Le riviste sostenitrici
Cahiers d’études italiennes | 2008 | N. 7
Anno 2008 – N. 7
A cura di Marco Maffioletti
Titolo articolo: Avant-propos
In onore e in memoria di Alain Sarrabayrouse, stroncato dalla malattia, Christophe Mileschi ha portato a termine questo numero dei “Cahiers d’études italiennes”, che il maestro voleva dedicare alle immagini e alle forme narrative con le quali, a partire dagli anni ’80, la letteratura italiana ha rappresentato due fenomeni opposti e allo stesso tempo complementari dell’odierna società occidentale: la ‘diversità’ (etnica, religiosa, culturale, sessuale, ecc.) e la ‘globalizzazione’.
Lingua: FrancesePag. 9-10
Etichette: Alterità, Globalizzazione, Letteratura, Novecento,
Titolo articolo: Il rombo dall’ “Emilia paranoica”. “Altri libertini” di Tondelli
“Altri libertini” di Tondelli può essere ritenuto una pietra miliare della letteratura italiana degli ultimi trent’anni per la violenza affatto passeggera e superficiale con cui suoi giovani eroi/anti-eroi si ribellano alle cittadine emiliane, patrie claustrofobiche dalle quali cercano di sfuggire tramite la droga, il viaggio, l’abuso dei corpi, manifestando così la propria identità e la propria differenza dall’ordine costituito. Oltre a una lettura dei temi che uniscono i sei racconti di “Altri libertini”, l’autore analizza l’opera sotto un profilo linguistico e stilistico, mettendo in luce le tecniche adoperate da Tondelli per ritrarre in letteratura la violenza che i suoi personaggi impiegano per marcare la propria differenza dal mondo della provincia.
Lingua: ItalianoPag. 11-22
Etichette: Alterità, Libertà, Pace, Narrativa, Novecento, Tondelli, Altri libertini,
Titolo articolo: Meditazione sulla diversità e sulla ‘separatezza’ in “Camere separate” di Pier Vittorio Tondelli
Tramite un intreccio semplice, una complessa struttura a blocchi e l’adozione di forme narrative tipiche dell’autobiografia e della letteratura diaristica e interiore, in “Camere separate” Pier Vittorio Tondelli affronta i temi delle opere precedenti (la diversità che si manifesta in fughe e ritorni alle radici, nell’emarginazione sociale e sessuale, il lutto per la perdita di giovinezza, amore e ideale) ponendole sotto il segno della scrittura. L’autrice sottolinea come, nonostante il nichilismo soggiacente al senso di ‘sottrazione primaria’ dovuta all’alterità, in limine alla propria esistenza, Tondelli abbia raggiunto la maturità letteraria in una concezione della scrittura come maternità simbolica, come atto fecondo di un amore impossibile da concretizzare altrimenti.
Lingua: ItalianoPag. 23-33
Etichette: Alterità, Omosessualità, Nichilismo, Scrittura, Tondelli, Novecento, Narrativa,
Titolo articolo: Invention de la différence et altérité absolue dans l’œuvre de Sebastiano Vassalli
Il tema della differenza, declinato nei romanzi di Vassalli in tutte le sue forme (fisica, mentale, linguistica, sessuale, morale, sociale, religiosa), diventa centrale in “La notte della cometa”, “La chimera” e “Marco e Mattio”. Mantenendo sullo sfondo i riferimenti alle riflessioni di Nietzsche, Lévinas, Foucault e Derrida sull’alterità del folle e del poeta, l’autrice mostra come in questi tre romanzi Vassalli si appoggi su realtà storiche e documenti d’archivio per denunciare le aberrazioni commesse dall’uomo in nome della normalità, ma soprattutto per mettere al centro della narrazione l’alterità assoluta, irriducibile alla ragione e alla scienza, il nulla che Vassalli si adopera di penetrare con la letteratura e i suoi protagonisti, poeti e folli.
Lingua: FrancesePag. 35-43
Etichette: Alterità, Follia, Poeta, Nichilismo, Novecento, Narrativa, Sebastiano Vassalli,
Titolo articolo: La religion juive ou la découverte de l’altérité dans “La parola ebreo” de Rosetta Loy
In “La parola ebreo” Rosetta Loy risale nella memoria verso l’infanzia e si scontra con l’oblio che avvolge un periodo dell’infanzia, quando all’inizio della seconda guerra mondiale scopriva l’alterità osservando i vicini di casa ebrei. L’autrice rileva come il romanzo si realizzi in una scrittura che si dissolve nell’indicibile. Il silenzio assume infatti il compito di legame nei passaggi tra le parti narrative e quelle storiche, ricerche nella memoria e nei documenti compiute da Rosetta Loy per dare un senso alla diversità degli ebrei, un’alterità mai compresa, e nel passato coperta dall’ignoranza come dal silenzio degli adulti, della società e della storia.
