Cahiers d’études italiennes | 2005 | N. 3

Anno 2005 – N. 3
A cura di Claudio Chiancone

Autore/i articolo: ALAIN SARRABAYROUSE
Titolo articolo: Présentation

Il Ventesimo secolo è stato segnato da due conflitti mondiali, e la produzione letteraria dell’Italia contemporanea ha fortemente risentito di tale pesante eredità storica. L’autore presenta il nuovo volume della rivista, e mostra come i diversi interventi in esso presenti abbiano come filo conduttore il tentativo di trovare una risposta a tale massiccia componente “bellica” e “violenta” nella letteratura di oggi.

Lingua: Francese
Pag. 5-8
Etichette: Letteratura, Novecento, Guerra,

Autore/i articolo: MONICA JANSEN
Titolo articolo: Il mondo salvato dai ragazzini. Un’ottica infantile sulla guerra e sulla violenza. In “Come prima delle madri” di Simona Vinci

Nel suo romanzo “Come prima delle madri”, la scrittrice Simona Vinci ha scelto di esplorare la realtà senza lasciarsi influenzare da preconcetti etici e utopici quali la speranza, ed ha perciò optato per l’ottica di un bambino. Un bambino, si sa, è per eccellenza uno spettatore del presente, perché non dotato di dimensione di passato né di futuro. Per la Vinci stessa, nata nel 1970, si tratta in fondo di una questione introspettiva: riuscire a parlare di un’epoca di guerra e di morte (un’esperienza a lei lontana nel tempo, tramandatale dai racconti e dalle fotografie della bisnonna) senza mai averla vissuta, osservata con gli occhi di un bambino, seguendo passo passo la forzata maturazione psicologica ed un improvviso, drammatico ingresso nell’età adulta.

Lingua: Italiano
Pag. 9-21
Etichette: Letteratura, Novecento, Guerra,

Autore/i articolo: CLAUDIA NOCENTINI
Titolo articolo: L’ottica infantile sulla guerra e sulla violenza

Lo studio propone un’analisi comparativa della rappresentazione infantile e adolescenziale ne “Il cielo è rosso” di Giuseppe Berto e ne “Il sentiero dei nidi di ragno” di Calvino. I protagonisti di queste due pietre miliari della letteratura italiana del primo dopoguerra sono infatti entrambi due orfanelli, attraverso cui gli autori mettono in scena la vulnerabilità di due vittime innocenti della società, giovanissime e tuttavia assai più responsabili delle figure adulte, maschili e femminili, che le attorniano.

Lingua: Italiano
Pag. 23-28
Etichette: Novecento, Guerra,

Autore/i articolo: FRANCO MANAI
Titolo articolo: Guerra in trincea e guerra in televisione nei romanzi di Emilio Lussu e Silvia Ballestra

L’articolo descrive ed analizza criticamente due diversi modi ironici di negazione della moralità della guerra nella narrativa italiana, quello fatto dal punto di vista dei combattimenti in trincea nella Prima Guerra Mondiale e quello fatto nella prospettiva dei giovani italiani degli anni ’90 per i quali la guerra (in particolare la prima Guerra del Golfo) è uno spettacolo televisivo. Nel primo caso, è preso in analisi “Un anno sull’Altipiano” di Lussu; nel secondo, “La guerra degli Anto'” di Silvia Ballestra.

Lingua: Italiano
Pag. 29-55
Etichette: Letteratura, Novecento, Guerra,

Autore/i articolo: STEFANIA RICCIARDI
Titolo articolo: La Mafia da Sciascia a Calaciura. Dalla narrazione impossibile all’eruzione delle metafore narrative

Il presente studio è una riflessione sulla rappresentazione del fenomeno mafioso compiuto in riferimento alla violenza collettiva; riflessione emersa dal confronto tra “Il giorno della civetta” (1961) di Leonardo Sciascia e “Malacarne” (1998) di Giosué Calaciura. Nei personaggi del primo autore si nota una concezione profondamente fatalista del fenomeno mafioso, fenomeno ontologicamente legato alla sicilianità e per questo inestinguibile; nelle pagine del secondo il problema mafioso è dramma collettivo non solo di una regione, ma di un’intera nazione, ed è espresso attraverso un linguaggio metafisico ed apocalittico.

