Le riviste sostenitrici
Annali della Fondazione Verga | 2017 | N. 10
Anno 2017 – Annata: X – N. 10
A cura di Valentina Puglisi
Titolo articolo: «Come disperar della plebe»: Carducci e il mito infranto del popolo nazionale
L’articolo analizza l’evoluzione del mito risorgimentale del popolo-nazione nell’opera di Carducci, evidenziando il graduale passaggio dall’esaltazione giovanile della ‘canaglia’ in chiave dichiaratamente antiborghese alla celebrazione della monarchia. Tale evoluzione, dettata dal timore della lotta di classe e di un socialismo sempre più dimentico dei valori risorgimentali, non rappresenta un tradimento degli ideali giovanili, ma una loro reinterpretazione, coerente al mutato clima politico.
Lingua: ItalianoPag. 9-26
Etichette: Società, Risorgimento, Ideologia, Storia, Politica, Borghesia, Ottocento, Novecento,
Titolo articolo: «Stanga, Quibio, Cràstino […] oggi sono degli spostati»: Giovanni Cena e il risorgimento nelle soffitte di Via San Donato
Il contributo vuole analizzare la genesi dei personaggi del romanzo “Gli Ammonitori” di Giovanni Cena, verificando come l’aeropoli non sia solo il luogo in cui si rappresenta una tragedia collettiva e sociale “au début du siècle”, ma anche quello in cui, assai più amaramente, si constata il fallimento del risorgimento. Cena infatti sottopone, per sua stessa ammissione, tutti i personaggi più giovani a un doppio processo di identificazione, conferendo loro da un lato fattezze e tratti caratteriali di «personaggi presi dal vero, con qualche modificazione», dall’altro caratteristiche, opportunamente impoverite, di «figure nobili e belle», di eroi della lunga e dolorosa
epopea risorgimentale.
Pag. 27-44
Etichette: Romanzo, Tragedia, Società, Risorgimento, Identità, Eroismo, Ottocento,
Titolo articolo: L’idea di popolo nella narrativa di Caterina Percoto
Il contributo vuole delineare la concezione del popolo della scrittrice friulana Caterina Percoto. Attraverso l’analisi dei suoi “Racconti” e corrispondenze anche inedite, si mette in luce la particolare visione della scrittrice nell’ottica del periodo storico risorgimentale cui appartenne. Emerge un’idea egalitaria e onnicomprensiva del popolo, in cui anche il ruolo della donna viene rivalutato e considerato come centro propulsore della società civile.
Lingua: ItalianoPag. 45-62
Etichette: Risorgimento, Racconto, Società, Donna, Popolo, Ottocento,
Titolo articolo: Per una rilettura di “Libertà” di Giovanni Verga
Nella narrazione dei fatti svoltisi nell’agosto 1860 a Bronte Verga, come in tutte le sue opere più grandi, attraverso una straordinaria densità rappresentativa e una
profonda fusione di livelli di significato, fa emergere nella realtà storica un significato di fondo: la destinazione all’immutabilità, la vita come natura.
Pag. 63-102
Etichette: Novella, Realismo, Storia, Risorgimento, Verismo, Ottocento,
Titolo articolo: “Sull’Oceano” e ‘della leggera’. Aspetti dell’emigrazione in letteratura: De Amicis, Pascoli, Campana (e Emilio Salgari)
Il fenomeno dell’emigrazione interessò largamente l’Italia dalla seconda metà dell’Ottocento fino alla Unità e oltre. Nel saggio vengono presi in considerazione alcuni scrittori che, per varie ragioni, ne parlano nelle loro opere. Edmondo De Amicis fu inviato dal suo editore su una nave che andava nelle Americhe per studiare e descrivere le condizioni degli emigranti che lì si recavano. Pascoli fu il vero e proprio poeta dell’emigrazione in poemetti come “Italy” e “Pietole” e in vari discorsi delle “Prose”. Dino Campana fu emigrante in proprio in argentina ma anche in Svizzera nei suoi vagabondaggi di poeta, e in cerca di lavoro. Anche in altri scrittori di interessi sociali o in narratori come Salgari, per es., il tema è presente, e diede frutti interessanti dal punto di vista letterario.
