Antologia Vieusseux | 2004 | N. 28

Il Sindaco Domenici, nel suo saluto ai partecipanti al Convegno, sottilinea come sia importante per una città come Firenze coniugare tradizione e innovazione, conoscere le proprie radici per costruire il proprio futuro.

Nel porgere i saluti ai partecipanti al Convegno a nome dell’Istituto che rappresenta, il Presidente del Gabinetto Vieusseux ricorda le comuni radici di appartenenza al Comune sia dello stesso storico Istituto che del Maggio Musicale Fiorentino.

Nel porgere i Saluti dell’istituzione che rappresenta, van Straten richiama l’attenzione sulla necessità di una riflessione sul contesto storico-politico in cui il Maggio Musicale Fiorentino nacque e mosse i suoi primi passi.

Nel sottolineare come il Convegno sia stato organizzato congiuntamente dal Vieusseux, dal Maggio Musicale e dagli Amici della Musica, ricorda come queste tre associazioni abbiano rappresentato il periodo degli anni Venti-Trenta del Novecento in cui ebbe origine il Maggio Musicale Fiorentino e in cui Firenze visse un periodo importantissimo della sua storia culturale. L’intervento auspica, infine, l’impiego di maggiori risorse economiche da parte dello Stato a salvaguardia della musica e della cultura tutta in Italia.

L’intervento ha il sapore di una testimonianza diretta su un Maggio musicale particolare, quello del 1933, e sulla figura che si preoccupò dell’allestimento di quell’edizione inaugurale: Guidi Maggiorino Gatti.

L’intervento rievoca gli anni che videro la rapida affermazione del fascismo in Toscana e a Firenze in particolare. In questo contesto l’istituzione del Maggio Musicale (1933) si inscrisse all’interno di un preciso progetto propagandistico voluto dal partito di Mussolini e portato avanti dal suo capo fiorentino Alessandro Pavolini.

L’intervento ripercorre i primi anni del Maggio Musicale Fiorentino sullo sfondo delle scelte operate dalla dittatura di Mussolini, senza tralasciare un confronto con la situazione politico-sociale dei nostri giorni.

L’intervento di Fiamma Nicolodi, prendendo in esame quattro eventi la cui nascita si colloca negli anni Trenta (il Festival Internazionale di Musica di Venezia, il Maggio Musicale Fiorentino, la Sagra Musicale Umbra, il Teatro delle Novità di Bergamo)si sofferma in particolare sulla manifestazione fiorentina, facendo riferimento anche ai rapporti dell’Italia con la Società internazionale di musica contemporanea.

L’attenzione dell’intervento di Ermioni Polacci si concentra sul Primo Convegno Internazionale di Musica che nacque nello stesso anno in cui si inaugurò il Maggio Musicale Fiorentino, alla cui storia fu legato.

Il saggio, ricostruendo le vicende che portarono alla fondazione della Stabile Orchestrale Fiorentina e all’istituzione del Maggio, si sofferma in particolare sulla figura di Alberto Passigli.

L’indagine sulla scena offre alla Coen l’occasione di passare in rassegna il contributo dei pittori al Maggio Musicale Fiorentino negli anni Trenta.

L’intervento si sofferma sul Festival di Salisburgo e individua i punti di contatto tra questo e il Maggio Musicale Fiorentino.

Partendo dagli spettacoli teatrali tenutisi all’interno del Maggio Musicale Fiorentino, il saggio si sofferma su un periodo particolarmente significativo per la danza che negli anni Trenta,grazie ad Angiola Sartorio, sperimentava importanti innovazioni moderniste per poi adeguarsi all’indirizzo ideologico fascista con Jia Ruskaja e Aurelio Milloss.

Il Maggio del 1933 vide per la prima volta l’allestimento di uno spettacolo – in Italia e con attori italiani – da parte di due maestri del teatro europeo tra loro assai diversi, Reinhardt e Copeau, chiamati a mettere in scena, rispettivamente, il “Sogno di una notte di mezza estate” e “La rappresentazione di Santa Uliva”.

L’intervento si propone di indagare il coinvolgimento, a vario titolo, dei letterati nelle manifestazioni del Maggio Musicale Fiorentino del 1933.