Le riviste sostenitrici
Annali della Fondazione Verga | 2011 | N. 4
Anno 2011 – N. 4
A cura di Daria Motta
Rita Verdirame, in occasione della ricorrenza dell’impresa garibaldina, ripercorre le pagine della storia che portarono all’Italia Unita, cariche ancora di valenze future e di risvolti nascosti. Un’unità che passa innanzitutto dall’eroe garibaldino, ma che si attua soprattutto nella lingua, come già Manzoni, Alfieri, Verri, Giordano e ancor prima Dante avevano auspicato. O tramite la letteratura militante di Foscolo, Ortis e Settembrini e che viene ricordata nelle pagine di Abba, Bandi e dello stesso Garibaldi. Senza dimenticare l’altra faccia della medaglia: la disillusione, il rovesciamento del mythos risorgimentale in logos che troviamo soprattutto in Verga, Pirandello, Sciascia e De Roberto. Infine, il mito garibaldino è accompagnato dalla creazione di una coscienza civica femminile, nei lavori delle sorelle Stazzone, della Fileti, della Turrisi-Colonna e da chi è ancora giovane e può essere temprato all’amore per la patria e ai doveri di futuri cittadini.
Lingua: ItalianoPag. 7-17
Etichette: Risorgimento, Ottocento,Letteratura femminile, Identità, Storia, Patria,
Titolo articolo: Il ritorno di Chevalley (e i Vespri di Sciascia)
Sciascia, come prima di lui aveva già fatto Vittorini, nelle sue opere spesso denuncia le contraddizioni che la storia siciliana porta con sé. Un esempio è il romanzo-inchiesta “I Pugnalatori”, del 1976, nel quale attraverso la voce dello stesso protagonista, Guido Giacosa, zelante magistrato piemontese trapiantato in Sicilia, l’autore mette in luce il doppio percorso compiuto dalla sua riflessione: quello sull’identità nazionale e quello sull’antagonismo siciliano. Percorsi che si sovrappongono nell’impresa garibaldina all’antico mito già sperimentato, molti secoli prima, dai Vespri. Mito che da un lato viene condannato perché considerato un’apertura a ciò che è ‘remora, morte e putredine nella storia europea’ ma dall’altro giudicato inconsapevole servizio a favore della rivoluzione o della controrivoluzione e inconsapevole avvio di future generazioni verso un ignaro destino.
Lingua: ItalianoPag. 19-30
Etichette: Identità, Storia, Romanzo,Mito, Novecento,
Titolo articolo: Garibaldi l’eroe. Epica garibaldina in Sicilia
A più di centocinquant’anni dall’impresa, Marino Biondi ricostruisce il mito di Garibaldi e dei suoi uomini, definendo la natura del mito stesso e la tipologia dell’eroe. Per capire come nasce il mito, analizza non soltanto l’azione condotta sul campo con le armi ma soprattutto la testimonianza che di essa hanno lasciato la penna di storici come Dumas, di volontari come Bandi, o di scrittori come Cuneo, Mari o Eco. Con l’aiuto di queste fonti, Biondi ripresenta il Garibaldi eroe nazionale, di origine ‘esotica’, capo di un esercito amalgama di ceti e tradizioni differenti. Ricorda come il suo eroismo sta nel piegarsi allo stato di necessità, per combattere per la propria gente, la propria comunità, l’identità personale e collettiva. Ed è per questo, come sottolinea la studiosa L. Riall, che il mito garibaldino precede l’eroe stesso e lo accompagna per un tempo smisurato, come costante termine di paragone, modello irripetibile.