Lingua: ItalianoPag. 103-154
Etichette: Emigrazione, Ottocento, Scrittore, Poesia, Prosa, Narrativa, Letteratura,
Titolo articolo: «’O cannone fa buh buh!». Note sui moti del ’98 a Napoli tra Cronaca e letteratura
Si indagano le tracce lasciate dai moti napoletani del ’98 nella letteratura coeva. È soprattutto l’eco prodotta dallo stato d’assedio a ripercuotersi sulla materia letteraria: dal dialogo fantastico tra il ministro Rudinì e il prefetto Cavasola inscenato da Scarfoglio al più noto coro di nullatenenti di russo, fino alle invenzioni satiriche del direttore del «San Carlino». Di particolare rilievo restano infine gli accenni presenti nella produzione di Giovanni Bovio.
Lingua: ItalianoPag. 155-192
Etichette: Scarfoglio, Bovio Giovanni, Letteratura, Novecento, Satira, Ottocento,
Titolo articolo: Memorie Familiari tra Risorgimento e Primo Novecento in uno scritto inedito di Adelaide Bernardini
Si analizza uno scritto memoriale inedito di Adelaide Bernardini, qui integralmente riportato. Narrando le sorti di un cimelio storico e familiare, un baule a lei appartenuto, l’autrice rievoca luoghi ed eventi salienti per il processo di liberazione e di unificazione dell’Italia: dalla repubblica partenopea del 1799, ai moti umbri del 1848-’49; dall’impresa garibaldina del 1867 per l’indipendenza di Roma, sino alla contemporaneità in cui, attraverso il racconto del viaggio compiuto dal marito Luigi Capuana a Malta nel 1910, si mettono in evidenza l’impegno e la collaborazione dei coniugi Capuana-Bernardini con i patrioti e i nazionalisti maltesi, siciliani e italiani.
Lingua: ItalianoPag. 193-210
Etichette: Capuana Luigi, Scrittore, Inedito, Memoria, Memorialistica, Viaggio, Ottocento, Novecento,
Titolo articolo: Verso la Grande Guerra. Ribellismo e colonialismo
Arte e politica in Capuana, facendo perno su “Ribelli” (1908): opera mancata, ma interessante per i suoi aspetti ideologici, marcati da una acuta insofferenza verso il socialismo e da un nazionalismo a forte impronta colonialista, dei quali si coglie la presenza negli scrittori coevi, “in limine” alla grande guerra.
Lingua: ItalianoPag. 211-232
Etichette: Capuana Luigi, Novecento, Ideologia, Nazionalismo Colonialismo, Scrittura,
Titolo articolo: «Un guizzo di fiamma nella prigione del lucido cristallo»: «Per l’idea» Letteratura e Socialismo a Torino
Fra il febbraio 1896 e il dicembre 1897 un gruppo di intellettuali torinesi sotto la guida di Gustavo Balsamo-Crivelli diede vita a «Per l’idea. Supplemento mensile letterario al grido del Popolo». Sulle colonne di questa rivista, che aveva tutte le caratteristiche per essere considerata un esperimento di letteratura socialista, si affrontarono temi e si condussero battaglie sociali sperimentando modi e forme della nuova letteratura che sarebbero rimasti anche dopo la chiusura della coraggiosa testata.
Lingua: ItalianoPag. 233-250
Etichette: Balsamo-Crivelli Gustavo, Ottocento, Intellettuale, Rivista, Letteratura,
Titolo articolo: «La vita nova» (1895-1896): la letteratura nella nascita della democrazia cristiana di Romolo Murri
Romolo Murri – un cattolico capace di guardare lontano – tra il 1894 e il 1895 fonda a Roma la rivista «La vita nova» con la volontà di radunare, coordinare e formare i giovani studenti cattolici italiani per una futura azione culturale che mirasse alla riorganizzazione della società italiana. Nell’articolo si analizzano i riferimenti letterari che la rivista elesse a sostegno dei propri obiettivi e al valore che l’arte assunse nel programma che preparava la nascita del movimento politico della democrazia cristiana.
Lingua: ItalianoPag. 251-272
Etichette: Cattolicesimo, Ottocento, Rivista, Società, Letteratura, Arte, Politica,
Titolo articolo: “Rubè” di Borgese, «inquieto e inquietante» romanzo dell’ambivalenza
Nel romanzo “Rubè” il tema delle rivolte popolari successive alla Prima Guerra Mondiale si intreccia strettamente con la situazione psicologica del protagonista, reduce dalla guerra e sempre incerto sulle sue scelte politiche. Nel saggio si analizza come Borgese costruisce la narrazione sfruttando positivamente l’ambiguità fra i diversi punti di vista: del narratore esterno, del protagonista, degli altri personaggi principali del romanzo.
