, Nichilismo, Romanzo storico, Ottocento, Novecento,
Titolo articolo: ‘E come si può adorare ciò che strazia?’. Sacro e religiosità in Sciascia e Pasolini
L’autore analizza la religiosità di Pasolini e Sciascia attraverso le opere e il giudizio che ognuno esprimeva sull’altro. Per Pasolini la realtà per eccellenza è quella del sacro con il quale l’‘homo religiosus’ cerca di stabilire un rapporto intimo, contemplativo e serio, nel quale non v’è spazio per l’umorismo e per il manicheismo ‘borghesi’, che implicano riduttività, distacco e razionalità. Pasolini considerava che il moralismo di Sciascia fosse estraneo a quello cattolico, che non “appartenesse al mondo del potere”, poiché si fondava sul manicheismo ma si esprimeva come giudizio distaccato. Perciò l’autore afferma che l’attitudine dei due intellettuali verso la religiosità era opposta: Pasolini vedeva nell’arte un estremo rifugio per il sacro condannato dalla razionalità occidentale, Sciascia concepiva la letteratura illuministicamente come ricerca dissacrante della verità.
Lingua: ItalianoPag. 91-104
Etichette: Sacro, Religione, Chiesa, Fede, Cattolicesimo, Pasolini Pierpaolo, Sciascia Leonardo, Razionalità Umorismo, Novecento,
Titolo articolo: L’enfer d’un monde sans religion: les derniers textes de Pasolini
La religione pasoliniana non si fonda sulla fede in un aldilà o in un dio, ma poggia sui riti e le pratiche religiose, nonché sulla divinità del corpo, simbolizzata dalla figura del Cristo. L’autrice afferma che, soprattutto negli ultimi film e scritti, Pasolini voleva mostrare che il soprannaturale si esprime attraverso la semplice presenza carnale, nuda, dell’essere umano. Una concezione del sacro che non poteva che scontrarsi con la politicizzazione del corpo, radicalizzatasi negli anni ’70, e con l’‘edonismo borghese’ che aveva liberato la sessualità, rendendola inoffensiva. Davanti all’inferno del mondo desacralizzato, Pasolini riaffermava così l’unità di religione e sessualità, e l’impossibilità di ridurre la voluttà, l’intimo alla dimensione sociale e politica, poiché sono le uniche vie permesse all’uomo moderno per entrare in contatto con il divino.
Lingua: FrancesePag. 105-114
Etichette: Fede, Religione, Sacro, Sessualità, Novecento,
Titolo articolo: San Paolo secondo Pasolini: ascesi e organizzazione
Per Pasolini il sacro si manifesta in forme di vita barbare, ai margini della normalità, e può essere identificato con il mondo atavico contadino. La chiesa perde quindi fedeli perché in un mondo borghese che mercifica tutto, anche il sacro, si ostina a porsi come potere temporale e non riesce a riscoprire il valore della carità e dell’amore fraterno, che potrebbero condurla a riscoprire costumi e consuetudini capaci di sottrarla e di renderla avversaria del capitalismo dissacrante, nonché di acquisire nuovi fedeli. L’autrice illumina la scelta di Pasolini per San Paolo (“San Paolo”, 1977), la cui predicazione controcorrente ha avuto spesso il potere di provocare e scandalizzare, il Santo (e non il prete-organizzatore) che predicava nel deserto di un’epoca in piena crisi sociale e ideologica con il quale il poeta di Casarsa si sentiva per molti versi affine.
Lingua: ItalianoPag. 115-126
Etichette: Fede, Religione, Sacro, Chiesa, Novecento,
Titolo articolo: Alessandro Piperno: du judaïsme à la judéité. A la recherche du juif perdu
L’autrice rilegge “Con le peggiori intenzioni” di Alessandro Piperno per sottolineare l’autorappresentazione del romanziere, che in esso mette comicamente in scena il proprio essere figlio di padre ebreo e di madre cristiana, addolorato per l’esclusione dalla comunità religiosa nonostante si riconosca nella cultura ebraica. Piperno adotta l’ironia e l’autoironia caustica, tipica di un ebreo americano quale Woody Allen ma inedita in Italia, e rielabora la propria identità a più livelli. Nel romanzo egli ricrea una realtà e un universo ebraici dove può inserirsi e sentirsi a proprio agio, del quale conosce miti, segreti, abitudini, e può trattare così liberamente temi come la Shoah, l’assimilazione, Israele, l’antisemitismo; dal punto di vista letterario, secondo l’autrice Piperno riesce a trovare l’equilibrio nel proprio sguardo iconoclasta ma, allo stesso tempo, empatico.