Lingua: FrancesePag. 45-51
Etichette: Alterità, Ebraismo, Ebrei, Silenzio, Rosetta Loy, La parola ebreo, Novecento, Narrativa,
Titolo articolo: La sorcière comme image de la différence dans “La chimera” de Vassalli
Dopo avere riscontrato nei saggi di Carlo Ginzburg una fonte probabile del romanzo di Vassalli e in documenti storici non ancora riscontrati quella di Antonia, la ‘strega’ protagonista de “La chimera”, attraverso il costante confronto con “I promessi sposi” l’autore mette in luce la parodia vassalliana dell’ipotesto, il capovolgimento della fede e del razionale ottimismo manzoniano nel nichilismo e nella diffidenza di Vassalli verso la Chiesa cattolica. L’autore contemporaneo mostra infatti che nel presente vigono gli stessi meccanismi sociali del passato e accusa le istituzioni di eliminare tutti quelli che si allontanano dalla normalità: il solo diritto che regna è quello della violenza e dell’irrazionale e, per eliminare le cause del male, la società ha sempre bisogno di un capro espiatorio, di un diverso come Antonia.
Lingua: FrancesePag. 53-63
Etichette: Alterità, Nichilismo, Chiesa, Sebastiano Vassalli, La chimera, Novecento, Narrativa,
Titolo articolo: La figure du juif dans “La Storia” d’Elsa Morante
In “La Storia”, Elsa Morante narra il dramma degli ebrei nella Roma occupata dai tedeschi, cita articoli di commento fascista alle leggi razziali per mostrarne l’assenza di fondamenta scientifiche, ma fornisce un’immagine stereotipica degli ebrei. L’autrice sottolinea che nonostante la certa simpatia della Morante per la comunità ebraica e l’importante funzione che il romanzo assume nella memoria collettiva, la descrizione sfocia spesso nel miserabilismo e nella caricatura degli ebrei, che appaiono senza coscienza e incapaci di rispondere alla fresca vitalità dei nazisti. Dando voce a un immaginario antico e ben presente nella letteratura, in “La Storia” Elsa Morante si mostra così incapace d’integrare l’alterità ebraica.
Lingua: FrancesePag. 65-74
Etichette: Alterità, Ebrei, Immaginario, Novecento, Narrativa, La Storia, Elsa Morante,
Titolo articolo: Fra differenza e identità. Microcosmo e ibridismo in alcuni romanzi di Luigi Meneghello
Meneghello lasciò il Veneto per l’Inghilterra quando aveva venticinque anni, e quarantacinque quando iniziò a ricostruire, andando alla ricerca delle origini tramite la scrittura, un’identità messa in discussione dal confronto con l’Altro. L’autore fa risaltare nelle opere di Meneghello le immagini della differenza che nascono dalle innumerevoli riflessioni metalinguistiche sul rapporto conflittuale fra lingua standard e dialetto vicentino. Un dialetto che nell’opera di Meneghello non assume una funzione realistica o espressionistica, ma che per la sua consistenza ontologica permette di dire il mondo delle cose. Il critico mostra che nella scrittura di Meneghello, quando il dialetto è assorbito dalla lingua, non resta che un profondo senso d’estraneità al paese originario e alla realtà d’adozione, tipica dell’emigrato.
Lingua: ItalianoPag. 75-89
Etichette: Alterità, Dialetto, Emigrazione, Novecento, Narrativa, Luigi Meneghello,
Titolo articolo: Spazialità e nostos in “La festa del ritorno” di Carmine Abate
Il tema del viaggio come condizione esistenziale e condanna sociale trama tutta “La festa del ritorno”, racconto di un giovane italo-albanese arbëreschë che soffre per la mancanza del padre, un lavoratore emigrante. L’autore rileva come nel romanzo di Abate lo spostamento, la mancanza di uno spazio-tempo fisso, determinino fenomeni di alienazione, di frantumazione del rapporto identità-comunità su cui si basa il riconoscimento sociale dell’individuo. Ciò costringe l’emigrante (il padre, ma anche il figlio) a sentire la propria ‘diversità’ sia nei confronti di coloro che sono restati, sia degli abitanti che lo hanno accolto, a sentirsi ovunque forestiero. Il racconto, il colloquio con gli altri e i riti folklorici sono secondo l’autore gli elementi che unificano le diversità che attraversano “La festa del ritorno” (linguistiche, spaziali, generazionali) e reiterano il mito della comunità.
