Antologia Vieusseux | 2006 | N. 36

In apertura del fascicolo che pubblica i testi vincitori della seconda edizione del premio di diaristica e di testimonianze narrative inedite “Raccontare la periferia” e gli interventi scaturiti durante l’incontro relativo all’assegnazione dei premi stessi (Gabinetto Vieusseux, 16 dicembre 2006) troviamo i saluti di Edoardo Speranza, Presidente dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, di Daniela Lastri, Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Firenze, e di Andrea Mazzoni, Assessore alla Cultura e alle Politiche Giovanili del Comune di Prato

Maurizio Bossi, in rappresentanza del Centro Romantico del Gabinetto Vieusseux, svolge una riflessione sul tema del Premio e sulle risultanze emerse dai testi in concorso nella prima e nella seconda edizione.

Si tratta del testo che ha vinto il I premio per la Seconda classe di età (dai 18 anni in poi).

Si tratta del testo che si è classificato al secondo posto per la Seconda classe di età (dai 18 anni in poi).

Si tratta del testo che si è classificato al terzo posto per la Seconda classe di età (dai 18 anni in poi).

Il testo ha ricevuto una menzione speciale dalla Giuria del Premio.

Il testo ha ricevuto una menzione speciale dalla Giuria del Premio.

Il testo ha ricevuto una menzione speciale dalla Giuria del Premio.

Il testo ha ricevuto una menzione speciale dalla Giuria del Premio.

Il testo ha ricevuto una menzione speciale dalla Giuria del Premio.

Il testo ha vinto il terzo premio (i primi due non sono stati assegnati) per la Prima classe di età (fino a 17 anni)

Marco Oberti, docente di sociologia e ricercatore presso l’Osservatoire Sociologique du Changement, partendo da un dato di cronaca – l’ondata di sommosse registratasi in più di duecento città francesi nel novembre del 2005 e le rivolte studentesche nei mesi successivi – prende in esame la capacità del modello repubblicano francese di mantenere la coesione sociale.

L’intervento di Zoppoli mira a sfatare alcuni dei luoghi comuni che accompagnano l’immagine della periferia. Partendo dalla realtà napoletana (e del male, mai superato, della separazione tra le “due città” di cui parlavano già Rea e Pasolini), e passando per Bologna, Zoppoli si porta a Bolzano, sottolineando, sulla scorta dell’approccio di “Gomorra” di Saviano, la funzione economica esercitata dalle periferie.

L’intervento si propone di esaminare la metamorfosi della periferia italiana (in particolare quella milanese) negli ultimi cinquant’anni e di mettere in discussione alcuni degli stereotipi e delle eccessive semplificazioni che hanno accompagnato nel tempo le analisi critiche sulla periferia. In coda all’articolo troviamo una bibliografia sul tema.

L’indagine di Paba tocca alcune questioni tra loro collegate: la difficoltà di comprendere entro il concetto di periferia una serie di manifestazioni delle città contemporanee; il riconoscimento delle forme contemporanee di marginalità sociale, non solo parzialmente collegate alla collocazione spaziale; la necessità di riconoscere i processi di resistenza attiva delle popolazioni marginali e le forme di innovazione che essi esprimono nelle pratiche collettive.

Per Marco Lodoli, scrittore e docente in un istituto superiore della periferia romana, due sono i volti della capitale: da un lato i quartieri residenziali, la piccola e media borghesia, coinvolta nelle iniziative del Rinascimento culturale della città; dall’altro i luoghi periferici dove si vive un anonimato che egli definisce non sereno e ormai ben lontano dalla beata innocenza descritta nell'”Accattone” pasoliniano. Lodoli guarda con inquietudine alla barbarie e alla deprivazione culturale delle nuove generazioni che vivono in ambienti periferici e per le quali luoghi di incontro e di aggregazione non sono più i monumenti storici, i luoghi di riferimento della città, bensì i centri commerciali. Esse hanno perso la spinta al miglioramento, la vocazione all’eccellenza, trovando piuttosto riscontro nel modello culturale rappresentato dai neomelodici napoletani.

Alessandro Santoro, prete della Diocesi di Firenze, porta la testimonianza del suo inserimento alle Piagge, alla periferia di Firenze, e porta avanti la suaidea di restitutire idee e speranze alle persone che sono state “vite di scarto” per tanto tempo.