Albertiana | 2023 | N. XXVI (n.s. VIII) – 1

Anno 2023 – N. XXVI (n.s. VIII) – 1
A cura di Nicoletta Rozza

Autore/i articolo:
Titolo articolo: Table des matières – Indice sommario – Table of contents
Pag. 7
Etichette:

Autore/i articolo: Vasco Zara
Titolo articolo: «Vox» · «numeri» (non «proportio») · «musici»: La terminologie musicale d’Alberti

Nella storia dei rapporti tra musica e architettura, il pensiero dell’Alberti resta per piú rispetti fondamentale. Il passo che in De re ædificatoria, IX 5 il grande umanista dedica ai numeri musicali rappresenta cosí il punto di partenza della celebre tesi del Wittkower secondo cui i principî architettonici del Rinascimento si fondano sulla teoria musicale. Il lessico adottato dell’Alberti palesa tuttavia delle precise scelte che inducono a pensare, non già a una scarsa sua conoscenza dei trattati musicali allora circolanti e disponibili, ma un suo deliberato ignorarli nell’intento di privilegiare altri e diversi testi o fonti per fondare su basi altre e diverse la propria teoria e le proprie analisi. A «proportio», e.g., egli preferisce nel De re ædificatoria «numerus», la cui etimologia, proprio come quella di «concinnitas», rinvia non all’armonia musicale, ma al metro poetico d’eredità ciceroniana e agostiniana. Seppur richiamandosi alla filosofia pitagorico-platonica, filosofia sostanzialmente assente dagli scritti dell’Alberti, l’analogia proporzionale tra musica e architettura sembra in definitiva corrispondere, ben piú che a un tratto peculiare del pensiero albertiano, a una falsante interpretazione quattrocentesca e cinquecentesca della quale la storiografia moderna ha avvalorato il fraintendimento.

Lingua: Francese
Pag. 11-95
Etichette: Leon Battista Alberti, De re ædificatoria,

Autore/i articolo: Luca Boschetto
Titolo articolo: L’Alberti e gli Strozzi tra Firenze e Napoli

Articolato in due parti, il saggio esplora in una prospettiva albertiana le relazioni culturali tra Firenze e Napoli nella seconda metà del Quattrocento. Nella prima parte del lavoro l’autore s’interroga sulle possibili implicazioni del soggiorno napoletano dell’Alberti presso Filippo Strozzi il Vecchio (1428-91) nella primavera del 1465, e sulla relazione che l’umanista poté allora stabilire con il suo ospite. L’immagine del grande mercante e futuro patrono delle arti e dell’architettura potrebbe infatti riflettersi nel ritratto idealizzato dell’«iciarco», supremo moderatore e guida della propria famiglia, che l’Alberti avrebbe confezionato di lí a poco nel suo ultimo grande dialogo in volgare. La seconda parte del lavoro è dedicata alla ricostruzione sulla base d’inedite testimonianze d’archivio della biografia di Giovanni di Matteo Strozzi (1455-?), fin dalla piú giovane sua età attivo nel Banco napoletano di Filippo Strozzi e poi, negli anni Ottanta del secolo, copista appassionato di diversi dialoghi volgari dell’Alberti. L’operato di Giovanni Strozzi, il quale era in grado d’attingere a materiali di prim’ordine, vicinissimi allo scrittoio dell’autore, induce in effetti a ipotizzare che un capitolo non secondario della trasmissione degli scritti dell’Alberti possa essersi svolto all’ombra della «nazione» fiorentina attiva nella Napoli di Ferrante d’Aragona.

Pag. 97-109
Etichette: Leon Battista Alberti,

Autore/i articolo: James Lawson
Titolo articolo: Beauty in «utilitas»

Nel redigere il De re ædificatoria l’Alberti poteva per cosí dire avvalersi, in una certa misura, dell’armatura teorica del De architectura di Vitruvio. E.g., egli si serve cosí della triade vitruviana di «firmitas», «utilitas» e «venustas», che giudica fondata su principî universalmente applicabili. Circa la «venustas», tuttavia, il suo pensiero non corrisponde veramente a quello vitruviano. Si tratta infatti d’un concetto problematico, in particolare, allorché interferisce con il fondamentale dualismo ch’egli scorge tra «lineamenta» (i.e. ‘forma’) e «materia», giacché la «venustas» o ‘bellezza’ si ritrova tanto negli uni che nell’altra come «pulchritudo» e «ornamentum». L’Alberti, si sa, trattò d’entrambi questi concetti, sebbene nel suo pensiero importi soprattutto l’«utilitas», i.e. la ‘bellezza in uso’. Inducendolo a tralasciare ogni speculazione filosofica e a por invece l’accento sulla dimensione terrena, conoscibile per mezzo di ragione e senso, della nostra esistenza, il caratteristico suo naturalismo lo spinse a proporre largamente tale «bellezza in uso» (utilitas). E il suo concepire l’azione come una risposta alle pur variabili circostanze fa sí ch’egli colga questa terza forma di bellezza nell’architettura non meno che oltre di essa, tramite ciò che può definirsi come un programma d’educazione, d’economia, d’osservanza religiosa e di condotta sociale.