Lingua: Olandese/ItalianoPag. 91-100
Etichette: Alterità, Racconto, Emigrazione, Alienazione, La festa del ritorno, Carmine Abate, Novecento, Narrativa,
Titolo articolo: L’île partagée. Géographes de la différence dans “Passavamo sulla terra leggeri” de Sergio Atzeni
In “Passavamo sulla terra leggeri” l’io del narratore trascrive il racconto di un collettivo ‘noi’, del popolo sardo che narra la propria epopea dal 2400 a.C. al XIV secolo. Comparando l’opera di Atzeni con romanzieri creoli che hanno ugualmente fondato le epiche origini dei propri popoli attorno alle coordinate dello spazio e del tempo, l’autore riconosce in Atzeni una diversità alla terza potenza, perché scrive da sardo poco accettato dai sardi, è incompreso dai non sardi e, né in Sardegna né sul continente, si sente a casa propria, in quanto egli vuole mostrare che l’incontro tra culture porta a una complessificazione del pensiero, che dall’antica comprensione sintetica diviene analitica grazie al confronto con l’alterità.
Lingua: FrancesePag. 101-111
Etichette: Alterità, Passavamo sulla terra leggeri, Sergio Atzeni, Novecento, Narrativa,
Titolo articolo: Images et formes de la différence identitaire et insulaire chez Marcello Fois
Nei romanzi di Marcello Fois si riscontrano due fattori comuni: il genere poliziesco e la Sardegna in cui avvengono i misfatti. Nella trilogia storica, ambientata alla fine del XIX secolo, l’autrice sottolinea l’opposizione percepita dagli isolani rispetto all’ “Altro mondo” da dove provengono le leggi che minacciano le peculiarità locali. In quella contemporanea (fine XX secolo), la colonizzazione è in gran parte avvenuta, e i personaggi si sentono stranieri a loro stessi, vivono uno spaesamento che impedisce loro di ritrovarsi nel paesaggio degradato e nelle tradizioni svuotate di senso. Secondo l’autrice è convincente la ricostruzione della memoria storica sarda operata da Fois, in quanto il romanziere penetra nella particolarità, nella diversità sarda senza mai lasciarsi andare a un’esaltazione sterile, tipica del localismo.
Lingua: FrancesePag. 113-124
Etichette: Alterità, Novecento, Narrativa, Marcello Fois, Colonialismo, Memoria,
Titolo articolo: Quelle marginalités? La recherche de la différence chez quelques écrivains à la charnière des XXe et XXIe siècles
Nelle prime opere dei ‘nuovi cannibali’ (Ammaniti, Lucarelli, Nove, ecc.) e di Enrico Brizzi, l’autore evidenzia che la marginalità dei personaggi è la loro prima forma di differenza rispetto al mondo circostante. Una marginalità che non dà luogo ad alcuna critica sociale, ma piuttosto alla disillusione, al disinteresse, in quanto i personaggi sono periferici alla vita, più che alla società. Privi di certezze, progetti, sogni e utopie, le storie di giovani della fine del XX secolo sono rappresentate dai “nuovi cannibali” tramite uno stile altamente eclettico, dove la citazione di un verso stilnovistico è giustapposta a riferimenti a cinema, televisione, pornografia, fumetto. In questo modo l’autore indica nella ricerca volontaria della marginalità la giustificazione della scrittura dei ‘nuovi cannibali’.
Lingua: FrancesePag. 125-135
Etichette: Alterità Novecento Narrativa Nuovi cannibali Enrico Brizzi,
Titolo articolo: Identità femminile e generazionale in “In principio erano le mutande” di Rossana Campo
Dopo avere inserito “In principio erano le mutande” nel genere picaresco, l’autore contesta la definizione di ‘oralità scritta’ comunemente utilizzata per indicare la lingua della narrativa campiana e afferma che le scelte stilistiche di Rossana Campo non mirano a riflettere mimeticamente una determinata realtà linguistica (il parlato dei giovani contemporanei), ma a creare un’immagine il più possibile coerente dei protagonisti, spesso caratterizzati da una personalità incoerente. Tramite un confronto dei contenuti con “Porci con le ali” di Ravera e Radice, l’autore procede nell’analisi della coscienza dell’identità femminile e generazionale nel romanzo d’esordio della Campo, riconoscendo così nella romanziera un’espressione compiuta del postideologismo e del postfemminismo.