Lingua: FrancesePag. 127-132
Etichette: Piperno Alessandro, Fede, Religione, Sacro, Ebraismo, Ebrei, Novecento,
Titolo articolo: Erri De Luca, en mal de la foi
De Luca considera che non sia possibile espiare la colpa dei cittadini che hanno partecipato o non si sono opposti alla nazificazione dell’Europa, prima e durante la seconda guerra mondiale, e che la responsabilità di combattere questo processo sia successivamente ricaduta sul giovane che negli anni ’70 combatteva una nuova Resistenza contro lo Stato democristiano, sull’adulto che negli anni ’90 ha partecipato a diverse missioni umanitarie nell’ex Jugoslavia, sul romanziere che ha tradotto e commentato la Torah e il Talmud percependo al contempo la Shoah come una tragedia vissuta in prima persona. Attraverso l’analisi di concetti quali fede, sacro, vocazione, l’autore mostra come per Erri De Luca l’impegno politico, l’azione umanitaria e l’apprendimento dell’ebraico e dello Yiddish siano aspetti di un unico senso di colpa e un’opera per rimediare all’irrimediabile.
Lingua: FrancesePag. 133-144
Etichette: De Luca Erri, Fede, Cattolicesimo, Religione, Ebraismo, Bibbia, Novecento,
Titolo articolo: “La prima pietra tirata”. Religion et politique chez Erri De Luca
Erri De Luca aveva vissuto dall’interno la nascita e la fine di Lotta Continua, nel cui sviluppo nella lotta armata egli ha poi ravvisato la presunzione di purezza e la volontà di potenza. L’autore fa notare che, conclusa l’avventura giovanile, De Luca non ha mai cessato la propria lotta politica, né ha smesso di credere agli ideali proposti dalla sua generazione, così nella scelta di vivere politicamente il lavoro operaio anche quando l’operaismo era sconfitto, o nella volontà di trovare l’espressione letteraria del comunismo vissuto in gioventù nella lettura e nel commento dei testi sacri. Zancarini afferma quindi che Erri De Luca tende a mettere in valore, in tutte le esperienze vissute, la charitas, l’amore divino o fraterno, e che nella letteratura e nei testi sacri ha trovato un’occupazione che sussume un ideale tanto politico quanto religioso.
Lingua: FrancesePag. 145-155
Etichette: De Luca Erri, Fede, Religione, Sacro, Politica, Ebraismo, Bibbia, Cattolicesimo, Novecento,
Titolo articolo: Sollecitazioni Buddhiste nell’opera di Calvino
Italo Calvino nacque a Cuba da genitori scienziati: nell’Italia fascista, il futuro scrittore non poteva che affermarsi libero pensatore e in seguito trovare il proprio milieu presso Einaudi, dove intellettuali dalle molteplici origini religiose creavano una cultura civile anche attraverso la pubblicazione di studi di religione. L’autore fa notare che, nonostante la tollerante e rispettosa distanza dalle religioni che domina in generale nell’attitudine e nei testi di Calvino, è possibile rilevare una costante riflessione sul buddhismo. Inizialmente curioso e sospettoso, soprattutto di fronte ai beatniks, a partire dalla metà degli anni ’60, sulla scorta di Borges Calvino avrebbe riconosciuto un valore positivo all’interiorità come dimensione separabile dall’azione, ma che da questa non può prescindere, al dimenticare se stessi come tappa del raggiungimento della beatitudine.
