Le riviste sostenitrici
Annali della Fondazione Verga | 2009 | N. 2
Anno 2009 – N. 2
A cura di Daria Motta
Titolo articolo: I costi “umani” del progresso. La civiltà dell’Europa fra Otto e Novecento
Ne “La Sicilia e il brigantaggio” del 1892 Capuana giustifica la scelta di mostrare gli aspetti più arretrati della Sicilia adducendo l’esclusiva attenzione dei veristi alle ‘ragioni d’arte’, e non a ideologie politiche, nel tentativo di ‘afferrare qualche fatto eccezionale, residuo di un passato non lontano, ma sparito per sempre’. Da questa ‘autodifesa’ trapelano un’ambiguità di giudizio sui costi della civiltà – che salda le posizioni dei veristi ad alcune che si facevano strada in Europa – e l’incapacità, comune anche a Verga, di interpretare la crisi europea di fine secolo. Così è interpretata anche la rinuncia di Verga a “La duchessa di Leyra”: all’impossibilità di ritrarre la realtà dei sentimenti nelle classi più elevate si oppone infatti la pubblicazione quasi coeva dei “Vicerè” di De Roberto, autore dotato di migliori strumenti di interpretazione del mondo contemporaneo.
Lingua: ItalianoPag. 9-14
Etichette: Verismo, Narrativa, Realismo, Comparatistica, VVerga Giovanni, Capuana Luigi, De Roberto Federico, Ottocento, Novecento,
Titolo articolo: “Puntate” di critica linguistica sul verismo
Per ripercorrere la densa critica linguistica su Verga dal 1981 a oggi, la studiosa individua due approcci di lettura testuale: quello che divide il testo in stringhe in base ai livelli linguistici e quello che correla i diversi livelli in un unico spessore espressivo. Dà maggiore spazio al secondo approccio, e in particolare alle letture che integrano un livello di lettura grammaticale a uno retorico e stilistico. I testi critici su Verga, ma anche su Capuana e De Roberto, vengono recensiti anche in base alle tipologie di intervento critico-linguistico: vi sono medaglioni nelle storie letterarie o saggi su singole opere, critiche linguistiche fondate su scandagli filologici – particolarmente importanti quelle di C. Riccardi, M. Spampinato ed F. Branciforti- e vere e proprie letture linguistiche dei testi. Su queste ultime, in particolare, viene condotta una ricognizione che ripropone alcune delle più importanti acquisizioni critiche degli ultimi decenni, dalla sintassi percettiva all’iconismo semiotico, che lega rappresentazione visiva e modelli verbali, al recupero dell’intramatura retorica sottesa ai romanzi e alle novelle verghiane.
Lingua: ItalianoPag. 15-42
Etichette: Romanzo, Novella, Critica del testo, Critica letteraria, Lingua, Filologia, Verismo, Verga Giovanni, Capuana Luigi, De Roberto Federico,
Titolo articolo: Al di là del muro: Verga e il Verismo in Francia
Longo si sofferma sulla questione della difficile ricezione verghiana in Francia, sottolineando come questa sia stata da subito influenzata dai difficili rapporti franco-italiani e dai giudizi sul Naturalismo e sulla scuola di Médan. Mentre in area anglosassone la fortuna verista è legata al nome di D.H. Lawrence, in Francia la ricezione del verismo è legata a una serie di ‘occasioni mancate’, sin dall’impossibilità di ottenere la mediazione del traduttore G. Herelle. Sul versante critico, poi, ha pesato una cattiva disposizione nei confronti del Naturalismo, a cui il verismo era sempre associato. Da questa attitudine comparatista si distaccano in pochi, tra cui Cremieux e Pezard, che riescono a studiare Verga ‘solo’ come un grande autore letterario. Anche il pubblico ha mostrato una prolungata indifferenza, nonostante recenti tentativi editoriali legati alla buona traduzione di Darmon.