Lingua: Italiano
Pag. 57-63
Etichette: Narrativa, Letteratura, Novecento,

Autore/i articolo: BRANDO FORNACIARI
Titolo articolo: De “Vogliamo tutto” (1971) à “Gli invisibili” (1987). Ecrire l’engagement politique de la décennie rouge

Verso l’inizio degli anni ’60 scrittori e poeti italiani hanno mostrato di voler superare la fase realista e neorealista, alla ricerca di nuove forme poetiche e prosastiche. Appartennero a questo movimento, tra gli altri, le riviste “Il Verri”, “Officina” ed il Gruppo 63. Di quella generazione divenne elemento di spicco Nanni Balestrini, autore di “Vogliamo tutto” (1969), testo fondamentale del Sessantotto italiano, e contraddistinto da lunghi, sonori periodi; e de “Gli invisibili” (1989), dove l’esperienza del decennio rosso si confronta con la pagina drammatica del terrorismo.

Lingua: Francese
Pag. 65-74
Etichette: Narrativa, Letteratura, Novecento,

Autore/i articolo: VINCENZO BINETTI
Titolo articolo: Lo spazio carcerario come non-luogo di una soggettività negata ne “Gli invisibili” di Nanni Balestrini

Nel romanzo “Gli invisibili” (1987) Balestrini pone davanti agli occhi del grande pubblico, e denuncia provocatoriamente una realtà come quella carceraria divenuta ai suoi occhi inaccettabile e disumana, e ciò nonostante ignota al cittadino medio. Per far ciò, numerosi espedienti narrativi e stilistici sono impiegati al fine di rendere più concreta e diretta la rappresentazione. Si pensi alla totale assenza di punteggiatura, vero rifiuto del lessico tradizionale ed allo stesso tempo esperimento di scrittura “parlata”, o l’uso continuo della metafora e del flash-back: scelte allo stesso tempo di frammentarietà e di “verticalità” temporale, a rendere più drammatico il lento recupero memoriale degli eventi narrati, e la lenta spersonalizzazione dell’io narrante.

Lingua: Italiano
Pag. 75-87
Etichette: Letteratura, Novecento,

Autore/i articolo: FLAVIANO PISANELLI
Titolo articolo: La violence du pouvoir. Le “regard” de Pier Paolo Pasolini

Nell’Italia delle grandi trasformazioni sociali, Pasolini è stato la figura più celebre d’intellettuale libero da schemi e difficile da classificare; un intellettuale che ha sempre costantemente cercato di far sentire la propria voce, ponendosi ad osservatore del Potere politico ed a giudice degli eventi. Un intellettuale “disorganico”, in un certo senso: che tanto nel criticar violentemente il conformismo e l’inconsistenza morale della società italiana, quanto nell’esaltare la purezza del mondo contadino e del sotto-proletariato, ha utilizzato una grandissima varietà di stili e di linguaggi, tutti ricchi di forza argomentativa ed allo stesso tempo poetici.

Lingua: Francese
Pag. 89-114
Etichette: Letteratura, Novecento,

Autore/i articolo: CHARLES KLOPP
Titolo articolo: La violenza collettiva e il senso del male nella narrativa di Antonio Tabucchi

L’articolo si sofferma su storie di violenza collettiva descritte da Tabucchi nei racconti “I pomeriggi del sabato” (1981), “Gli incanti” (1985) e “Capodanno” (1991), che mettono in scena ragazzi e ragazzi discendenti diretti dei protagonisti degli scontri armati degli Anni di Piombo; e nei racconti “Piccoli equivoci senza importanza” (1985), “Cambio di mano” (1985) e “Il battere d’ali di una farfalla a New York puo’ provocare un tifone a pechino?” (1991), dove invece sono i personaggi stessi ad aver compiuto atti di sopraffazione al tempo della seconda guerra mondiale. Il vero motore di queste narrazioni non è la violenza “storica”, ma la malvagità stessa degli uomini: un male intrinseco alla vita, e che Tabucchi sente il dovere di affrontare attraverso la scrittura. La letteratura diviene perciò in lui una disperata lotta contro il tempo, ed è per ciò stesso una forma di rimpianto.

Lingua: Italiano
Pag. 115-123
Etichette: Letteratura, Novecento,

Autore/i articolo: ERIC VIAL
Titolo articolo: Bûchers d’autrefois et guerres à venir. Valerio Evangelisti et l’inquisiteur Nicola Eymerich entre littérature populaire et discours engagé

Nei racconti gialli dello scrittore e storico bolognese Valerio Evangelisti (nato nel 1952) è spesso introdotto a protagonista l’odioso e affascinante inquisitore Nicola Eymerich, personaggio realmente vissuto (era il domenicano inquisitore generale del Regno d’Aragona) la cui forma di violenza preferita non sembra tuttavia che fosse quella fisica, ma piuttosto quella psicologica, fatta di astuzie e di spergiuri. Questa è caratteristica saliente di tutti gli scritti narrativi di Evangelisti, nei quali appunto la guerra e gli atti di violenza, pur reali e devastatori, rappresentano sempre qualcosa di interiore, di simbolico, di metafisico, ed offrono in ultima analisi una descrizione-riflessione sull’Uomo, e sul senso della Storia.

