Antologia Vieusseux | 2012 | N. 1

In apertura di fascicolo il Direttore della rivista propone una riflessione sul tema della conservazione e della tutela del patrimonio culturale in una nazione come l’Italia che spesso ha poca cura della sua memoria.

Al centro dell’attenzine del saggio vi sono da un lato la figura di Giacomo Leopardi, dall’altro quella di Iris Origo, autrice, negli anni Trenta, di quella che viene definita come ‘l’unica biografia di una certa consistenza disponibile in inglese’ sul poeta di Recanati.

Andata sposa in giovane età a Anton Cosimo Forti, Sara Sismondi conserverà dopo il matrimonio un’abitudine della propria famiglia d’origine (e della madre Henriette in particolare): mantenere contatti epistolari con parenti e amici lontani, specie dopo l’allontanamento della famiglia da Ginevra. Tra i corrispendenti un ruolo particolare occupa l’inglese Caroline Francis Cornwallis. Tema centrale della vicenda esistenziale di Sara resta quello dell’appartenenza religiosa che era già apparsa come un ostacolo al momento del matrimonio della giovane protestante con il cattolico Forti.

L’influenza di Walt Withman nella cultura italiana del secondo Ottocento è stata non di poca importanza. Il saggio si sofferma in particolare sulle convergenze tra il poeta statunitense e la pittura dei Macchiaioli con i quali condivideva la visione di due distinte funzioni dell’arte: da un lato una creativa e spirituale, dall’altro di impegno civile e propaganda politica.

Due lettere pubblicate da Federigo Tozzi in “Novale” (la raccolta epistolare indirizzata dallo scrittore, tra il 1902 e il 1908, a quella che sarebbe diventata sua moglie, Emma Palagi) offrono alla studiosa l’occasione di occuparsi del rapporto tra l’autore di “Tre croci” e lo scrittore americano, più presente nella biblioteca tozziana di quanto la critica non abbia finora rilevato. Viene fornito un elenco dei volumi (otto) di opere di Poe rinvenute negli scaffali di Tozzi.

Merito del lavoro è quello di aver posto l’accento su un testo che può essere definito come il più rappresentativo nella singolare parabola antifascista di Giuseppe Antonio Borgese: “Goliath: the March of Fascism”. Pubblicato nel 1937, vengono ricostruite nel saggio la gestazione e la storia editoriale del libro.

La commemorazione di Geno Pampaloni, letta in Sala Ferri il 15 novembre 2011, offre a Citati l’occasione di ripercorrere i rapporti del critico con l’ambiente culturale circostante.

Il testo, che è stato letto l’8 ottobre 2011 nell’ambito della Giornata di Studi Jung e il Libro rosso, ripercorre le varie tappe dell’incontro di Jung con il proprio ‘daimon’, con le proprie visioni interiori.