Antologia Vieusseux | 2011 | N. 51

Nell’Editoriale Gloria Manghetti dà conto delle nuove acquisizioni giunte al Gabinetto Vieusseux tra le quali si annoverano carte di Niccolò Tommaseo, Carlo Emilio Gadda, Vasco Pratolini, Pier Paolo Pasolini e il critico Pietro Pancrazi.

Lo studio, partendo dall’incontro casuale del veterinario inglese Moorcroft e dell’ungherese Alexander Csoma de Kőrös, che avrebbe dato origine agli studi di tibetani, coglie l’occasione per ricordare i meriti di una figura dimenticata, pioneristica nel campo delle relazioni dell’occidente con il Tibet,il gesuita Ippolito Desideri.

Il saggio, grazie ad una paziente opera di ricostruzione dei documenti, ripercorre in maniera dettagliata la storia della famiglia Vieusseux, nei suoi due rami di Tolosa e di Firenze. Le prime tracce della famiglia risalgono ad Antoine Vieusseux, vissuto sul finire del XVI secolo. L’articolo è corredato di foto e della genealogia semplificata dei due rami dei Vieusseux.

Il saggio documenta i tentativi compiuti da Giovan Pietro Viesseux di fondare, dopo la chiusura dell’ “Antologia”, una rivista che ne riprendesse i caratteri. Tra le varie soluzioni prese in esame dal ginevrino, tra gli anni 1833 e 1834, anche quella di un accorpamento con il napoletano “Progresso” di Ricciardi, poi non realizzatosi. La realizzazione del progetto sembrò ancora una volta concretizzarsi solo più tardi, nel 1847, grazie al varo di una nuova legge che ampliva la libertà di stampa nel Granducato di Toscana. Tuttavia, le difficoltà sorte durante il cammino e la preoccupazione di Vieusseux che “La Fenice” (questo il nome della rivisa) venisse tagliata fuori dal mercato editoriale del Lombardo-Veneto e di seguito dagli altri stati italiani, fecero desistere il fondatore da proseguire nel suo intento.

Lo studio prende in esame la narrativa di George Eliot e, in particolare, il romanzo “Romola”, ambientato nella Firenze di fine Quattrocento. La chiave di lettura privilegia quello che è a lungo rimasto sullo sfondo, la storia privata della protagonista, dando voce al percorso della crescita individuale di Romola.

Avvertendo il lettore circa la scarsità di notizie biografiche riguardanti Emma Perodi, la studiosa sottolinea il singolare interesse rivestito da una lettera della scrittrice in cui risultano assenti sia l’anno di composizione sia il destinatario. La Depaolis avanza l’ipotesi che si tratti di uno stralcio della risposta fornita dalla Perodi a un questionario inviato da Emilia Toscanelli Peruzzi relativo alla questione femminile. In calce al saggio viene trascritto l’intero documento.

Nell’ottobre del 1986 dalla sorella Lucy vennero donate all’Archivio Contemporaneo del Gabinetto Vieusseux le carte appartenute a Lina Moro. Molti di questi inediti si soffermano sull’approfondimento della cultura ebraica. Interessante risulta in particolare la corrispondenza che la Moro intrattenne con Dante Lattes e Angiolo Orvieto.

L’intervento qui pubblicato dà conto della Giornata internazionale di studi organizzata dall’Università di Brest, dal Gabinetto Vieusseux e dalla Società degli Amici dell’Istituto Francese di Firenze. Al centro del dibattito, tenutosi il 4 maggio 2011, il rapporto che il filosofo Renan ebbe con la Penisola.