Lingua: ItalianoPag. 43-61
Etichette: Verismo, Traduzione, Fortuna, Fortuna editoriale, Ricezione, Critica letteraria,
Titolo articolo: “Discorso anomalo” su Verga e la Russia
L’aggettivo del titolo, mutuato da un saggio di Campailla che istituisce un confronto tra “L’asino di San Giuseppe” di Verga e “Cholstomer” di Tolstoj, apre la via alla disamina delle ‘anomalie’ della ricezione verghiana in Russia e, in parallelo, dei modi in cui si sia formato l’immaginario russo di Verga. Dopo aver riproposto alcune letture critiche che individuano influssi della letteratura russa nella produzione verghiana, si prendono in considerazione gli ‘anomali’ traduttori di Verga in Russia – una donna, un esule politico, la sorella di Lenin – e le ‘anomalie’ della ricezione del verismo, caratterizzata da fraintendimenti formali, contenutistici e ideologici. L’articolo, infine, si sofferma sulle traduzioni di Verga in Russia e su alcune figure, come quella dello slavista Domenico Ciampoli, che insegnò a Catania, che possono aver contribuito ad alimentare l’immaginario slavo del tempo.
Lingua: ItalianoPag. 63-76
Etichette: Verismo, Traduzione, Ricezione, Donna, Intertestualità, Ottocento, Novecento, Novella, Romanzo,
Titolo articolo: Debenedetti interprete di Verga
Si ripercorrono gli snodi fondamentali del percorso critico di Debenedetti su Verga dal 1951 al 1966, anni in cui il panorama critico è mutato sostanzialmente. Debenedetti evita di vedere in Verga un anticipatore del ‘900, riconducendolo al suo tempo e al rapporto tra naturalismo e simbolismo. Con gli strumenti psicanalitici individua nel ripudio di “Una peccatrice” la ‘confessione involontaria’ della sofferenza di Verga per la sua condizione di escluso, che percorrerà tutta la sua opera. Ma in certi casi il critico forza troppo la tecnica del presagio, secondo cui i contenuti mondani prefigurano quelli rusticani. Limite di questa impostazione, secondo Luperini, è quello di porre come questione di contenuti un problema di atteggiamenti profondi. Debenedetti, poi, in relazione a una concezione affine a quella della ‘extralocalità’ bachtiniana, individua la completa identificazione dell’autore in un personaggio da lui distante. Inoltre, rileva la corrispondenza tra i personaggi dei “Malavoglia” e il paesaggio e postula un’integrazione tra il naturalismo e il simbolismo, intuizione che, per Luperini, merita ancora di essere approfondita.
Lingua: ItalianoPag. 77-84
Etichette: Verismo, Critica letteraria, Critica psicoanalitica, Novella, Romanzo, Autore, Simbolismo, Debenedetti,
Titolo articolo: Le novelle verghiane nella critica
Nel ripercorrere il dibattito critico sulle novelle verghiane due sono i punti centrali individuati: il ruolo attribuito alle novelle nell’opera dell’autore (di svolta, di anticipazione o continuità, di sperimentazione…) e il loro ruolo nella storia del genere. Spicca nella disamina anche l’importanza attribuita alle novelle come banco di prova degli strumenti della riflessione critica. Dai momenti embrionali del ‘caso Verga’, come i giudizi di Capuana o le critiche di Croce e Russo, si arriva alle nuove acquisizioni ermeneutiche, i cui effetti si vedono tra l’altro nel superamento della ‘barriera del naturalismo’ come ostacolo tra Verga e la modernità. Legata a volte univocamente al contesto socio-ambientale dalla critica storicistica, l’opera di Verga è stata vista poi dalla ‘giovane’ critica marxista degli anni Sessanta e Settanta anche come simbolica della più generale condizione umana. Essa, poi, è stata esaminata alla luce dello studio dei meccanismi della narrazione. Infine, passando da Pirandello a Lukacs a Compagnino, Manganaro si sofferma sulle peculiarità del genere novellistico e sulle reciproche influenze col romanzo.
Lingua: ItalianoPag. 85-108
Etichette: Critica letteraria, Critica marxista, Critica psicoanalitica, Critica storica, Critica strutturalistica, Crocianesimo, Novella, Romanzo, Verismo, Ottocento, Novecento,
Titolo articolo: Il punto sul teatro di Verga
L’interesse critico nei confronti del teatro italiano ottocentesco non è mai stato molto alto, anche in considerazione dei suoi risultati non eccelsi. Non diversa è la sorte del teatro verista, a cui sono stati dedicati negli anni Settanta i due importanti studi di Siro Ferrone e di Anna Barsotti che sottolineano il compromesso tra le forme del teatro borghese e quelle del teatro verista e popolare. In seguito, altri studi, come quelli di Bàrberi Squarotti, Alonge, Tedesco, oltre ai convegni organizzati dal Teatro Stabile di Catania e dalla Fondazione Verga, hanno meglio definito il quadro critico. Andando oltre il folklore presente in opere quali “Cavalleria rusticana” o “La Lupa” e citando le pagine di Szondi, Nicastro si sofferma sui contenuti ‘universali’ di questi testi, e in particolare di un’opera quale “Dal tuo al mio”, tali da porli in relazione con le più grandi opere teatrali europee.