Lingua: ItalianoPag. 137-148
Etichette: In principio erano le mutande, Rossana Campo, Lidia Ravera, Marco Lombardo Radice, Porci con le ali, Alterità, Novecento, Narrativa, Femminismo, Ideologia,
Titolo articolo: Dall’uguaglianza alla differenza e oltre. Romanzi-testimonianza di Lidia Ravera
L’autrice considera Lidia Ravera un modello rappresentativo del femminismo italiano e delle sue evoluzioni, in quanto era stata partecipe della contestazione giovanile e del movimento femminista sin dai loro esordi, benché in seguito avesse in parte cambiato le proprie posizioni. L’interesse dell’autrice è mostrare infatti il passaggio dal femminismo egualitario degli anni ’70 a quello della differenza, per giungere a una critica dell’epoca attuale, dove impera l’omologazione dei ruoli, delle funzioni sociali, politiche e culturali, la democratizzazione è concepita come libero accesso e distribuzione dell’informazione, ma dove nessuno si impegna per eliminare l’ineguaglianza tra le categorie generiche divise, come afferma Lidia Ravera, non più da fattori culturali, ma biologici. Perché la donna, a differenza dell’uomo, è ancora e sempre il proprio corpo.
Lingua: ItalianoPag. 149-158
Etichette: Alterità, Novecento, Narrativa, Lidia Ravera, Femminismo, Ideologia, Corpo,
Titolo articolo: Il fascino della differenza nell’identità (in crisi) dello scrittore, del critico, dell’intellettuale. Bazlen, Debenedetti, Benjamin nella narrativa italiana 1983-(2001)-2004
L’articolo evidenzia, con periodizzazione e tematizzazioni generali e parche citazioni dai testi, il ‘ritorno narrativo’ di alcuni uomini di cultura che incarnano una certa idea della differenza, che percependo la frantumazione novecentesca della soggettività esprimono una profonda volontà di differenza intellettuale rispetto al mondo che li circonda: Walter Benjamin, nel romanzo “L’angelo della storia” di Bruno Arpaia e in “Tutto il ferro della torre Eiffel” di Michele Mari; Giacomo Debenedetti, in “Giacomino” del figlio Antonio e “Il Novecento segreto di Giacomo Debenedetti” di Walter Pedullà; Roberto ‘Bobi’ Bazlen, in “Lo stadio di Wimbledon” di Daniele Del Giudice.
Lingua: ItalianoPag. 159-169
Etichette: Walter Benjamin, Giacomo Debenedetti, Antonio Debenedetti, Roberto Bazlen, Daniele Del Giudice, Walter Pedullà, Bruno Arpaia, Michele Mari, Alterità, Novecento, Narrativa,
Titolo articolo: Gendarmes et voleurs à l’heure de la globalisation dans les romans noirs de Massimo Carlotto
Massimo Carlotto è l’iniziatore in Italia di un nuovo tipo di giallo, paragonabile al thriller americano. Gli investigatori dei romanzi polizieschi dell’ex-latitante sono infatti diversi dagli eroi classici del giallo, perché in loro coabitano i codici della delinquenza e della Giustizia, e non rappresentano uno Stato immune dalla corruzione morale in quanto nelle loro indagini si oppongono alla malavita con il ‘colletto bianco’. L’autrice rintraccia in Carlotto una denuncia del sovvertimento dei valori dello Stato grazie alla prospettiva ambigua dei personaggi e allo sconvolgimento dei codici del genere, dove il crimine non è più il risultato di una serie di cause analizzabili razionalmente, ma si inscrive come un fatto quotidiano nell’indifferenza generalizzata della società globale.
Lingua: FrancesePag. 171-182
Etichette: Massimo Carlotto, Poliziesco, Globalizzazione, Alterità, Novecento, Narrativa,
Titolo articolo: Éthique de la différence dans “Il padre e lo straniero” de Giancarlo De Cataldo
Lungo una ricerca sulla figura dello straniero nella letteratura contemporanea scritta da autori nati in Italia, l’autrice ha rilevato nel romanzo poliziesco l’importanza dei ruoli assunti dagli stranieri, l’ ‘altro’ che per eccellenza è sospetto in quanto ‘altro’, opaco di fronte allo sguardo dell’investigatore, colui che appunto ristabilisce la trasparenza e la leggibilità del reale. Tra il giallo e il thriller, “Il padre e lo straniero” di De Cataldo si presenta come un poliziesco, ma non presenta indizi coerenti che conducano alla soluzione del mistero, che infatti non avviene. Al centro degli interessi del romanziere sta infatti la rappresentazione della differenza, di un popolo di personaggi ‘altri’ che, apparentemente caduchi, incarnano i valori positivi, abbandonati da una società mediatizzata in cui la ‘normalità’ si incarna nell’eccellenza e nella sua etica.
