Annali della Fondazione Verga | 2020 | N. 13

Anno 2020 – N. 13
A cura di Daria Motta

Autore/i articolo: Maria Di Giovanna
Titolo articolo: Variazioni sul ‘costruttore di roba’ e mutazione genetica della novella di beffa in “Nanni Volpe” di Giovanni Verga.

Il saggio segue inizialmente il percorso ideativo che porta Verga, attraverso la reiterata riscrittura del finale di “Nanni Volpe”, a trapiantare nel suo mondo inventivo la tipologia narrativa incentrata sulla virtuosistica macchinazione ai danni di
soggetti intellettualmente o psicologicamente deboli (nell’estesa parte conclusiva della novella, infatti, il tema della roba incrocia quello della beffa). Il discorso critico verifica poi l’entità della trasgressione verghiana nei riguardi di specifici elementi
costitutivi, e di più lunga durata nel tempo, del racconto di beffa; trasgressione evidenziabile negli esiti di un progetto sperimentale che punta (come in altri testi del Verga verista) sull’attrito continuato fra punto di vista ‘miope’, arbitrario,
del narratore popolare e piano della realtà. È una costruzione del testo che richiede al lettore un’ininterrotta operazione d’integrazione e correzione di quella ‘visione dal basso’; e pertanto il saggio procede anche a tale mirata lettura dell’intero
racconto.

Lingua: Italiano
Pag. 7-46
Etichette: Beffa, Novella, Ottica, Verismo, XIX secolo,

Autore/i articolo: Rosy Cupo
Titolo articolo: La ‘sfortuna’ critica di “Dal tuo al mio” di Giovanni Verga

Il saggio ripercorre le alterne vicende della storia della critica sul dramma verghiano “Dal tuo al mio”, la cui analisi è stata in passato gravata da una serie di elementi, sia interni che esterni al testo, che ne hanno compromesso la corretta decifrazione: il genere di appartenenza; il tema, in esso affrontato, di forte attualità, dello scontro tra operai e padroni; lo scarso successo ottenuto sulle scene; la decisione, infine, dell’autore di ripubblicare l’opera non nella originale versione teatrale ma in forma narrativa. In questa sede l’autrice ha analizzato e discusso le principali e maggiormente condivise enunciazioni critiche sull’opera, proponendosi
di rifondare su nuove basi l’interpretazione di un testo, ritenuto ben più rilevante di quanto finora emerso.

Lingua: Italiano
Pag. 47-69
Etichette: Filologia, Filologia dei testi a stampa, Fortuna, Operaio, Teatro, Verismo, XIX secolo,

Autore/i articolo: Dario Stazzone
Titolo articolo: I funerali di Teresa Uzeda. Note sul primo capitolo de “I Vicerè” di De Roberto

L’articolo è incentrato sul primo capitolo de “I Vicerè” di De Roberto che condensa e anticipa i principali nuclei tematici e contenutistici del romanzo. Le pagine incipitarie, per altro, preannunciano le caratteristiche formali e stilistiche dell’opera. L’articolo analizza anche la metafora architettonica che attraversa “I Vicerè”, annunciata dalla descrizione di palazzo Uzeda, e le valenze simboliche riscontrabili nei funerali della principessa di Francalanza, macchina descrittiva in cui lo scrittore rielabora la memoria del primo articolo che ha pubblicato, “Le feste belliniane” del 1876.

Lingua: Italiano
Pag. 71-86
Etichette: Architettura, Realismo, Romanzo, Stile, XIX secolo,

Autore/i articolo: Fabiano Dalla Bona
Titolo articolo: Il paesaggio letterario di Federico De Roberto

Mitico o idillico, realistico e tragico, luminoso o scuro sono alcuni degli aggettivi per definire il paesaggio siciliano descritto dalla Letteratura. Il presente lavoro offre uno spaccato delle rappresentazioni proposte da Federico De Roberto, utilizzando come fonte principale il romanzo “Ermanno Raeli” (1889). Partendo dai concetti di Stimmung (Simmel, Sassatelli, Gumbrecht), di paesaggio letterario (Jakob), di paesaggio della mente (Francini e Colucci, Lando) si potrà  verificare come il paesaggio agisce sul carattere del protagonista del romanzo. De Roberto è legato alla Stimmung della sua terra attraverso un denso intricarsi di solarità  e
notturnità , di magnificenza barocca e di natura selvaggia, di un fascino di scure rocce vulcaniche e di un mare e di un cielo ossessivamente azzurri, e si potrà  costatare che il paesaggio reale s’incontra e si scontra con l’inscape o paesaggio interiore
del protagonista.