Lingua: ItalianoPag. 109-115
Etichette: Critica teatrale, Teatro, Verismo, Ottocento, Folklore,
Titolo articolo: Una laboriosa ricomposizione verghiana. L’autografo della novella “Vagabondaggio”
Viene ricostruita la storia di “Vagabondaggio”, la novella pubblicata nel 1887 per i tipi Barbèra e riproposta da Treves nel 1901. Il materiale genetico della novella è dato da un avantesto formatosi a partire dai materiali del “Mastro-don Gesualdo”, conservati in parte dalla Biblioteca regionale Universitaria di Catania e, per lo più, nel Fondo dei manoscritti verghiani di Mondadori. Del tutto particolare appare l’iter compositivo che, partendo dalla scomposizione di materiali destinati ad altra funzione, lega la novella ad altri testi nati dalla medesima operazione: “Petit monde”, “Come Nanni rimase orfano” e “Mondo piccino”. In appendice, Durante propone l’ultima lezione di A, l’autografo esemplare spedito alla tipografia nel 1886. Il testo è corredato da un apparato che riporta la dinamica correttoria che ha portato a quella lezione di A e le varianti d’autore seriori.
Lingua: ItalianoPag. 117-177
Etichette: Filologia, Novella, Ottocento, Verismo,
Titolo articolo: Verga on line: dagli autografi alla fruizione digitale
Si ricostruisce la storia della formazione del Fondo Verga della Biblioteca Regionale Universitaria di Catania a partire dalla complessa vicenda delle carte di Verga e della loro ‘cattività’, dovuta a di Vito e Lina Perroni che le tennero dal 1928. Un momento di svolta nella vicenda si ebbe nel 1978, anno in cui venne istituita la Fondazione Verga e gran parte dei manoscritti verghiani furono recuperati. Il corpo di scritti, però, era stato fortemente manomesso e fu quindi molto importante la successiva campagna di acquisti della Biblioteca. Da questo iter complesso deriva la natura del Fondo Verga, fino al momento della stesura dell’articolo non ordinato compiutamente, né completo. Il progetto di ordinamento illustrato segue il piano per l’Edizione Nazionale delle opere di Verga curato da Branciforti, con una struttura a scatole che vede dentro il genere le opere e dentro queste le diverse redazioni, anche distanti nel tempo. Di ogni testo, oltre allo studio catalografico, viene eseguita copia digitale del tutto fedele al manoscritto.
Lingua: ItalianoPag. 179-195
Etichette: Verismo, Carteggio, Catalogo, Manoscritto, Biblioteca,
Titolo articolo: La novella “Nedda” di Verga e le chiuse da dissodare a Bongiardo
Partendo dai riferimenti presenti nella novella “Nedda” alla località di Bongiardo, appartenente nell’Ottocento al comune di Zafferana Etnea, Giovanni Vecchio dimostra la precisa e documentata attenzione dell’autore verso i luoghi di ambientazione della propria opera. Dai documenti storici e catastali, infatti, si ricostruisce la storia dell’area coltivata a vigneti, dimostrando la grande attenzione verghiana al territorio, già dalla prima opera del ‘nuovo ciclo’ letterario.
Lingua: ItalianoPag. 197-201
Etichette: Verismo, Territorio,
Titolo articolo: Punto (spiritico) su Capuana
Nella triade di scrittori veristi, Capuana fu quello più curioso e più aperto alla sperimentazione in diversi campi, dalla fotografia alla scrittura. Ciò lo portò ad accostarsi ai temi dello spiritismo, ‘di moda’ nell’Ottocento in diversi paesi, non solo europei. Tropea propone una rassegna delle opere in cui Capuana affrontò il tema del soprannaturale o in cui compaiono personaggi che sono spiritisti convinti. Allo stesso tempo, l’autore propone una rassegna della critica sensibile a questo tema o che sullo spiritismo di Capuana ha centrato l’analisi, da Croce ai contributi dell’ultimo decennio, superando così un’impostazione che lega Capuana solo al verismo e al naturalismo.