Lingua: FrancesePag. 183-193
Etichette: Poliziesco, Alterità, Novecento, Narrativa, Giancarlo De Cataldo, Il padre e lo straniero,
Titolo articolo: Figure della differenza nella narrativa di Walter Siti
L’etichetta coniata da Walter Siti per definire la propria narrativa è quella di “autobiografia di fatti non accaduti”, una narrativa dove tutta la personalità dell’autore è travestita in personaggi e in accadimenti immaginari. Dopo aver reperito le tracce di una riscrittura dantesca, l’autore dell’articolo analizza quattro modalità della differenza che si affacciano nell’opera di Siti: il plurilinguismo e l’antiaccademismo, lungo una tradizione che va da Dante a Pasolini e si oppone alla normalità dell’umanesimo petrarchesco; l’alterità rispetto agli eterosessuali e agli omosessuali che vivono pacificamente la propria sessualità; la complessa relazione edipica con il padre, percepito come un ‘altro’ assoluto; l’ignavia, la passività dell’autore-personaggio che osserva la vita, straniato di fronte al mondo che gli si muove incessantemente attorno.
Lingua: ItalianoPag. 195-206
Etichette: Walter Siti, Omosessualità, Alterità, Novecento, Narrativa, Critica,
Titolo articolo: La narrativa lesbica italiana nel contesto europeo. Note al margine
Nel passato escluso dall’immaginario occidentale, nel XX secolo l’amore lesbico non era un soggetto pronto a narrarsi ma innanzitutto oggetto da decolonizzare dallo sguardo maschile, che l’aveva precedentemente rappresentato secondo i propri codici e feticci. La narrazione dell’amore tra donne si trovava così nella difficile situazione dell’irregolarità, che impose la necessaria ritraduzione del simbolico in un ordine meglio conosciuto e più facilmente comunicabile. L’autrice sottolinea che, mentre la tematica dell’amore fra donne ha visto una sorta di fioritura all’interno del canone e delle modalità narrative delle letterature occidentali ed europee, in Italia si trovano ancora poche opere che siano state assimilate all’interno del canone, anche per la difficoltà dell’ambiente accademico a recepire le implicazioni di una letteratura nuova, relegata in uno spazio d’alterità assoluta.
Lingua: ItalianoPag. 207-217
Etichette: Omosessualità, Alterità, Narrativa, Novecento, Donna,
Titolo articolo: La rappresentazione della differenza. Il ritorno di Meg March nella letteratura scritta dalle donne
Constatato che nella letteratura scritta da donne molti personaggi fermminili sono ‘cattive bambine’, che stimano se stesse e lottano per la parità dei sessi, l’autrice si chiede dove siano finite le ‘brave’, riscontrando così la proliferazione di autrici italiane che confondono femminilità con civetteria e refrattarietà al sesso. La risposta la trova nei romanzi di Barbara Garlaschelli, dove donne dall’esistenza normale, rinchiuse in ‘case-nido-prigione’, subiscono uno shock che le spinge ad agire in modo efferato e a trasformarsi, lungo il filo della spontaneità e dell’intuizione, in assassine. Donne che sfuggono alla comprensione, i personaggi di Garlaschelli, perché la loro diversità rispetto alla normalità (femminile) e alla giustizia non può essere afferrata con chiarezza.
Lingua: ItalianoPag. 219-230
Etichette: Barbara Garlaschelli, Donna, Alterità, Novecento, Narrativa,
Titolo articolo: The evolution of the theme of sexual difference as revealed through the experience of rape in Sibilla Aleramo’s “Una donna” and Dacia Maraini’s “La lunga vita di Marianna Ucria”
Nei romanzi “Una donna” di Sibilla Aleramo e “La lunga vita di Marianna Ucria” di Dacia Maraini, le due romanziere criticano la violazione patriarcale delle donne, in quanto le protagoniste trionfano sui rispettivi mariti e riscattano così lo stupro che le aveva costrette al matrimonio. L’autrice descrive l’evoluzione della rappresentazione della sessualità e della diversità femminile tra i due romanzi: in “Una donna”, la protagonista riscatta la propria libertà tramite la lettura e rifiutando di avere rapporti con il marito; nel romanzo di Dacia Maraini, invece, Marianna Ucria si chiude nella sordità e nel mutismo, scopre il piacere della scrittura scopre in seguito, al di fuori del matrimonio, il piacere sessuale.
Lingua: InglesePag. 231-240
Etichette: Sibilla Aleramo, Una donna, Dacia Maraini, La lunga vita di Marianna Ucria, Alterità, Donna, Novecento, Narrativa,
Titolo articolo: Le differenze culturali e la figura dell’immigrato in “Benvenuti in questo ambiente” di Carmen Covito
Dato l’inizio relativamente recente dell’immigrazione, in Italia ancora non esistono studi sull’interculturalità e la letteratura stenta a metterli al centro della narrazione. L’autrice propone così una lettura della diversità nel romanzo “Benvenuti in questo paese”, dove con ironia e giocando con gli stereotipi nazionali, Carmen Covito assegna all’immigrato la funzione di specchio critico e straniante rispetto alle due culture, la materna e l’italiana. La Covito assume consciamente una posizione post-modernista e, all’interno di un discorso sulle differenze culturali e sulla frammentazione del reale rappresentato dai media, difende i diritti dell’individuo contro il concetto di identità collettiva, giungendo così a mettere in scena gli aspetti transculturali della globalizzazione, i punti di contatto nel XXI secolo tra il ‘normale’-autoctono e il ‘diverso’-straniero.