Lingua: Italiano
Pag. 87-106
Etichette: Isola, Paesaggio, Romanzo, Verismo, XIX secolo, Ermanno Raeli,

Autore/i articolo: Francesca Puliafito
Titolo articolo: Primi sondaggi filologici sui drammi verghiani incompiuti e inediti

A partire dalla ricostruzione degli scambi epistolari e attraverso la segnalazione di alcune nuove testimonianze autografe, l’articolo delinea un quadro generale delle vicende testuali delle commedie borghesi verghiane (“I nuovi tartufi”, “Rose caduche”,
“L’Onore”, “La commedia dell’amore”, “Dramma intimo”, “Dopo”) e si sofferma sullo stretto rapporto ideativo che caratterizza le opere che si collocano all’interno del laboratorio dei drammi incompiuti, esaminando in particolare alcune carte inedite
del “Dopo”.

Lingua: Italiano
Pag. 107-127
Etichette: Borghesia, Commedia, Filologia, Filologia dei testi a stampa, Teatro, IX secolo a.C., Giovanni Verga, Dopo, Dramma intimo, I Nuovi Tartufi, L'Onore, La commedia dell'amore, Rose caduche,

Autore/i articolo: Cristina Costanzo
Titolo articolo: Verga e la poetica del vero nella cultura figurativa di Francesco Lojacono, Antonino Leto, e Onofrio Tomaselli

Il ritrovamento di un bozzetto inedito per “I carusi” del 1905 circa di Onofrio Tomaselli offre lo spunto per una riflessione sulla presenza cruciale dei temi veristi nella cultura figurativa siciliana tra XIX e XX secolo. Con riferimenti trasversali al collezionismo, alla letteratura e alla fotografia, il contributo approfondisce il tema dell’influenza di Giovanni Verga sulla pittura siciliana focalizzandosi sulla produzione di Francesco Lojacono, Antonino Leto e Onofrio Tomaselli e sulla loro affinità  con “Nedda”, “I Malavoglia” e “Rosso Malpelo”.

Lingua: Italiano
Pag. 129-147
Etichette: Arte, Collezionismo, Fotografia, Pittura, Realismo, Verismo, XIX secolo, XX secolo, Antonino Leto, Francesco Lojacono, Onofrio Tomaselli, I Malavoglia, Nedda, Rosso Malpelo,

Autore/i articolo: Antonio Di Silvestro
Titolo articolo: Verga, l’editore Casanova e i primi lettori delle “Novelle rusticane”

La prima parte dello studio indaga i rapporti tra verga e l’editore Francesco Casanova, facendo soprattutto riferimento alla produzione letteraria di quest’ultimo e in particolare alla pubblicazione della princeps delle “Novelle rusticane”. Nella seconda parte vengono invece esaminate le recensioni più significative della raccolta verghiana, che evidenziano sia gli aspetti linguistici, sia la prospettiva del narratore, con alcune posizioni innovative come quella relativa a una dimensione umoristica delle novelle, colta da Luigi Capuana.

Lingua: Italiano
Pag. 149-173
Etichette: Critica del testo, Critica stilistica, Editoria, Edizione, Filologia, Filologia d’autore, Lingua italiana, Novella, Umorismo, XIX secolo,

Autore/i articolo: Angela Gigliola Drago
Titolo articolo: Vagabondaggi letterari e itinerari narrativi verghiani: prima del “Mastro-don Gesualdo”

Enigmatica e policentrica, la novella “Vagabondaggio”, nel cui bacino compositivo sono confluiti gli abbozzi verghiani stesi per il “Mastro-don Gesualdo”, è la prova narrativa che reca in sé, stratificate e nascoste, alcune istanze profonde della scrittura verghiana, solo in parte recepite dal secondo grande romanzo verista. Il contributo propone una nuova analisi del tessuto testuale della novella, e degli abbozzi da cui deriva, intesa a fare emergere la complessità della sua genesi: recante in sé, come una struttura profonda di significato percepibile in filigrana, le tracce di un antico flusso di tradizione orale (fiaba, leggenda) al riparo dal mutamento storico.