Lingua: ItalianoPag. 31-57
Etichette: Risorgimento, Eroismo, Mito, Letteratura, Ottocento, Identità,
Titolo articolo: Il giovane Verga e il Risorgimento
Nel 1861 Verga pubblica “I Carbonari della montagna”, romanzo celebrativo del suo entusiasmo per l’impresa dei Mille. Vent’anni dopo, cambia prospettiva mostrando, con la novella “Libertà”, le contraddizioni del Risorgimento. Le due opere nascono in momenti profondamente diversi: il romanzo è sicuramente ispirato dal patriota e maestro Antonino Abate, responsabile di quell’aspirazione nazionale unitaria tipica degli anni giovanili; la novella scaturisce da un’osservazione dettagliata e critica della storia, a partire dai sanguinosi fatti di Bronte, che lo spingono a integrare e modificare ideologicamente alcune parti del romanzo, prima, e a perdere fiducia verso qualunque speranza di cambiamento politico e sociale, poi (sfiducia che troviamo già concretizzata nel personaggio di ‘Ntoni Malavoglia, nel romanzo verista pubblicato appena un anno prima della presentazione di “Libertà”).
Lingua: ItalianoPag. 59-78
Etichette: Ottocento, Verismo, Risorgimento, Romanzo, Novella, Storia,
Titolo articolo: Da “1860” al “Gattopardo”: alcune tendenze nel cinema sul Risorgimento
Riprendendo la relazione tra cinema italiano e Risorgimento, Castelli individua alcune tendenze nella rappresentazione dell’evento storico in varie pellicole ‘diversamente esemplari’. Da film come quello di Blasetti degli anni Trenta, “1860”, in cui domina il tema della partecipazione popolare per raggiungere l’unificazione nazionale, si passa alla tendenza tipica degli anni ’40, della storia che fa da sfondo a trame avventurose e romantiche tipiche, o all’autobiografismo della produzione degli anni compresi tra il 1949 e 1954. Parte non secondaria è quella riservata alle pellicole incentrate sulle sconfitte, come quella di Novara del 1848 rappresentata nell’opera realistica di Nelli “La pattuglia sperduta”. Nel tratteggiare il quadro delle tendenze cinematografiche sul Risorgimento, l’autore oltre a concentrarsi sulla produzione degli anni delle celebrazioni dell’Unità d’Italia con il film ufficiale dell’evento Viva l’Italia di Rossellini, nella parte finale si sofferma sulle opere di Visconti “Senso”, “La terra trema” e “Il Gattopardo”, quest’ultima vera occasione di riflessione sul periodo scrutinato.
Lingua: ItalianoPag. 79-93
Etichette: Cinema, Risorgimento, Storia, Ottocento,
Titolo articolo: Corsi e ricorsi del pensiero: su alcune costanti della critica tra l’Unità e il primo Novecento
La formazione di una letteratura nazionale e il rinnovamento artistico del paese sono stati i principali temi affrontati da numerosi scrittori e intellettuali italiani dal 1861 agli anni Trenta del Novecento. Partendo dai “Quaderni dal carcere” di Gramsci, la studiosa ripropone le riflessioni che fecero su tali problematiche alcuni protagonisti della cultura del tempo, come il teorico del Verismo Capuana, con la sua produzione critica sul romanzo e sul teatro oscillante tra regionalismo ed europeismo, e Borges, portatore delle eredità desanctisiane.
Lingua: AlbanesePag. 97-126
Etichette: Risorgimento, Ottocento, Novecento, Critica letteraria,
Titolo articolo: Capuana lettore di Taine. Ambivalenza di una fonte del verismo
Il testo approfondisce gli aspetti meno scontati del rapporto tra Capuana e l’estetica letteraria di Taine, verificando se la lettura delle opere di quest’ultimo offra al siciliano temi riconducibili a una prospettiva di segno differente. In particolare, lo studioso propone la tesi secondo cui alcuni elementi di impronta non strettamente deterministica, quali ad esempio il considerare la creazione artistica frutto del momento dell’osservazione e della ‘scintilla divinatrice’, sono stati acquisiti da Capuana prima del raffronto con il modello zooliano. In base a tale prospettiva si rimette in discussione la nota involuzione di Capuana dal positivismo all’idealismo, mostrando come ambivalenze e contraddizioni siano presenti nello scrittore siciliano fin dall’inizio del suo itinerario teorico, derivando anche dall’importante confronto con le fonti europee.