Lingua: Francese
Pag. 125-138
Etichette: Letteratura, Novecento,

Autore/i articolo: ALFREDO LUZI
Titolo articolo: La scrittura di Volponi tra natura e storia. Ideologia ed eros in “Il lanciatore di giavellotto”

L’articolo presenta un’analisi filosofico-semantica dell’opera di Paolo Volponi, attraverso un’analisi accurata dei nuclei centrali, dialettici e idiosincratici della sua scrittura (anima e corpo, storia e natura, vita e morte, essere e nulla, autobiografismo e collettivismo, individuo e potere), ed un’analisi dello stile dello scrittore urbinate, caratterizzato da una contiguità di poesia e narrativa, testimone e sintesi perfetta della crisi del linguaggio novecentesco post-ermetismo.

Lingua: Italiano
Pag. 139-153
Etichette: Letteratura, Novecento,

Autore/i articolo: MARYLINE MAIGRON
Titolo articolo: Conflits armés et conflit intérieur dans “Guerra di infanzia e di Spagna” de Fabrizia Remondino

In “Guerra di infanzia e di Spagna”, la scrittrice Fabrizia Remondino ha ripercorso, dietro il velo di una sottile finzione, la propria infanzia di figlia del console italiano a Majorca ai tempi della guerra civile spagnola, assumendo tuttavia uno pseudonimo, quello di Titita, e mantenendo nella narrazione lo sguardo vergine e ingenuo di una bambina nata con la guerra, e destinata ad essere marcata a vita da quell’esperienza, esteriormente ed interiormente. L’esperienza della guerra ed il conflitto, lo sballottamento e la lacerazione interiore da lei vissuto a quell’epoca (figlia, tra l’altro, di genitori a lei affezionati, ma sostenitori di una guerra atroce) ha giocato infatti un ruolo primario nella formazione della coscienza storica e psicologica della Remondino.

Lingua: Francese
Pag. 155-165
Etichette: Letteratura, Novecento, Guerra,

Autore/i articolo: MARIE-FRANÇOISE ZANA REGNIEZ
Titolo articolo: Du Mythe du “Cavalier solitaire” à la quête du “bon allemand”. Une métaphore obsédante chez Nuto Revelli

Il filo conduttore dell’opera di Nuto Revelli, già ufficiale dell’esercito regolare divenuto partigiano dopo la campagna di Russia, è la guerra, o più precisamente la riappropriazione della storia della guerra attraverso le testimonianze degli “umili” che vi hanno preso parte. In particolare, ne “Il disperso di Marburg” (1994) e “Le due Guerre” (2003), si nota una curiosa quanto ossessiva ricerca della verità storica a proposito di una figura moderna di cavaliere errante: un soldato tedesco, apparentemente buono e caratterialmente diverso dagli altri, misteriosamente sparito nella campagna piemontese al termine del secondo conflitto mondiale, probabilmente freddato da alcuni partigiani in un’imboscata, e divenuto quindi figura leggendaria e mito popolare tuttora presente nella memoria collettiva locale.

Lingua: Francese
Pag. 167-179
Etichette: Letteratura, Novecento,

Autore/i articolo: CLAUDIO MILANESI
Titolo articolo: Corrado Stajano. Ecrivain étranger à son passé

L’opera di Corrado Stajano copre nella sua integralità il periodo che va dall’ultima Guerra ai nostri giorni, ed ha spesso affrontato il tema dell’esplosione della violenza in Italia, e del parallelo progressivo smarrimento dei valori collettivi dalla lotta partigiana agli Anni di Piombo. In “Patrie smarrite” (2001), l’autore redige un diario interiore partendo dai luoghi che han visto nascere e crescere i suoi gentori, e compie quindi un viaggio nella memoria collettiva arrivando ad un’originale, ricca analisi del secondo conflitto mondiale, del tutto estranea agli slogan revisionisti e all’agiografia antifascista. “L’Italia nichilista” (1982) è, similmente, un brillante saggio al servizio della verità storica e della giustizia, e getta luce sugli Anni di Piombo focalizzandosi sul caso, contraddittorio quanto esemplare, di Carlo Donat Cattin e del figlio di questi, Marco.