Lingua: Italiano
Pag. 175-194
Etichette: Favola, Fiaba, Filologia, Folklore, Leggenda, Novella, Realismo, Romanzo, Verismo, XIX secolo, Vagabondaggio,

Autore/i articolo: Giorgio Longo
Titolo articolo: Les grandes journées du vérisme en France: Crémieux, Arrighi et Pézard

Il flusso di interesse critico e l’esigenza di un “ritorno a Verga” degli anni Trenta ispira anche in Francia un’importante ripresa degli studi sul verismo. In questo senso la critica accademica si divide in due fronti contrapposti, generando comunque una serie di lavori critici considerati come l’acme della fortuna verghiana all’estero. Da un lato, troviamo i monumentali volumi di Paul Arrighi – il primo tentativo di studiare organicamente la corrente verista – che tendono infatti verso una prassi comparatista, rifiutando di considerare l’opera di Verga al di fuori di una visione genetico-generativa e della dipendenza dal Naturalismo. Dall’altro, incontriamo una serie di contributi di alto spessore critico, come quelli di Benjamin Crémieux, che superando la formula associazione/opposizione, inseriscono Verga nella grande tradizione classica europea; mentre il medievista André Pézard, con distacco e straordinaria indipendenza critica, si concede il lusso di studiare verga semplicemente come uno dei grandi autori della letteratura italiana.

Lingua: Francese
Pag. 195-223
Etichette: Comparatistica, Critica del testo, Critica letteraria, Letteratura critica, Naturalismo, Verismo, XIX secolo, XX secolo, André Pézard, Benjamin Crémieux, Paul Arrighi,

A cura di: Laura Fournier Finocchiaro – Giorgio Longo
Rivista: Transalpina- Traductions, adaptations, réceptions de l’ouvre de Giovanni Verga, fascicolo n. 22
Lingua: Italiano
Pag. 225-234
Recensore/i: Flora Di Legami
Etichette: Dialetto, Folklore, Ricezione, Traduzione, Verismo, XIX secolo,

Autore/i articolo: Tullio Pagano
Titolo articolo: Tradurre per capire Giovanni Verga

Si introduce la traduzione in inglese (ad opera di Marc Morris), col testo a fronte, della novella “Il canarino del n° 15”, tratta dalla raccolta “Per le vie”, frutto di un laboratorio tenuto presso il Dickinson College (Carlisle, Pennsylvania).

Lingua: Inglese/Italiano
Pag. 235-251
Etichette: Novella, Traduzione, XIX secolo, Giovanni Verga, Il canarino del n° 15, Per le vie,

Autore/i articolo: Gabriella Alfieri
Titolo articolo: «– Il realismo io l’intendo così, …, in una parola–». Ritocchi e postille alla lettera a Salvatore Paola su «La marea»

La lettera a Salvatore Paola Verdura del 21 aprile 1878, manifesto programmatico del verismo verghiano, è stata tramandata da una trascrizione giornalistica a sua volta arbitrariamente modificata da un biografo dello scrittore. Queste letture puramente intuitive, alterando punteggiatura, sintassi, lessico e alcuni costrutti, hanno travisato il senso profondo di uno dei testi fondanti della poetica verghiana, che è stato così divulgato in una forma inautentica anche nei manuali scolastici. Questo lavoro si basa su un attento studio dell’autografo (che si pubblica in appendice) e del suo assetto variantistico, e su un organico confronto delle tradizioni a stampa. Ne scaturisce una lezione del testo diversa anche rispetto alle precedenti, compresa quella di Nozzoli 2018, che ha rintracciato l’autografo. Lo studio filologico è corredato da uno studio semantico-culturale, che storicizza il lessico della lettera al Paola rispetto agli usi linguistici dell’epoca, confermando altresì i ritocchi al testo.

Lingua: Italiano
Pag. 253-378
Etichette: Autografo, Filologia d’autore, Filologia dei testi a stampa, Poetica, Realismo, Semantica, Verismo, XIX secolo, Giovanni Verga,