Lingua: ItalianoPag. 273-290
Etichette: Romanzo, Psicologia, Guerra, Ottocento, Novecento,
Titolo articolo: La “Jacquerie” e la rivoluzione ‘pacifica’ negli scritti di Tommaso Fiore
Il saggio si occupa dell’idea di rivoluzione presente negli scritti di Tommaso Fiore e muove dall’analisi delle forme di ribellione presenti, nella vita come nella letteratura, negli anni venti del Novecento in Puglia. La rivoluzione appare possibile al letterato pugliese nella forma esclusiva della “jacquerie”, in una pessimistica visione rinunciataria, preludio dell’orientarsi verso il concetto di ‘rivoluzione pacifica’, presente e nutrito a vario titolo dai meridionalisti con cui Fiore dialoga e si confronta (Gobetti, Salvemini, Dorso etc.). La ‘protesta’ dei combattenti, di cui pure egli è interprete, vive sfiorata dalla incredulità e dalla disillusione. Sono questi, in parte, i temi che prendono corpo in una “narratio” spesso percorsa dal distacco ironico, articolata secondo schemi dialogici, animata anche dal rinvio simbolico della fiaba (“Il Cafone all’inferno”), e contrastiva per lo scarto in essa presente tra la bellezza delle descrizioni dei luoghi e il sostrato ideologico sotteso al discorso condotto.
Lingua: ItalianoPag. 291-304
Etichette: Rivoluzione, Novecento, Letteratura, Narrativa, Fiaba, Ideologia,
Titolo articolo: «Ispirato dal vero»: Francesco Bernardini e la letteratura di brigantaggio
Nella novella “L’amante del bandito”, Bernardini – uno dei più ferventi intellettuali della “koinè” letteraria pugliese di fine Ottocento – intende riflettere sulla questione del brigantaggio meridionale: risalendo fino alle radici storiche di tale ‘movimento’ popolare e dispogliandolo del carattere mitico, tipicamente romantico, avanza una poetica del ‘vero’, in cui la figura del brigante si fa emblema di una realtà ormai consunta dagli illusori ideali risorgimentali.
Lingua: ItalianoPag. 305-320
Etichette: Novella, Ottocento, Letteratura, Brigantaggio, Poetica, Realismo, Risorgimento,
Titolo articolo: «Fare opera d’arte insieme»: Tommaso Fiore e la realtà culturale del Sud
Il presente saggio, attraverso l’analisi del sussidiario regionale “Arsa Puglia”, tratta dello spiccato interesse di Tommaso Fiore per la realtà culturale, folclorica ed economico-sociale del territorio pugliese. Senonché il volume, nato in conseguenza dell’ordinamento gentiliano in tema di istruzione popolare, assume i connotati di una operazione del tutto nuova. Si configura infatti, in tempi di palese deriva autoritaria, come iniziativa di protesta e impegno politico a favore delle masse del Sud; e, al contempo, diventa ricerca e testimonianza diretta dell’esistenza di una forma inedita di creatività estetica: quella che affiora da un mondo trascurato dalla storia, in cui l’asprezza del lavoro e la lotta per la sopravvivenza rendono inaggirabile e quasi consuetudinaria l’esperienza del sacrificio e l’accettazione del tragico.
Lingua: ItalianoPag. 321-338
Etichette: Rivista, Cultura, Folklore, Economia, Società, Istruzione, Popolo, Politica, Ottocento, Novecento,
Titolo articolo: Moti e rivolte popolari nel Risorgimento di Vincenzo Consolo
L’intervento sottolinea la centralità dei moti risorgimentali nelle opere di Consolo, da “Un filo d’erba al margine del feudo” a “Nottetempo casa per casa”. Essi determinano le scelte linguistiche ed espressive di Consolo che, da una parte, si distacca da Verga, dall’altra si richiama a Pirandello e Pisacane. Egli riflette, inoltre, sui condizionamenti della storia ufficiale e sulla distanza fra scrivere e narrare, nodo fondamentale della sua poetica.
Lingua: ItalianoPag. 339-358
Etichette: Verga Giovanni, Pirandello Luigi, Pisacane, Storia, Scrittura, Narrativa, Poetica, Ottocento, Novecento, Duemila,
Titolo articolo: Cortesia di ‘genere’ diverso: “Marina” ed “Enrichetto”, tra galatei e romanzi di formazione
Si cercheranno di individuare le differenze più significative tra due galatei postunitari scritti dallo stesso autore, Costantino Rodella, ma rivolti uno a un pubblico maschile (“Enrichetto, ossia il galateo del fanciullo”), l’altro a quello femminile (“Marina, ossia il galateo della fanciulla”). Ci si soffermerà in particolare su tre aspetti: (i) le caratteristiche sia fisiche che caratteriali attribuite ai due protagonisti; (ii) le loro modalità espressivo-comunicative; (iii) il ruolo sociale cui approderanno alla fine del loro percorso formativo. Lo scopo è ricostruire il profilo di donna proposto come modello da emulare in questi due galatei che presentano alcuni dei tratti tipici dei romanzi di formazione e che, come tutti i galatei morali postunitari, furono usati come strumenti al servizio del progetto di “nation bildung” del nuovo regno.