Lingua: ItalianoPag. 241-251
Etichette: Alterità, Novecento, Narrativa, Benvenuti in questo ambiente, Carmen Covito, Immigrazione,
Titolo articolo: Les italiens et les images du Maroc dans l’œuvre narrative de Younis Tawfik
Nell’opera narrativa di Younis Tawfik la differenza è rappresentata sotto numerose forme: linguistica, culturale e religiosa, in quanto l’autore iracheno scrive in italiano e mette in scena il Nord Africa; sessuale, con i suoi protagonisti donne; sociale e ‘nazionale’, perché il primo romanzo narra di una marocchina arrivata clandestinamente in Italia e nel secondo di un’italiana che viaggia in Marocco. Tawfik affida ai propri romanzi il compito di avvicinare gli italiani alla realtà e alla cultura arabo-musulmana, poco conosciute. Uno scopo parzialmente raggiunto, nota l’autrice, a causa del filtro didattico adottato dal romanziere e del suo riprodurre i pregiudizi degli italiani sugli ‘extra-comunitari’, comunicando così un concetto di interculturalità come affidamento delle chiavi per la comprensione dell”altro’, evitando però che i ‘caratteri originari’ delle culture si miscelino.
Lingua: FrancesePag. 253-264
Etichette: Alterità, Novecento, Narrativa, Younis Tawfik, Emigrazione, Marocco, Italia, Globalizzazione,
Titolo articolo: Personnages migrants en quête d’intégration dans l’opulence milanaise des années 80
Alcuni critici hanno letto “Una ignota compagnia” di Giulio Angioni come il romanzo della mancata integrazione, tra gli anni ’80 e ’90, dei migranti in Italia, in quanto si conclude sul ritorno nelle rispettive patrie dei due protagonisti, un sardo e un keniano, a causa delle numerose difficoltà incontrate nel mondo del lavoro e nella società milanesi. L’autore riconosce che l’integrazione opera invece nel romanzo a livelli meno evidenti della fabula. Il sardo rappresenta il bianco occidentale che, grazie all’amicizia e alle identiche condizioni sociali, trova numerosi punti di scambio con il keniano, come il riconoscimento nella tradizione di valori messe alla prova dalla modernizzazione. Oppure, l’integrazione avviene nel lavoro che pone tutti, autoctoni e immigrati, sullo stesso piano. La riuscita dell’integrazione è poi manifesta nel ‘plurilinguismo integrante’ di Angioni.
Lingua: FrancesePag. 265-274
Etichette: Una ignota compagnia, Giulio Angioni, Emigrazione, Milano, Plurilinguismo,
Titolo articolo: Sotto ‘Un cielo straniero’. Gli emigranti di Laura Pariani
L’opera di Laura Pariani è popolata dalla figura dell’emigrante, soprattutto dell’italiano che tra fine Ottocento e inizio Novecento è giunto in Argentina e spesso vi si è installato, una figura che permette alla romanziera di rappresentare il migrante la cui identità è trasformata dai vincoli che lo legano alla nuova patria, le lacerazioni dovute al distacco dalla terra natia, e la sua diversità rispetto al luogo e alla società che l’accoglie. L’autrice si sofferma su questi aspetti dell’opera della Pariani, sul marchio che rende gli emigrati e la loro progenie diversi dagli autoctoni, e sottolinea il loro incarnare magistralmente la condizione dello straniero di fronte a una comunità compatta e chiusa in sé, consapevole e fiera della propria identità, relegando l’Altro in una condizione di irredimibile diversità.
Lingua: ItalianoPag. 275-284
Etichette: Alterità, Narrativa, Novecento, Laura Pariani, Emigrazione, Argentina,
Titolo articolo: L’iperattività dei ‘fannulloni’ di Marco Lodoli
Nella società attuale, caratterizzata da multiculturalità, immigrazione, precariato e disoccupazione, anche la narrativa, come quella di Marco Lodoli, crea uno spazio per personaggi diversi tra loro e rispetto alle persone ‘normali’, che si incontrano e fondano amicizie durature. L’autore insegue lungo le loro avventure insolite la diversità dei protagonisti di “I fannulloni” di Lodoli, un immigrato che porta con sé la tragedia dei popoli che si ritrovano in ulteriori difficoltà quando giungono nei paesi sviluppati, e un emarginato ormai anziano e innamorato di una giovane deforme. Un osservatorio, quello di Lodoli – professore al liceo e giornalista – che lo porta a una comica ma sofferta critica della società italiana, dei giovani sempre più vuoti e persi, omogenei, privi di valori, che si identificano con il loro gruppo ristretto.