Lingua: Inglese
Pag. 111-143
Etichette: Leon Battista Alberti,

Autore/i articolo: Pierre Caye
Titolo articolo: «Santa cosa la masserizia» (De familia, III 234-235): Architecture, économie et développement durable chez Alberti

Figlio naturale ma riconosciuto di Lorenzo di Benedetto, il cui padre ebbe un ruolo politico di primissimo piano nella Firenze della seconda metà del Trecento, (Leo) Baptista de Albertis o (Leon) Battista Alberti discende da una grande famiglia di banchieri e di mercanti. Ecco perché i libri de Familia, che pur sono per molti aspetti un vero e proprio manifesto della civiltà umanistica, tessono con decisione un insistito panegirico familiare; meno superficialmente, essi si presentano come un dialogo vertente inter alia sui principî dell’economia al tempo stesso mercantile, fondiaria e finanziaria sui quali poggiano la famiglia e il suo patrimonio. Il fallimento nel 1437 della compagnia di Ponente, la grande compagnia mercantile degli Alberti, portò tuttavia l’umanista a ripensare la propria concezione dell’economia; il De re ædificatoria sostituisce cosí il contenente (l’edificio) al contenuto (la famiglia) per garantire la conservazione del patrimonio, e la sostituzione è tutt’altro che priva di conseguenze sulle logiche dell’arricchimento. Prende in tal modo avvio un nuovo tipo di economia non (come in Senofonte) domestica né (come in Adam Smith) politica, ma propriamente architettonica, che risponde compiutamente allo sviluppo delle società a bassa energia, i.e. senza crescita, dell’Antico regime.

Lingua: Francese
Pag. 145-157
Etichette: Leon Battista Alberti,

Autore/i articolo: Naïs Virenque
Titolo articolo: L’arbre de vie de Taddeo Gaddi au réfectoire de Santa Croce: Un outil mnémotechnique dans la culture franciscaine de la méditation

Tra il 1330 e il 1366, ma probabilmente negli anni Quaranta del secolo, Taddeo Gaddi (1290 ca.-1366) dipinse sulla parete di fondo del refettorio del convento francescano di Santa Croce a Firenze un monumentale Cristo in croce come «arbor vitæ». Lo studio punta a determinare le concrete modalità attraverso cui quell’«arbor vitæ» funge da supporto materiale di uno strumento mnemotecnico idoneo alla meditazione e alla progressione anagogica dei frati del convento. Nel situarlo entro la cultura francescana delle arti della memoria da un lato e, dall’altro, entro la tradizione degli scritti che sfruttano il modello strutturante dell’albero e nell’evoluzione delle immagini ispirantesi al Lignum vitæ (1260 ca.) di san Bonaventura da Bagnoregio, l’autrice si sforza d’enucleare le specificità formali e figurative per il cui tramite l’albero del Gaddi struttura la memoria e guida l’attività spirituale.

Lingua: Francese
Pag. 161-215
Etichette: Taddeo Gaddi,

Autore/i articolo: Mário Krüger
Titolo articolo: Do anonimato à autoria da Hypnerotomachia Poliphili face aos contributos de Leonardo Crasso, Giovan Battista Scita e Andrea Marone

L’aldina dell’Hypnerotomachia Poliphili (1499) è da sempre considerata uno dei prodotti piú caratteristici, preziosi e belli del Rinascimento. La narrazione grafica e testuale e la stessa mise en page elaboratevi, col Manuzio, da un autore e da un illustratore ancor oggi non del tutto noti e/o non riconosciuti ne fanno una vera e propria pietra miliare nella storia della progettazione grafica e della tipografia tout court. L’autore del presente contributo esamina particolareggiatamente la produzione discorsiva dei paratesti del prezioso incunabolo suggerendo che la paternità del testo di quel capolavoro venga in essi ricondotta al giovane Alberti.

Lingua: Portoghese
Pag. 217-228
Etichette: Hypnerotomachia Poliphili,