Lingua: ItalianoPag. 203-216
Etichette: Verismo, Critica letteraria, Romanzo, Novella, Avanguardia, Occultismo, Capuana Luigi,
Titolo articolo: De Roberto renaissance
Si ripercorre la storia della critica derobertiana e delle operazioni editoriali che, lentamente, hanno riscattato l’autore dall’oblio e gli hanno dato la giusta collocazione nel canone letterario. Dopo l’iniziale stroncatura di Croce, che poi avrebbe condizionato Sapegno e Russo, Castelli individua diversi spartiacque nella storia della critica: gli anni Sessanta, con il superamento dell’impostazione idealistica (Spinazzola, Tedesco, Grana, Madrignani); gli anni Ottanta, con la pubblicazione del Meridiano Mondadori curato da Madrignani, gli studi della Zappulla Muscarà, il primo Convegno Nazionale sull’opera dello scrittore e una nuova ondata di studi di carattere divulgativo; gli anni Novanta, infine, con la definizione del romanzo ‘antistorico’, il Convegno della Fondazione Verga, la monografia della Cavalli Pasini e l’opera critica di Antonio Di Grado. Importante nel percorso critico è anche lo studio sempre più completo dei documenti inediti, in attesa dell’edizione critica dei “Vicerè”. Tra i progetti di ricerca che potrebbero rilanciare lo studio dell’autore, Castelli cita la digitalizzazione del fondo De Roberto promossa dalla Facoltà di Lettere di Catania.
Lingua: ItalianoPag. 217-247
Etichette: Critica letteraria, Fortuna, Fortuna editoriale, Ottocento, Novecento, Manoscritto, De Roberto Fedrico,
Titolo articolo: L’opera di Antonino Russo Giusti
Il dettagliato articolo ripercorre le tappe della vita e della carriera di Antonino Russo Giusti, drammaturgo e direttore artistico della “Brigata d’Arte”, compagnia che operò negli anni Trenta a Catania. Delle 28 opere teatrali composte, quasi tutte in dialetto, fu pubblicata mentre l’autore era in vita solo “Un autore d’assalto”; nel 1996, poi, fu pubblicata “L’eredità dello zio canonico”. La caratterizzazione fortemente locale delle opere e la scelta del dialetto furono probabilmente i motivi che ostacolarono la valorizzazione del teatro di Russo Giusti. A ciò si aggiunge la carenza di dati attendibili, a cui tuttavia l’articolo pone parzialmente rimedio. L’opera di Russo Giusti viene ora inquadrata nel contesto storico-culturale della Catania del primo Novecento, caratterizzata da una fervente vivacità culturale, dalla presenza di numerosi teatri e da autori quali Martoglio e interpreti quali Grasso o Musco.
Lingua: ItalianoPag. 249-276
Etichette: Teatro, Teatro dialettale, Ottocento, Novecento, Biografia, Commedia,
Titolo articolo: “Spasimo” di Federico De Roberto o i compromessi della ragione
“Spasimo”, romanzo spesso considerato dalla critica un’involuzione nella carriera di De Roberto, è una delle opere tarde in cui l’autore cerca di superare la totale centralità della ragione, recuperando un mondo ideale che dia risposta ai quesiti esistenziali. Ma, a cavallo tra i due secoli, il recupero della tradizione impone un compromesso con esigenze più moderne. Il romanzo, che unisce le due linee narrative dell’inchiesta giudiziaria e della biografia, dimostra l’insufficienza e la sconfitta della ragione, dato che una dimensione trascendente contamina la struttura del romanzo poliziesco. Il personaggio della contessa d’Arda incarna una visione non razionale del mondo, ma ‘incantato’ e basato sull’ispirazione e la fede, capace di svelare nuove vie di ricerca.
Lingua: ItalianoPag. 277-299
Etichette: Romanzo, Romanzo giallo, Romanzo poliziesco, Ottocento, Novecento, Fede, Biografia, De Roberto Federico,
Titolo libro/articolo recensito: Narratrici e lettrici (1850-1950). Le letture della nonna dalla Contessa Lara a Luciana Peverelli
Edizioni: Webster, Padova – 2009
Lingua: Italiano
Pag. 303-306
Recensore/i: Manuela Spina
Etichette: Ottocento, Novecento, Donna, Letteratura femminile,
Titolo libro/articolo recensito: Nel tempo della lontananza
A cura di: Sarah Zappulla Muscarà
Edizioni: Sciascia, Caltanissetta-Roma – 2008
Lingua: Italiano
Pag. 307-311
Recensore/i: Laura Marullo
Etichette: Carteggio, Teatro, Novecento, Famiglia,