Lingua: ItalianoPag. 361-384
Etichette: Donna, Uomo, Comunicazione, Società, Formazione culturale, Romanzo di formazione, Ottocento,
Titolo articolo: Studio preliminare per l’edizione critica di “Una peccatrice”
Il romanzo “Una peccatrice”, del 1866, è il primo testo di argomento contemporaneo in cui Verga affronta il tema intimo e di introspezione psicologica. Scritto a Catania nell’imminenza del primo soggiorno fiorentino, è probabile che il testo sia stato rivisto proprio nella città toscana e che dovesse rappresentare nelle intenzioni dell’autore il primo capitolo di un ciclo che sarebbe poi continuato con Frine, l’abbozzo antesignano di Eva. L’articolo ricostruisce l’iter che condusse alla stesura definitiva del romanzo, poi rinnegato dallo stesso autore e bollato come un ‘peccato di gioventù’, seguendone le tracce nelle lettere edite ed inedite di Verga e analizzando le vicende editoriali della pubblicazione. si illustra inoltre la situazione degli autografi – conservati per la maggior parte presso la Biblioteca regionale universitaria di Catania e in parte nel Fondo Mondadori e nelle carte descritte nell’inventario Foglieni delle Carte ex Vito Perroni – e i rapporti tra i testimoni del testo, presentando i criteri che si stanno seguendo per approntare l’edizione critica.
Lingua: ItalianoPag. 385-418
Etichette: Verga Giovanni, Romanzo, Psicologia, Epistolario, Critica del testo, Ottocento, Novecento,
Titolo articolo: Capuana tra questione della Fiaba e questione della lingua
La dicotomia dialetto/folklore e letterarietà/lingua standard – presente in tutta la storia della fiaba italiana, sia popolare, sia d’autore, da Straparola e Basile in poi – trova nella ricca produzione fiabesca di Capuana soluzioni espressive interessanti, nell’arco di un trentennio cruciale per la storia linguistica italiana. Si parte da un esordio piuttosto tradizionale, fortemente toscanista e ancorato a moduli narrativi tradizionali, fino a un colorito locale più disinvolto e a moduli fiabeschi sperimentali nel primo decennio del novecento. Sottilmente legate a tali scelte appaiono quelle di Pitrè nelle “Novelline popolari” del 1873: la sua scelta del dialetto con tantissime note in italiano, appare come l’altra faccia della medaglia della scelta del toscano da parte di Capuana, che nasconde all’interno di un tessuto narrativo fortemente toscanista un fondo importante di «dialetto nascosto».
Lingua: ItalianoPag. 419-440
Etichette: Dialetto, Folklore, Letteratura, Lingua, Fiaba, Linguistica, Ottocento, Pitrè,
Titolo articolo: Documenti dal fronte: l’epistolario di Federico De Roberto e i suoi ‘racconti di guerra’
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Federico de Roberto stava attraversando una fase di astenia creativa, dalla quale uscì proprio grazie al conflitto bellico. Tra il 1919 e il 1923 egli pubblicò nove racconti di diversa qualità artistica, con alcuni vertici di assoluta maestria (“La paura”, in primis, o “Il rifugio”). Come era sua consuetudine, l’autore attinse il più possibile alla realtà attraverso una meticolosa opera di documentazione. Scorrendo l’intero epistolario dello scrittore, l’articolo
fornisce una disamina dettagliata dei suoi corrispondenti che parteciparono al conflitto e che gli fornirono testimonianza di esso, attraverso le lettere spedite dal fronte. Il presente lavoro arricchisce, dunque, la ricostruzione delle fonti utilizzate da De Roberto per comporre il proprio immaginario bellico. Tra il materiale inedito è presente una lettera, del 1915, inviata dallo scrittore a un amico in zona di guerra: essa pare essere l’unica missiva derobertiana diretta al fronte superstite ma
sconosciuta alla critica.
Pag. 441-460
Etichette: Guerra, Letteratura, Novecento, Racconto, Verismo,