Lingua: ItalianoPag. 285-293
Etichette: Alterità, Novecento, Narrativa, Marco Lodoli, I fannulloni, Emigrazione,
Titolo articolo: Ventriloquie et best-seller chez Margaret Mazzantini. La marginalité comme repoussoir
Dopo il successo di “Non ti muovere”, la Mazzantini ha pubblicato “Zorro”, monologo teatrale con un barbone come protagonista. L’autrice evidenzia i punti comuni tra le struttura narrativa delle due opere, dove i protagonisti subiscono una caduta sociale al fondo della quale pervengono a una forma di saggezza esistenziale. Ma se nel best-seller il protagonista resta un medico, nel monologo teatrale Zorro perde il proprio status sociale e, ridotto a una dimensione canina, critica in egual misura borghesi e barboni. Divenendo però nelle mani della Mazzantini, critica l’autrice, una marionetta che veicola un florilegio di luoghi comuni e di visioni utopiche tramite la virtuosità letteraria della scrittrice. Il personaggio marginale è infatti costruito su misura per il marito, Castellitto, per permettergli e permettersi di controllare la paura di perdere i legami con il “mondo regolare”.
Lingua: FrancesePag. 295-305
Etichette: Alterità, Novecento, Teatro, Narrativa, Margaret Mazzantini, Zorro, Sergio Castellitto,
Titolo articolo: Regards croisés et jeux de miroirs. L’expérience originelle de la différence dans “Fratelli” de Carmelo Samonà
In “Fratelli”, Carmelo Samonà narrativizza la tematica della fratellanza come ideale sociale raccontando la convivenza di due fratelli, uno sano e uno impedito da una malattia non precisata. La mancanza di indicazioni spazio-temporali, l’ignoranza del lettore sul nome dei protagonisti, permettono al romanziere di rappresentare l’essenza del legame fraterno e il fratello come figura emblematica dell’Altro, simile e diverso, colui per il quale passano la prima esperienza dell’identità e dell’alterità. L’autore analizza gli sforzi compiuti dal fratello sano – il narratore – per conoscere il fratello handicappato, per incontrarlo, lungo un percorso attraverso la diversità che giunge all’accettazione della sua alterità e, in un gioco di specchi, alla scoperta di se stesso e al silenzio.
Lingua: FrancesePag. 307-317
Etichette: Carmelo Samonà, Fratelli, Alterità, Novecento, Narrativa, Malattia, Silenzio,
Titolo articolo: La folie entre autobiographie et fiction. “L’altra verità. Diario di una diversa” d’Alda Merini
Lirismo drammatico e dimensione orale del linguaggio caratterizzano la poesia di Alda Merini, internata in manicomio nel 1962. Uscitane nel 1979, pubblicherà poi “L’altra verità. Diario di una diversa”. Attraverso la scrittura violenta e onirica, ma sempre lucida, con la quale la poetessa descrive il proprio soggiorno all’ ‘inferno’, l’autore insegue la Merini lungo il percorso che dalla follia l’ha condotta all’essenza del dolore, dal dolore alla verità e da questa alla libertà. Negando la funzione correzionale al manicomio, dove gli internati sono privati d’amore, libertà e individualità, la poetessa erige infatti il dolore assoluto al quale sono condannati i ‘folli’ ad una forma perfetta di conoscenza di se stessi e della società civile, dove la follia si traduce in una ‘normale’ paura di vivere, nella scarsa libertà e condivisione di umanità.
Lingua: FrancesePag. 319-333
Etichette: Alda Merini, L’altrà verità, Alterità, Poesia, Diario, Follia, Libertà,
Titolo articolo: Clara Sereni, ovvero l’indecente differenza
L’autrice rileva nell’attenzione alla diversità il filo conduttore dell’opera di Clara Sereni, tanto da poter affermare che la narratrice ed editorialista assume la diversità come lente attraverso la quale leggere il mondo e le relazioni tra gli esseri umani, oltre che principio formale e stilistico della scrittura. Con questo articolo l’autrice mette in evidenza la specificità della scrittura delle donne attraverso le opere letterarie della Sereni, ricercando soprattutto le tracce della “Casalinghitudine”, ossia dell’espressione del ruolo insostituibile delle donne nell’arrestare il degrado del mondo. Rischiando la negritudine e la solitudine, le donne della Sereni abbattono i muri della casa e della differenza, rendendole ‘decenti’ e ricche di umanità.
