Autografo | 2011 | N. 46

Il numero monografico della rivista dedicato ad Andrea Zanzotto (“I novanta di Zanzotto. Studi, incontri, lettere, immagini”) si apre con un ricordo di Patrizia Valduga, che rievoca il primo incontro con il poeta.

In queste pagine Niva Lorenzini estende una precedente ricognizione sulla centralità del tema del silenzio nella poesia di Zanzotto (ora pubblicata negli atti del convegno “Andrea Zanzotto, un poeta nel tempo”, usciti nel 2008) al recente “Conglomerati”. Se in raccolte come “La Beltà” o “Galateo in bosco” il tema del silenzio lasciava spazio ad altre aree semantiche, in “Conglomerati” (come già in “Idioma”, “Meteo”, “Sovrimpressioni”) torna a farsi spazio attraverso modalità espressive molto differenziate.

L’articolo è dedicato alla genesi del poemetto “Gli sguardi i fatti e senhal” di Andrea Zanzotto (1969), a partire dalle carte autografe donate al Fondo Manoscritti dell’Università di Pavia nel 1973 e nel 2007. A tre stesure autografe si aggiungono cinque stesure dattiloscritte con fitti interventi autografi e le bozze di tipografia, fitte di varianti a ridosso della pubblicazione. In queste pagine viene analizzata minutamente la prima stesura autografa, di cui vengono riprodotte in apparato due carte.

Attraverso l’analisi filologica degli autografi conservati al Fondo Manoscritti di Pavia, questo saggio mette in luce gli intrecci compositivi “La Beltà” (1968), “Gli Sguardi i fatti e Senhal” (1969) e “Pasque” (1973) di Andrea Zanzotto. In particolare si rileva la centralità del testo “Pasqua a Pieve di Soligo”, attraverso cui è possibile rintracciare gli snodi macrotestuali in “Pasque”. La centralità di alcuni temi lacaniani (il “Nome del Padre”, “Il desiderio dell’Altro”) emerge in relazione ad altri temi centrali nella riflessione di Zanzotto in quegli anni, quali la droga e la tortura.

Queste pagine, a partire dai materiali conservati al Fondo Manoscritti di Pavia, analizzano la ‘Nota’ d’autore premessa ai testi di “Filò”, contestualizzandola più ampiamente entro le linee della riflessione linguistica dell’autore.

La formula ‘trilogia’ o ‘pseudo-trilogia’ mette in relazione tre raccolte pubblicate da Zanzotto in circa un decennio: “Il Galateo in bosco” del 1978, “Fosfeni” del 1983 e “Idioma” del 1986; è impiegata, tra l’altro, nelle note di chiusura di ciascuna raccolta. I materiali conservati al Fondo Manoscritti di Pavia rivelano un laboratorio poetico entro cui in modo estremamente complesso testi diversi si intrecciano e mutano attraverso successive riscritture. Ne emergono come caratteristiche centrali dell’elaborazione poetica di Zanzotto l’autocitazione, la marcata intertestualità, la riflessione metaletteraria.

Questo saggio è dedicato in primo luogo a Zanzotto traduttore di Michaux (mettendo in rilievo i punti di contatto tra i due autori), ma più ampiamente all’attività traduttoria del poeta, principalmente dal francese, che include però anche autotraduzioni (dal dialetto all’italiano).

In queste pagine l’autrice rievoca una recente visita a Zanzotto a Soligo. Segue il testo un ricco apparato fotografico.

Viene presentato qui l’Archivio di Andrea Zanzotto conservato al Fondo Manoscritti di Pavia, costituitosi attraverso successive donazioni a partire dal 1973. Oltre ai materiali relativi alle singole opere (a cui seguono le relative note bibliografiche), si dà conto anche delle lettere di Zanzotto conservate a Pavia.

Luce Stefanelli pubblica due testi inediti di Andrea Zanzotto (“Il fantasma delle origini le origini del fantasma” e “In margine a un convegno di hegeliani a Urbino”), a cui fa seguire un esaustivo commento.

Francesco Ventura pubblica due testi inediti di Zanzotto rintracciati tra i materiali relativi a “Il Galateo in Bosco” e “Fosfeni” del Fondo Manoscritti di Pavia, a cui segue una nota filologica ed esegetica.

Viene pubblicata una ricca selezione di lettere di Andrea Zanzotto, proveniente in parte dal Fondo Manoscritti di Pavia in parte da altri archivi pubblici e privati, entro un arco cronologico che va dal 1946 al 1991. I destinatari sono Aldo Camerino (2 cartoline, un biglietto, una lettera), Carlo Della Corte (2 lettere e una cartolina), Alfonso Gatto (una lettera), Silvio Guarnieri (4 lettere), Giovanni Raboni (2 cartoline e una lettera), Armando Pizzinato (una lettera), Vittorio Sereni (8 lettere e un biglietto).

In questa breve intervista Zanzotto parla della propria poesia e del suo modificarsi nel tempo, della soggettività nell’espressione poetica, della propria esperienza di insegnante e dei temi antropologici che emergono costantemente dai suoi testi.

Brevi abstracts in inglese degli interventi inclusi nella sezione “Saggi” del presente numero della rivista.