Lingua: Francese
Pag. 181-192
Etichette: Letteratura, Novecento,

Autore/i articolo: GIUSEPPE IANNACCONE
Titolo articolo: L’armata degli adolescenti che pagò il conto della storia. Stili e caratteri della letteratura di Salò

La glorificazione della Resistenza e della lotta partigiana ha spesso impropriamente cancellato la memoria della parte storicamente sconfitta. Anche per questo, si avverte spesso nella scarsa memorialistica repubblichina un retrogusto rancoroso e recriminativo. La vasta “zona grigia” occupata dai molti letterati disimpegnati dell’epoca è stata poi fortemente minimizzata quando non addirittura rimossa. L’articolo analizza alcuni casi esemplari che si sono prodotti nei confronti dei romanzi più validi di quest’area letteraria: da “Tiro al piccione” di Giose Rimanelli a “Un banco di nebbia” di Giorgio Soavi, da “A cercar la bella morte” di Carlo Mazzantini fino a “Gioventù che muore” di Giovanni Comisso; creazioni di notevole respiro, pur se talvolta ideologicamente lontane dai valori fondanti della Repubblica, penetranti nella loro analisi spietata dei contrasti politici e psicologici.

Lingua: Italiano
Pag. 193-207
Etichette: Letteratura, Novecento,

Autore/i articolo: JEAN-IGOR GHIDINA
Titolo articolo: L’afflato dell’ospitalità lenisce la sferza della storia

I romanzi di Carlo Sgorlon sono incentrati sulla rappresentazione di un territorio come quello friulano, da secoli al centro di conflitti poiché sito nel cuore stesso dello spartiacque europeo, e fonte, proprio per questo, di brame e irredentismi ancora oggi presenti. La riflessione di Sgorlon tende a mostrare la storia umana come crogiolo di violenze istituzionalizzate, civili e militari, presentate col supporto di fonti storiche e documentarie, spesso nel quadro di una visione pessimistica e sconsolata. Di fronte a tale esplosione di bestialità e malvagità, nella narrativa sgorloniana l’unica linfa vitale sembra rappresentata dal rifiuto della violenza e dalla “conversione” all’ospitalità, cristallizzata nelle figure emblematiche o mitiche delle donne sgorloniane (si vedano i romanzi “L’armata dei fiumi perduti” e “La malga di Sîr”).

Lingua: Italiano
Pag. 209-222
Etichette: Letteratura, Novecento,

Autore/i articolo: PIERRE LAROCHE
Titolo articolo: Guerre, politique et morale dans deux romans de Claudio Magris et Carlo Sgorlon

Si analizzano due romanzi, rispettivamente “Illazioni su una sciabola” di Claudio Magris (1984) e “L’armata dei fiumi perduti” di Carlo Sgorlon (1985), aventi come tema comune l’incursione di un reparto cosacco, alleato dei nazisti, nel Friuli al termine del secondo conflitto mondiale. Nel primo, l’autore – abituato a saggi storici, e che qui si cimenta per la prima volta con la narrativa – preferisce un tipo di narrazione velatamente distaccata e umoristica, a sdrammatizzare gli eventi; nel secondo, più marcatamente frutto d’invenzione, si racconta in toni più drammatici il doppio martirio di un popolo invasore e di un popolo invaso, che assume i connotati di un’epopea popolare.

Lingua: Francese
Pag. 223-234
Etichette: Letteratura, Novecento,

Autore/i articolo: STEFANO MAGNI
Titolo articolo: Carlo Sgorlon. Ideologia e guerra

Si analizza la posizione di Carlo Sgorlon nei confronti delle convenzioni abituali del romanzo storico, e sono a tal fine presi in considerazione tre romanzi dello scrittore friulano, “L’armata dei fiumi perduti” (1983), “La foiba grande” (1991) e “La malga del Sîr” (1995). Si fa notare come in Sgorlon vi sia un certo grado di infedeltà storica (i fatti sono spesso liberamente interpretati e troppo rielaborati per avere un valore storiografico), e spesso la documentazione presentata a supporto delle storie narrate è scarsa ed ambiguamente interpretabile. I romanzi di Sgorlon, insomma, sono più ideologici che storici; più che uno scrittore filologo, egli è uno scrittore impaziente, che ha fretta di raccontare ciò che cova nel profondo.

Lingua: Italiano
Pag. 235-251
Etichette: Letteratura, Novecento, Guerra,