Lingua: ItalianoPag. 335-345
Etichette: Clara Sereni, Casalinghitudine, Alterità, Novecento, Narrativa, Donna,
Titolo articolo: L’umano e l’animale in “Il pianeta irritabile” di Paolo Volponi
Mettendo in parallelo la crisi dell’intellettuale e del suo ruolo nella costruzione di una società giusta e razionale, affermata da Italo Calvino nel timore che la letteratura si trasformasse in oggetto di serie ‘a rimorchio dell’esistere’, con il ‘genocidio culturale’ che Pasolini additava al consumismo capitalista, l’autore si domanda come la letteratura abbia rappresentato un mondo in cui oggetti, società e individui sono legati da rapporti che limitano la libertà e l’individualità. Trova una risposta ne “Il pianeta irritabile” di Volponi, nel suo evidenziare, attraverso uno stile narrativo che rompe con la tradizione, l’estraneità del mondo naturale e animale nei confronti dei progetti umani e di una società umana dominati dall’artificio tecnologico. Una differenza con la quale l’uomo dovrebbe continuare a confrontarsi per evitare l’autodistruzione.
Lingua: ItalianoPag. 347-357
Etichette: Alterità, Novecento, Narrativa, Paolo Volponi, Il pianeta irritabile, Animale, Natura, Tecnologia,
Titolo articolo: Tra cavalli, elefanti, leopardi. Le ‘forme della differenza’ nel bestiario dell’ultimo Moravia (1980-1990)
L’autrice mette al centro dell’articolo un processo stilistico e figurale, l’ ‘animal analogy’, ossia le trasformazioni metamorfiche dei personaggi in animali che è evidente nelle ultime opere di Moravia e in particolar modo in “La donna leopardo”. Un processo che manifesta la particolare attenzione del romanziere alla sessualità e, su un altro piano, la sua continuità ideologica. Se infatti Moravia voleva rappresentare “in maniera poetica”, e non mimetica, il materialismo e la coscienza morale ‘incallita’ della società contemporanea, che muovono gli uomini solo per appetito, l’autrice afferma che allora l’ ‘animal analogy’ si oppone come provocazione e forma degradante a un’idea convenzionale di consumo, affermando al contempo che il solo modo di non fare violenza sul reale è la rinuncia al possesso.
Lingua: ItalianoPag. 359-372
Etichette: Alterità, Animale, Sessualità, Narrativa, Novecento, Alberto Moravia, La donna leopardo, Metamorfosi, Ideologia,
Titolo articolo: Luoghi ‘sub specie alteritatis’. Giovanni Testori
La “Trilogia” di Giovanni Testori apparve immediatamente come un teatro ‘differente’ per i costumi e le scene d’accatto, i luoghi della rappresentazione periferici, per l’impasto linguistico che caratterizzava i personaggi, “dei reietti, dei diversi, dei fuori norma”, libere variazioni attualizzanti dei modelli tradizionali. L’autrice analizza la critica di Testori al neocapitalismo, alla ‘mutazione antropologica’ di pasoliniana memoria e alla spersonalizzazione dell’individuo, la sua lingua deformata e sanguigna che si oppone al “tecnocratese” e al “televisese”, processi ai quali il milanese rispose riabbracciando pienamente la fede cattolica e la speranza nella carità. Un passo che, però, secondo l’autrice condusse anche Testori all’omologazione imperante nella società, variando di poco dalla prospettiva fideistica della gerarchia ecclesiastica.
Lingua: ItalianoPag. 373-383
Etichette: Giovanni Testori, Trilogia, Alterità, Novecento, Teatro, Ideologia, Fede, Cattolicesimo,
Titolo articolo: Le portrait et la catastrophe
Esperto di Sciascia e della Sicilia, l’autore afferma che i siciliani sono forse più che altri in cerca di somiglianze e che, per segnalare le somiglianze, occorre prima determinare le differenze. Differenze e somiglianze ordinano quindi il mondo percepito dal soggetto, e in modo particolare dal siciliano. Così, “Il sorriso dell’ignoto marinaio” di Vincenzo Consolo è una riflessione sulla tragedia vissuta dal popolo siciliano all’Unità d’Italia e sulla differenza/somiglianza: somiglianza del ritratto a numerose persone, viventi o scomparse da tempo, differenza della nobiltà entro la quale il protagonista Mandralisca si distingue e dalla quale vorrebbe allontanarsi verso una società moderna, socialista e popolare, differenza tra i linguaggi utilizzati per dar voce a nobili, a popolani, all’autore stesso. Differenze che, appunto, sono relativizzate dal ritratto, simile e diverso da tutti.
Lingua: FrancesePag. 385-395
Etichette: Alterità, Novecento, Narrativa, Vincenzo Consolo, Il sorriso dell’ignoto marinaio,