Lingua: ItalianoPag. 155-167
Etichette: Calvino Italo, Religione, Sacro, Novecento,
Titolo articolo: Le thème religieux dans la prose des auteurs musulmans de la littérature migrante italienne: entre présence et absence
L’autore postula che la scrittura in lingua italiana degli autori migranti rifletta la loro volontà di comunicare con il paese che li ospita, per affermare tra l’altro la propria identità ed alterità ed evitare così che siano deformate dallo sguardo degli italiani. L’aspetto che è percepito come indice di maggiore alterità tra la società italiana e le società a civilizzazione musulmana è il posto della religione nella vita degli individui e delle società stesse. Eppure, l’autore ricorre a numerose analisi classificatorie e giunge ad affermare che la religione non è il tema centrale di tutti gli autori migranti di origine musulmana, ma è il più ricorrente tra tante altre affermazioni dell’alterità. Un tema affrontato in modo sempre ‘inatteso’, fattore di originalità e varietà letteraria che diventa segno di radicale alterità solo agli occhi dei lettori italiani.
Lingua: FrancesePag. 167-196
Etichette: Fede, Religione, Islamismo, Novecento, Emigrazione, Interculturalità,
Titolo articolo: In partibus infidelium
Rileggendo “Todo modo”, “Dalle parti degli infedeli” e “Morte dell’inquisitore”, l’autrice dimostra che Sciascia, benché sia stato spesso giudicato un anticlericale impenitente, criticando la chiesa cattolica intendeva difendere i ‘migliori cristiani’, quelli che erano stati relegati tra gli eretici. Il siciliano attaccava le gerarchie ecclesiastiche e il loro pendant politico, poiché nelle loro azioni ravvisava una profonda ingiustizia, nel loro considerarsi legittimati da una potenza superiore un’iniquità e un’irrazionalità che andavano contro i principi illuministici difesi da Sciascia. L’autrice mostra quindi che, dopo “Todo modo”, il romanziere avrebbe rinunciato al poliziesco in quanto genere metafisico, che presuppone un aldilà, per sperimentare l’inchiesta filologica, con la quale riabilitò storicamente gli esponenti minori della chiesa, gli scomunicati che con il siciliano condividevano il bisogno di giustizia, il pensiero della morte e il sentimento di pietà.
Lingua: FrancesePag. 197-210
Etichette: Sciascia Leonardo, Todo modo, Dalle parti degli infedeli, Morte dell’inquisitore, Religione, Chiesa, Fede, Novecento,
Titolo articolo: Le teologie comunicanti di Giuseppe Bonaviri, autore delle “Novelle saracene”
Nelle novelle di Giuseppe Bonaviri si riconoscono moltissime stratificazioni storico-etniche e magiche, di un epos cavalleresco del contado siciliano, nelle quali il “medico-narratore-poeta” viaggia alla ricerca dell’identità e delle origini, edificando così una sorta di poema dell’epifania della propria terra. La letteratura panica di Bonaviri, ‘filosofia naturale’ sostenuta da malinconia e morte, affonda infatti le radici nel mondo contadino siciliano e lentamente racconta i drammi che si svolgono nella comunità. Ma la Sicilia è culla di culture disparate, le “Novelle saracene” s’ispirano alla tradizione popolare di tutto il Mediterraneo, attraverso un itinerario letterario che si snoda tra le influenze arabe, giudaiche, cristiane, benché gli strani percorsi narrativi – come dimostra l’autrice – esprimano un sacro vissuto come esperienza comune, animistica e pre-religiosa.
Lingua: ItalianoPag. 211-220
Etichette: Bonaviri Giuseppe, Natura, Religione, Sacro, Novecento,
Titolo articolo: La religiosità immanente nella narrativa di Giuseppe O. Longo
Il progressivo riconoscimento dei limiti della scienza come fonte di verità spinge Giuseppe O. Longo a ricercare altre sorgenti di un assoluto di cui sembrerebbe che gli uomini abbiano un bisogno incoercibile. L’autrice mette in luce come, sulla scia della traduzione delle opere antropologiche di Gregory Bateson, Longo compia una continua rappresentazione letteraria dei rapporti tra senso e indagine scientifica per dimostrare come alla razionalità sfugga l’indicibile, ‘l’unica cosa di cui ci interessa parlare’, la realtà nascosta sotto quella sensibile e pronta a scaturire nei momenti di debolezza della ragione. L’autrice riconosce che, tra cielo e terra, in “L’acrobata” Longo sbocchi a una concezione panteistica della natura e ad affidare alla letteratura il compito di esprimere la verità, il senso, compiendo così una fusione delle ‘due culture’.