Lingua: ItalianoPag. 127-144
Etichette: Ottocento, Verismo, Positivismo, Letteratura francese,
Titolo articolo: Il ‘documento umano’ nelle ‘parole semplici e pittoresche della narrazione popolare’.Ii diversi volti dell’indiretto libero in Verga
Lo studio s’incentra sull’uso originale del discorso indiretto libero (DIL) ne “I Malavoglia” e in “Vita dei Campi” mettendone in luce le peculiarità linguistiche e stilistiche in relazione al Verismo. Pertanto, dopo una descrizione tecnica dell’innovativo costrutto mediante gli strumenti offerti dalla scienza linguistica e un riferimento alle istanze poetiche verghiane riscontrabili nella dedica al Farina – premessa della novella “L’amante di Gramigna”- e nella prefazione a “I Malavoglia”, si analizzano le diverse tipologie del DIL: tradizionale, ‘corale’ e stile indiretto libero. Inoltre, si mostra come l’introduzione di una nuova interpretazione di quest’ultima categoria sia rilevante per rileggere e reinterpretare alcune parti delle opere verghiane non sempre riconducibili al DIL.
Lingua: ItalianoPag. 145-175
Etichette: Verismo, Stile, Lingistica, Novella, Romanzo, Ottocento,
Titolo articolo: Un ponte fra la Sicilia e l’Europa. L’affinità elettiva tra De Roberto e Nietzsche
Lo studio rintraccia le analogie e i punti di contatto tra il pensiero di De Roberto e quello di Nietzsche, avvalorati dalla presenza tra le carte dello scrittore di una copia dell’opera nietzscheana “Al di là del bene e del male”. Diversi articoli di De Roberto dedicati a Nietzsche ed elementi rintracciabili nei suoi romanzi – in particolare ne “L’imperio”- permettono di delineare un percorso parallelo a quello del filosofo tedesco. Il perno è quello del relativismo, ossia della mancanza di un criterio oggettivo di conoscenza che oltre a coinvolgere l’ambito gnoseologico si estende anche alla sfera morale, coinvolgendo i concetti di ‘bene’ e ‘male’.
Lingua: ItalianoPag. 177-195
Etichette: Filosofia, Verismo, Romanzo, Ottocento,
Titolo articolo: Rivoluzione e sogno nella vita e nell’opera di Giuseppe Macherione
L’articolo ricostruisce dettagliatamente la vita e l’opera del poeta siciliano Giuseppe Macherione, originario di Giarre, nel catanese. Morto a soli 21 anni a pochi mesi dalla nascita dello Stato italiano, la sua vita fu caratterizzata da una forte spirito romantico, nutrito dalla letteratura dell’epoca, a partire da Prati e da Aleardi, e da ferventi ideale patriottici. Ma la sua opera fu a lungo poco frequentata, anche a causa della rilettura ideologica che ne fu fatta nel Ventennio e che vide in Macherione un precursore dell’idea di ‘patria’. Da Lionardo Vigo a Capuana, da Giannina Milli a Vincenzo Navarro e Giuseppina Turrisi-Colonna, il poeta giarrese fu in contatto con molti intellettuali che con le loro opere avrebbero definito il tessuto culturale della Sicilia. Nonostante la brevità della sua vita, Macherione oltre a essere autore di liriche frequentò anche altri generi, come il poema, il dramma e la tragedia. Alla poesia affiancò l’impegno politico, con una strenua fede patriottica che caratterizzò i suoi ultimi anni di vita.
Lingua: ItalianoPag. 197-227
Etichette: Ottocento, Patria, Poesia, Risorgimento,