Lingua: ItalianoPag. 221-232
Etichette: Longo Giuseppe, Religione, Sacro, Bateson Gregory, Antropologia, Novecento,
Titolo articolo: Entre superstition, sensualité et fatalisme: le sens du religieux dans “Il bastardo di Mautàna” de Silvana Grasso
Benché Silvana Grasso situi gli avvenimenti raccontati in “Il bastardo di Mautàna” tra il 1921 e il 1948, la narrazione è priva di riferimenti alla ricca storia dell’Italia in quegli anni. La scrittura irriverente mette infatti in evidenza le caratteristiche antropologiche dei personaggi e della comunità, si focalizza sulla cultura, sui rapporti sociali e sulla religione di una Sicilia rinchiusa nel proprio mondo. L’autore mostra come il fatalismo e la superstizione, frutto di un cattolicesimo pagano che si esplica nello spazio e nel tempo della vita della comunità e dei riti collettivi, siano garanti dei valori etico-sociali tradizionali e limitino le libertà individuali, e come siano diversamente incarnati dai personaggi maschili o femminili, obbedienti o opposti alla morale vigente.
Lingua: FrancesePag. 233-245
Etichette: Grasso Silvana, Religione, Cattolicesimo, Sacro, Novecento,
Titolo articolo: Il senso del religioso nella narrativa di Tabucchi, Celati e Bufalino
L’autore parte dalla lettura delle opere che alcuni intellettuali (Vattimo, Gentiloni, Natoli, Eco) hanno dedicato alla fede e all’ ‘agnosticismo religioso’, per rilevare la loro diffidenza verso i sistemi totalizzanti e l’affermazione della necessità dell’umana solidarietà e di una forte dimensione etica anche nel mondo post-metafisico. Un mondo che si allontana sempre più dai principi razionali dell’illuminismo e riscopre il sacro e l’irrazionale, già messi in luce da Calvino. L’autore estrae dunque dall’opera di Tabucchi le riflessioni sul male nel mondo e sul senso di colpa, che fanno dei suoi racconti una sorta di confessionale; mostra come Gianni Celati rifiuti il ritorno ai valori religiosi tradizionali ma affermi la propria scrittura come ponte verso l’ignoto; afferma che alla scrittura trasgressiva e religiosa di Bufalino corrisponde la diffidenza da tutto ciò che è sacro.
Lingua: Olandese/ItalianoPag. 245-255
Etichette: Religione, Fede, Sacro, Vattimo Gianni, Gentiloni Umberto, Natoli Salvatore, Eco Umberto, Novecento, Illuminismo, Etica, Celati Gianni, Tabucchi Antonio, Bufalino Gesualdo,
Titolo articolo: Un refus fasciné – L’ambivalence du religieux chez Tabucchi
Secondo l’autore, l’opera di Tabucchi, che si definisce agnostico, scettico o non credente, manifesta un rapporto problematico con la religione e il sacro tipico delle società occidentali moderne, dall’Illuminismo al New Age passando per la teosofia, caratterizzate da un declino costante delle istituzioni e dei dogmi religiosi e dalla contemporanea ricerca di senso per un’esistenza nella quale il mistero recupera sempre più importanza. Se infatti alcuni personaggi di “Piazza d’Italia”, “Sostiene Pereira”, “Notturno indiano” sostengono il relativismo, lo scetticismo, la diffidenza della fine del XX secolo verso i sistemi fondati sull’irrazionale, altri affermano i dogmi di diverse religioni, il misterioso nulla, ed esprimono così la posizione ambigua, allusiva, non assoluta di Tabucchi di fronte alla problematica del sacro.
Lingua: FrancesePag. 255-267
Etichette: Fede, Religione, Sacro, Nichilismo, Novecento, Tabucchi Antonio,
Titolo articolo: Riscrivere i Vangeli tra eclissi e ritorno del sacro : sei riscritture italiane dei Vangeli
Partendo dal concetto idealistico di ‘senso del religioso’ come dimensione essenziale dell’uomo che, anche ateo, è ‘homo religiosus’, l’autrice esamina le sei riscritture dei Vangeli operate da altrettanti autori contemporanei (Mario Brelich, Mario Pomilio, Giuseppe Berto, Giorgio Saviane, Sebastiano Vassalli e Roberto Pazzi) e le interpreta come espressione della secolarizzazione e della desacralizzazione del Cristo, non più narrato come ‘figlio di Dio’ ma dai romanzieri eletto ad archetipo dell’uomo abitato dalla divinità, a pasoliniano maestro di saggezza. Il Cristo dei Vangeli moderni è inoltre il mediatore del rapporto dell’uomo con Dio, tanto sul piano dell’esistenza quanto su quello dell’immaginario, poiché la sua vicenda esemplifica più profondamente del mito la storia dell’uomo come senso e fine della creazione.
Lingua: ItalianoPag. 267-276
Etichette: Sacro, Bibbia, Religione, Brelich Mario, Pomilio Mario, Berto Giuseppe Berto, Saviane Giorgio, Vassalli Sebastiano, Pazzi Roberto, Novecento,
Titolo articolo: Olimpo e paradiso all’inferno. Lo spazio del sacro nelle catabasi infernali di Aldo Nove
Negli scritti di Aldo Nove l’inferno coincide con la realtà mercificata in cui lo scrittore stesso sprofonda e dove tutto, pure gli uomini, è ‘in sé’, un mondo infero abitato da dèi pagani e dalle figure del paradiso cristiano. Dietro alle ‘metafore ossessive’ che accorpano sacro, cristiano e profano consumistico, occultato dalla continua rappresentazione della regressione al grado zero dell’esistenza, dei corpi, del linguaggio, l’autrice mette in risalto come gli scritti di Aldo Nove testimonino una profonda povertà linguistica e di immaginazione, nonché un punto di vista estremamente snobistico del narratore onnisciente, distinto e colto. La saggista conclude affermando che, se sono passati gli anni in cui i ‘cannibali’ e i loro dèi facevano paura, la letteratura italiana dovrebbe superare il camaleontismo che trascina linguaggio e immaginario nel vortice delle cose e del loro commercio.
Lingua: Olandese/ItalianoPag. 277-288
Etichette: Religione, Sacro, Novecento, Duemila,
Titolo articolo: “Severina” di Ignazio Silone (1981). Vocazione e ribellione di suor Severina
“Severina” è un romanzo non concluso da Silone, che in fin di vita rivenne a temi che l’avevano impegnato in precedenza e che gli premevano sin da quando aveva abbandonato la Chiesa a causa dell’insofferenza contro l’arretratezza, la passività e il conformismo dell’apparato clericale con i poteri terreni dominanti. Un rifiuto dell’istituzione al quale corrispondeva però una profonda e travagliata fede cristiana, come il romanziere e socialista rappresentò nel personaggio di Suor Severina, una sorta di Jacopone, Campanella, Bruno dei giorni nostri, una ‘rivoluzionaria’ che serve meglio la causa di Cristo spogliandosi degli abiti monacali. L’autore mostra quanto Severina sia un esempio di come l’apparente dicotomia dei personaggi di Silone, divisi tra religione e politica, tra fede e slancio anarchico-rivoluzionario, si fondi sul sincretismo rinvenibile nella biografia del romanziere.
Lingua: ItalianoPag. 289-296
Etichette: Politica, Socialismo, Religione, Fede, Sacro, Novecento, Silone Ignazio,
Titolo articolo: Mésaventures de la religion-fiction: “Roma senza papa” de Guido Morselli
Scritto nel 1966, “Roma senza papa” di Guido Morselli è un romanzo d’anticipazione, una rappresentazione realistica, né utopica né distopica, della chiesa cattolica come, concluso il Vaticano II, il romanziere poteva immaginarsela nell’ultimo decennio del XX secolo: una chiesa ecumenica, vicina al protestantesimo, in buoni rapporti con Islam e ebraismo, che ha integrato la psicanalisi e predica un’economia sovietica. L’autore rileva che Morselli non credeva affatto alle proprie invenzioni, e che tuttavia con il primo romanzo pubblicato postumo affrontasse questioni fondamentali dal punto di vista religioso e teologale, e affermando la differenza assoluta di Dio, anche dalle istituzioni religiose, criticasse le trasformazioni di una chiesa cattolica sempre più lontana dal mistero originale e affermasse la solitudine dell’uomo in una storia priva di senso.
Lingua: FrancesePag. 297-306
Etichette: Chiesa, Cattolicesimo, Religione, Nichilismo, Novecento, Morselli Guido,